AGI - - In Turchia è stato rilasciato Sagiv Jehezkel, l'attaccante israeliano dell'Antalyaspor arrestato per incitamento all'odio dopo che domenica sera aveva festeggiato un gol mostrando un messaggio a sostegno degli ostaggi in mano ad Hamas nella Striscia di Gaza. Dopo la rete dell'1-1 al Trabsonspor nella partita casalinga della Super Lig turca, il 28enne Jehezkel ha mostrato alle telecamere un polsino con la scritta "100 giorni, 7/10" e la stella di David, un riferimento all'attacco di Hamas e agli oltre 130 ostaggi che ancora sono tenuti nella Striscia di Gaza.
Sagiv Jehezkel'in sınır dışı edilmesine karar verildi. (TRT Spor) pic.twitter.com/FgoStw89jm
— Boşuna Tıklama (@bosunatiklama) January 15, 2024
L'Antalyaspor ha subito rescisso il contratto con l'attaccante, reo a suo dire di aver "agito contro i valori della Nazione", e il governo israeliano ne ha organizzato il rimpatrio con un volo speciale. Nei confronti di Jehezkel è scattata un'incriminazione su segnalazione dello stesso ministro della Giustizia di Ankara, Yilmaz Tunc, che su X lo ha accusato di aver mancato di rispetto ai valori della Turchia, un Paese "che rimane al fianco del popolo palestinese" vittima di quello che definito come il "genocidio" in corso a Gaza.
Dall'inizio della guerra il presidente turco, Recep Erdogan, ha accusato Israele di essere "uno Stato terrorista" e ha elogiato Hamas come "liberatori". "Non volevo provocare nessuno e voglio che questa guerra finisca", si è difeso Jehezkel davanti al magistrato. "Da quando sono arrivato all'Antalyaspor, a settembre, non ho mai mancato di rispetto a nessuno. Volevo solo attirare l'attenzione sulla necessità di terminare la guerra".
Intanto il Basaksehir di Istanbul, club considerato molto vicino a Erdogan, ha aperto un'indagine disciplinare interna sull'unico altro calciatore israeliano della Super Lig, il 23enne Eden Karzev, dopo che aveva postato su Instagram il messaggio in inglese: "100 - riportiamoli a casa ORA", in riferimento agli ostaggi nelle mani di Hamas.
Il ministero degli Esteri israeliano, Israel Katz, ha protestato per l'arresto di Jehezkel lamentando che "la Turchia si è trasformata in una turpe dittatura che va contro i valori umani e sportivi". "Chi arresta un calciatore per un gesto di solidarietà con 136 persone sequestrate, in mano a un'organizzazione terrorsitica da piùdi 100 giorni, rappresenta una cultura di morte e di odio", ha aggiunto.