AGI - Derby, scudetto e seconda stella, tutto in una notte. Una notte magica, che i tifosi nerazzurri non dimenticheranno mai. Ma quali sono state le tappe principali di questa incredibile stagione?
Attenti a quei tre
La corsa al ventesimo scudetto comincia in una notte d'agosto là dove finirà otto mesi dopo, al Meazza, con il 2 a 0 al Monza firmato Lautaro. A centrocampo partono dal 1' Barella, Calhanolu e Mkhitaryan, un trio cui Inzaghi in pratica non rinuncerà più. Alla quarta giornata, un sabato, il Milan viene travolto 5 a 1: è il quinto successo su cinque nella stracittadina e cinque - la domenica dopo, a Empoli - diventano anche le vittorie consecutive. È ancora estate, fine settembre, quando arriva invece la prima doccia fredda: 1-2 in casa con il Sassuolo. Sara' la prima e unica sconfitta della stagione in campionato, ma ancora nessuno può immaginarlo.
La Juve ci prova
Complici gli impegni di Champions (in cui però il tecnico fa un discreto turnover, facendo capire quale sarà la priorità dell'anno), c'è spazio per un'altra piccola frenata, un pari interno con il Bologna che peroò precede una nuova striscia di quattro successi. A Torino, con la Juve che sembra l'unica in grado di reggere il passo, finisce 1-1, un pari figlio del reciproco rispetto, firmato Vlahovic e Martinez. Nemmeno il tempo di farsi domande, e i nerazzurri calano un altro poker di vittorie: 11 reti a zero contro Napoli, Udinese, Lazio e Lecce. Madama pero' e' sempre li', forte di un filotto di successi consecutivi, spesso di 'corto muso'.
Campioni di inverno
Platonico quanto si vuole, il titolo di campione d'inverno viene centrato nonostante il pari di Genoa e il soffertissimo 2-1 al Verona che sbaglia il rigore del pari al 10' di recupero. Ma proprio quando qualcuno paventa un fisiologico rallentamento, arriva un altro allungo culminato nello 0-1 ai danni della Fiorentina (Lautaro, ancora lui). La 23esima al Meazza è di scena la banda Allegri e l'1-0 finale (autorete di Gatti) non rende giustizia alla netta superiorità nei nerazzurri. E' il 4 febbraio, nell'aria profumo di strappo decisivo. La superiorità sul resto del gruppo diventa schiacciante: 4-2 alla Roma all'Olimpico in rimonta con griffe finale di Bastoni, doppio 4-0 ai danni di Salernitana e Lecce, poi due vittorie di misura su Genova e sulla rivelazione Bologna. Al Dall'Ara segna Bisseck, un altro difensore: la classe operaia in paradiso.
Amarezza Champions e rush finale
Ormai senza rivali in campionato e con un vantaggio che si dilata turno dopo turno, i ragazzi di Inzaghi provano a ripetere in Champions il cammino dell'anno prima ma negli ottavi a sbarrare la strada c'è l'Atletico del Cholo Simeone: tra andata e ritorno l'Inter spreca troppo - uno dei pochi limiti della stagione - e i rigori sanciscono l'eliminazione. La ferita brucia, e brucerà ancora, ma dopo l'1-1 col Napoli ci sono due successi contro l'Empoli e a Udine. L'1-2 del Friuli, acciuffato al 95' da Frattesi - un nazionale che in nerazzurro deve accontentarsi regolarmente di partire dalla panchina - abbinato al successivo pari del Milan a Sassuolo regala all'Inter la chance più agognata, quella di mettere aritmeticamente le mani sul titolo con cinque giornate d'anticipo e in casa dei rivali. Il resto è storia di questa sera.