“Sono capaci di incarnare la tradizione, il futuro, la bellezza e la raffinatezza del Giappone di oggi”. Non hanno ancora un nome e non è facile trovare un modo per descriverle. C’è chi parla di una somiglianza con le volpi o con altri animali simili. L’unica cosa certa è che sono state scelte per rappresentare i Giochi Olimpici e Paralimpici di Tokyo 2020. Parliamo delle due “creature", rivelate oggi dal comitato organizzativo, che sembrano fuoriuscite da un manga di fantascienza. Mascotte che avranno il compito di raccontare quello che, nei prossimi anni, sarà l’evento più atteso. E non solo in Asia.
Le caratteristiche delle mascotte
Non è stata una competizione facile. Altri tre concorrenti, altrettanto futuristici e immaginifici, lottavano per ricevere la stessa investitura. Alla fine però l’hanno spuntata loro, convincendo una giuria molto speciale: i ragazzi e le ragazze di 1669 scuole sparse per tutto il paese. Ottenendo più di 100mila voti.
Entrambi i personaggi sono stati creati dal disegnatore Ryo Taniguchi e incarnano alcune delle caratteristiche tradizionali del popolo giapponese: un diffuso senso di ospitalità, un grande spirito di giustizia e competizione, una profonda dignità e forza interiore. La creatura blu, quella più prettamente olimpica, esteriormente richiama alcuni abiti tradizionali e, secondo la sua scheda personale, ha in sé il dono dell’ubiquità e del teletrasporto. La sua compagna, quella paralimpica, il cui rosa riprende il colore dei fiori di ciliegio, può invece parlare con le pietre e il vento, oltre che spostare gli oggetti con la sola forza del pensiero. Poteri soprannaturali che non sembrano stonare in quella che, per molti, sarà l’edizione più tecnologica e innovativa di sempre. E da cui si attende moltissimo. Persino dalle mascotte.