B isognerà aspettare per vedere il VAR in Champions League. A ribadirlo è stato il capo degli arbitri della UEFA, Pierluigi Collina, in un’intervista al giornale spagnolo Marca. E il motivo è semplice: la competizione, che si svolge in moltissimi paesi europei, è caratterizzata dalla produzioni di immagini televisive molto diverse che non rispettano gli stessi parametri. Finché non si avrà un’uniformità, che in alcuni campionati come quello italiano o tedesco è affidato a una sola società, l’inglese Hawk-Eye, si continuerà così. Ai mondiali, invece, la tecnologia ci sarà visto che si tratta di una competizione che si gioca in un solo luogo e che può essere gestita più facilmente.
Per Collina il Var deve rimanere solo un supporto tecnologico. Un aiuto importantissimo all’arbitro che resta, però, l’unico responsabile delle decisioni prese all’interno del rettangolo di gioco. "Sarà un paracadute perfetto ma solo quando sarà in pieno funzionamento. Nessuno deve dubitare che sarà l'arbitro sempre il giudice unico di una partita”. Secondo il designatore il livello degli arbitri resta altissimo e la loro competenza non verrà messa in discussione dall’avvento della tecnologia.
Nel 2015-2016, ad esempio, le decisioni errate dei fischietti europei sono state pochissime ed è da lì che il sistema deve ripartire: “In questa stagione ci saranno stati più errori ma ne abbiamo preso nota. Non si può dire che tutto vada bene quando ci sono degli errori ma li abbiamo riconosciuti e analizzati”. Quello che serve, secondo il designatore, è formare una nuova generazione di arbitri. Una cantera, un vivaio simile a quello che sviluppano i club più importanti del mondo, capace di accrescere quel senso di autorità che è, oggi più che mai, una delle peculiarità fondamentali per gli arbitri del futuro.
L’intervista è stata anche l’occasione per soffermarsi sul caso arbitrale che ha segnato l’ultima edizione della Champions. Secondo Collina, il rigore assegnato dall’arbitro Oliver durante la semifinale di ritorno tra Real Madrid e Juventus, sarebbe stato confermato anche dal VAR. “Se Oliver avesse guardato il VAR avrebbe probabilmente confermato la decisione. Mi sorprende che si continui a confrontare quell'episodio con altre azioni in cui non si ha l'opzione per l'utilizzo della tecnologia perché quella è un’interpretazione. Altra cosa è il fuorigioco non fischiato in Manchester City-Liverpool. In una situazione simile, invece, sarebbe giusto per l'arbitro andare a vedere l'azione per poter decidere correttamente”.