D opo la Formula E, anche il motociclismo si riscopre ‘pulito’ e scende in pista con un campionato elettrico. Il suo nome è “Fim Enel Moto-e World Cup” e prenderà il via a partire dal 2019, grazie anche alla collaborazione tra Enel ed Energica (azienda italiana leader nella produzione di moto elettriche dalle grandi prestazioni e di grande qualità). Con potenze superiori ai 100kw le 18 Energica che correranno potranno raggiungere i 240 chilometri orari. E intanto è caccia ai piloti.
Ma il motociclismo elettrico, così come la Formula E, riusciranno ad affascinare gli appassionati dei rumori rombanti? Per la pilota automobilistica italiana, Michela Cerruti, sarà difficile, nonostante lei stessa sia una sostenitrice delle nuove frontiere green delle due e quattro ruote. Un mondo di cui ha fatto parte seppur per un breve periodo.
Dopo una lunga esperienza sul circuito tradizionale, nel 2014-2015 Michela Cerruti prende parte al neo campionato di Formula E con il team Trulli GP. Alla vigilia dell'EPrix di Miami, dopo quattro tappe disputate, decide di lasciare il team. “L’ho fatto per alcuni problemi con il team che poi è fallito a fine stagione”, ha spiegato la Cerruti all’Agi.
“Devo riconoscere che all’inizio ero abbastanza scettica perché tutta l’operazione era stata messa in piedi in modo abbastanza veloce, ma devo dire che hanno fatto un lavoro incredibile sul tipo di gara, sulla messa in pista e sull’intera organizzazione. Sono riusciti a generare molto interesse e oggi vantano molti ex piloti al volante. Senza tralasciare il lusso di correre e di assistere in un circuito cittadino che ben si sposa con la filosofa dell’elettrico”.
Rumore e fumo i grandi assenti
Qual è allora il limite di auto e moto ‘verdi’? “Il rumore, il fumo, l’odore, sono tutte cose malsane, ma che a noi patiti di motori appassionano moltissimo. E credo che di questi elementi si sentirà sempre la mancanza”, spiega Cerruti all’Agi. “Le auto e le moto elettriche hanno un’immagine e un suono futuristico, ma non credo riescano ad affascinare. Quello che attrae è il concetto, la velocità, ma agli spettatori qualcosa manca. In compenso si riesce a percepire di più il rumore degli scontri”
Meno appassionati ma un folto pubblico di interessati
Forse sarà difficile per le auto e moto elettriche conquistare il cuore degli spettatori ma sicuramente “i curiosi sono moltissimi. Tante persone che non seguivano il motorsport oggi conoscono la Formula E perché gli organizzatori sono stati bravi a portarla sotto le loro case. Sono stati in grado di avvicinare queste persone. E’ una realtà appassionante per quanto riguarda la tecnologia, la bravura dei piloti, ma fidelizzare e colpire al cuore gli spettatori è più difficile. Di sicuro per questo nuovo mondo verde è più facile attrarre pubblico nuovo che attirare gli amanti della Formula 1 tradizionale”.
Diverso ma non marginale
Se c’è una cosa di cui Cerruti è convinta è che “chi afferma che i campionati elettrici rivestono un ruolo marginale sbaglia di grosso”. “Non sono paragonabili e hanno entrambi ragione di esistere. E soprattutto guardando in prospettiva, al futuro, al tema dell’eco-compatibilità e dell’inquinamento, è giusto che esista questo tipo di corse”.
La sfida della ricerca? Un’intera gara con una sola auto
Ma c’è ancora una sfida che l’elettrico deve vincere: “quella di concludere un’intera gara con un’unica auto. Ad oggi non è possibile, bisogna fermarsi e cambiare auto. Ma in un prossimo futuro è questo quello che succederà. Bisogna sottolineare comunque che, al contrario di ciò che accade con la F1, in cui la ricerca va di pari passo con le autostradali e la sperimentazione è continua, il mondo delle ruote pulite ha in parte le mani legate in quanto la batteria è uguale per tutti e i team possono modificare solo il motore”, sostiene la Cerruti.