E ora tutti vogliono prendersi il Milan. Via la Cina, scendono in campo due americani: i Ricketts e – novità del weekend - Rocco Commisso. Ma forse il bottino andrà in mano al fondo Elliott. Il nuovo socio – che subentrerà a Li Yonghong - entrerà a condizioni non morbidissime dopo la sentenza dell’Uefa attesa in queste ore. La decisione della camera giudicante di Nyon – secondo quanto apprende Sky Sport 24 – dovrebbe slittare entro mercoledì 27 giugno. Si preannuncia una pesante mazzata per i rossoneri: il club, anticipa la Gazzetta dello Sport, rischia l’esclusione dalle coppe per due anni e una multa di circa 30 milioni. Le speranze residuali verranno riposte nel ricorso al Tas di Losanna.
Ci sono due trattative parallele per l’acquisto del Milan ridotto in brandelli dopo un anno di gestione cinese. Non solo i Ricketts: i finanzieri americani, proprietari della squadra di baseball dei Chicago Cubs, venuti allo scoperto venerdì scorso quando hanno confermando il loro interesse con un comunicato salvifico. Nelle stesse ore il fondo Elliott sborsava i 32 milioni che l’attuale proprietario del Milan avrebbe dovuto versare per l’aumento di capitale. A entrare a gamba tesa nei negoziati per prendersi i rossoneri Rocco Commisso, l’imprenditore americano di origini calabresi con la passione innata per il calcio: ha comprato la squadra dei Cosmos (poco prima che il Milan diventasse rovinosamente cinese).
La partita è serratissima, scrive Repubblica. Commisso – sponsorizzato dalla banca d’affari Goldman Sachs - gioca d’anticipo: nelle scorse ore è sembrato che volesse acquistare l’intera società puntando a trattare direttamente con il presidente del Milan. La famiglia Ricketts – assistita da Morgan Stanley – vuole invece entrare nel club rossonero solo dopo la definizione dei rapporti tra Elliott e il famigerato uomo d’affari (che entro ottobre avrebbe dovuto restituire al fondo americano i 303 milioni con i quali ha acquistato il club nell’aprile del 2017). Una cosa è certa: difficile che Li trovi - come sperava - un socio disposto a entrare con una quota di minoranza. All’orizzonte si profila l’arrivo di un azionista destinato ad assumere un progressivo controllo.
Trattative segrete e schemi paralleli
I tifosi rossoneri hanno vissuto un repentino passaggio dalla desolazione all’euforia quando venerdì scorso si è scoperto che Li Yonghong non aveva pagato la tranche per l’aumento di capitale del Milan, costringendo il fondo Elliott a versare la quota mancante, e subito dopo la trattativa per l’ingresso di un nuovo socio - fino a quel momento segreta - veniva ufficializzata con la conferma dell’interessamento dei Ricketts all’acquisto del club.
Il termine per l’aumento di capitale scadeva venerdì alle 17. Li ha 10 giorni per restituire i soldi a Elliott che altrimenti avvierà la procedura di escussione del debito davanti al Tribunale del Lussemburgo, subentrando nella proprietà. Appunto: il numero uno cinese sta cercando il denaro mancante affidando il rimborso a un nuovo socio, di cui si parla da tempo. Riuscirà Li, tuttora azionista del club, a recuperare almeno in parti i 400-500 milioni spesi nell’ultimo anno? Dietro all’acquisto del Milan, che ha procurato a Mr Li più grattacapi che profitti, c’è un sogno che accomuna i nuovi ricchi cinesi, aveva detto Alberto Forchielli in una intervista all’Agi: uscire dalla massa anonima di un miliardo e 400 milioni di cinesi. Lasciare un segno, diventare qualcuno. Oggi invece rischia di essere ricordato come il presidente che perso più soldi.
In pole position Commisso che spera di entrare subito nel club, sbattendo fuori Li. L’imprenditore americano – scrive Repubblica – vorrebbe sedersi al tavolo direttamente con l’attuale proprietario, che era a New York nei giorni scorsi, e con il suo braccio destro, Han Li. Nelle ultime ore, però, sono circolate indiscrezioni che restituiscono una versione diversa: Commisso starebbe valutando di tenere Li come socio di minoranza, accontentando così il misterioso imprenditore al centro di numerose inchieste giornalistiche per l’inconsistenza del suo patrimonio finanziario e di un’inchiesta della procura di Milano sulla cessione del club.
Stando a quanto riferisce il Sole 24 Ore, Commisso si farebbe carico del debito di Rossoneri Sport (per 180 milioni) e di sborsare altri 150 milioni a favore del Milan. A Li resterebbe una quota del 30%. Non ci guadagnerebbe molto. Ecco perché – spiega Carlo Festa – la trattativa con l’imprenditore americano resta complessa e avanza l’ipotesi di un ingresso anticipato di Elliott.
Il ripensamento sarebbe dettato anche da una ragione economica; il Milan è stato valutato per una cifra di certo non irrisoria: 500 milioni per il 75%, quindi quasi 670 milioni solo di equity. I Ricketts hanno rilanciato tenendo per buona la valutazione di Forbes: 531 per tutto il club. I finanzieri americani si fanno sughero in tempesta mentre attendono la quadra dei rapporti tra Li e Elliott. Commisso sembra invece pronto a mosse azzardate pur di prendersi subito la squadra. Il Milan fa sapere che il nuovo socio verrà svelato a metà settimana.
Ma chi è Rocco Commisso?
Contro i Ricketts si è schierato un candidato molto più forte. Non solo per la sua italianità. Ma anche per la solidità finanziaria: doppia rispetto a quella della famiglia dei ricchissimi finanzieri. Unico neo: la passione juventina. Eppure non sarebbe l’unico proprietario di una squadra tifandone una diversa.
Ha 69 anni il calabrese di Marina di Gioia Jonica, arrivato negli Usa all’età di 12 anni, e che oggi vanta un patrimonio di 4,5 miliardi. L’uomo che può salvare il Milan – scrive il Corriere della Sera – è il classico self-made man. Il calcio? Un sottile filo rosso. Lavorava 40 ore a settimana nella pizzeria del Bronx gestita dal padre. Nel tempo libero studiava: riuscì a frequentare una delle migliori università americane, la Columbia, grazie ad una borsa di studio ottenuta proprio per le sue doti calcistiche. Oggi è un miliardario a capo della società televisiva via cavo MediaCom (con un fatturato di 2 miliardi di dollari) e della squadra di calcio Cosmos. Un vero italoamericano, Commisso. Vive nel New Jersey. Ha gestito varie discoteche, dove sono passati vari personaggi noti: Little Tony, I Camaleonti, Gianni Nazzaro e I Cugini di Campagna.
Non è la prima volta che Commisso prova a comprare una squadra di calcio. In passato – scrive il Corriere - ha detto che avrebbe investito volentieri solo nella Juve, anche in una posizione di minoranza: “Pensavo a un ruolo alla Gheddafi, ma gli Agnelli non hanno bisogno dei miei soldi”. Fu proprio la sua fede bianconera a farlo rinunciare all’acquisto della Samp 17 anni fa. Seguirono altri affari sfumati: il Palermo, la Reggina, il Catania e il Pescara. Si è interessato anche all’affare Roma ai tempi della cordata Di Benedetto, prima del takeover di Pallotta.
Un anno fa il primo incontro ravvicinato con il Diavolo. Era gennaio, aveva da poco acquistato i Cosmos, quando raccontò di un incontro con un suo ex collega degli anni in cui lavorava alla Royal Bank of Canada: Sal Galatioto. Uno dei maggiori 50 influencer dell’industria sportiva americana che per vicende alterne portò avanti – per un tratto al fianco di Li – la controversa trattativa per l’acquisto del club rossonera. Galatioto – dopo essere stato estromesso da Li con un colpo di mano - gli propose di interessarsi al Milan. Forse voleva rimettersi in pista con un partner forte. Poi la storia prese un’altra piega. Oggi i tempi sono maturi: Commisso vuole mettersi in gioco e lasciare un segno nello sport che ha segnato l’inizio della sua carriera.
Leggi anche:
Un anno dopo l'acquisizione del Milan non si è ancora capito da dove Li prenda i soldi
La procura di Milano indaga sulla vendita del Milan. Cosa sappiamo finora
Ecco i retroscena della manovra "per rovinare il Milan"
Davvero il Fondo Elliott sta per diventare proprietario del Milan?