AGI - È polemica per la scelta della Fifa di nominare la super modella e imprenditrice brasiliana Adriana Lima come prima Global Fan Ambassador dell'organizzazione in vista dei mondiali femminili che si terranno in estate in Australia e Nuova Zelanda. Dirigenti ed ex calciatrici sino scese in campo per definire "stonata" la scelta di Gianni Infantino di una figura che non ha apparentemente alcun legame con il calcio.
"Che messaggio si manda alle aspiranti calciatrici e alle tifose che amano questo sport perché dimostra cosa sono l'emancipazione e le pari opportunità?", si è chiesta l'ex vicecapitana della nazionale australiana Moya Dodd che aveva guidato la task force della Fifa sul calcio femminile. "Una calciatrice è ammirata per ciò che fa in campo e non per il suo aspetto", ha aggiunto, "e questo la pone su un livello di parità con i suoi fratelli che può cambiare tutta la traiettoria delle sue ambizioni".
This means the world to me. Excited to become FIFA's first Global Fan Ambassador! ⚽ pic.twitter.com/mPnnBLpYlr
— Adriana Lima (@AdrianaLima) February 27, 2023
La 41enne di Bahia, ex modella di Victoria's Secrets, è stata descritta da Infantino come una persona che "Vive e respira 'futebol'" ma è anche una figura controversa che in passato raccontò di non aver mangiato per nove giorni prima si una sfilata e nel 2006 definì l'aborto "un crimine".
La federcalcio femminile australiana, in prima linea nella promozione della parità di genere, ha lamentato "il diverso approccio rispetto agli uomini": "Per i mondiali maschili l'uomo copertina sarebbe Cristiano Ronaldo, non si capisce perché non possano scegliere campionesse come Meg Rapinoe, o Sam Kerr, o altri talenti dello sport che si vuole rappresentare". Uno sport, viene fatto osservare, in cui la bellezza non è un requisito per eccellere.
Adriana Lima, che ha 15 milioni di follower su Instagram, dovrebbe sviluppare, promuovere e partecipare a iniziative globali, coinvolgendo i fan di tutto il mondo. La sua controversa nomina arriva dopo le critiche della comunità Lgbtq+ per la scelta della Fifa di accettare una sponsorizzazione dell'Arabia Saudita per i mondiali femminili, nonostante le violazioni dei diritti civili nel regno wahabita.