AGI - Questa sera alle 20.45 all'Olimpico andrà in scena l'ultima partita del lungo weekend della 19esima giornata, che vedrà in campo Lazio e Milan. Una sfida che Stefano Mauri, ex giocatore biancoceleste, introduce così: "Mi aspetto una partita molto combattuta ed equilibrata. Inizialmente la Lazio prenderà in mano la partita. Il Milan aspetterà un po' di più nella propria metà campo, per poi cercare di sfruttare qualche ripartenza, viste le caratteristiche dei suoi giocatori, che negli spazi ampi sono devastanti".
I rossoneri cercano il riscatto
I rossoneri dovranno cercare di rialzarsi dal periodo no degli ultimi dieci giorni, tra i due pareggi in Serie A contro Roma e Lecce, l'eliminazione dalla Coppa Italia e la sconfitta in Supercoppa: "Dal Milan mi aspetto una reazione, due partite non cambiano una stagione, sono comunque i campioni d'Italia in carica e una squadra molto forte. Credo che reagirà a questi risultati non positivi e ricomincerà a fare punti" osserva l'ex centrocampista brianzolo. A cosa ricondurre dunque le cause degli insuccessi del 'diavolo'? "Forse Teo Hernandez e Leao stanno accusando un periodo di flessione post mondiale, un calo credo fisico più che altro, è fisiologico" risponde.
Sul fronte opposto, parlando della squadra in cui ha militato per 10 stagioni, per Mauri "la Lazio ha dimostrato già da un po' di mesi di cominciare a capire quello che realmente vuole Sarri. In questo momento è consapevole della propria forza quindi giocherà con tranquillità, mancherà Immobile ma Felipe Anderson ultimamente, anche se con caratteristiche diverse, sta facendo molto bene e sta segnando".
"Ora la Lazio è la squadra di Sarri"
E proprio soffermandoci sull'allenatore Sarri, alla sua seconda stagione sulla panchina dei biancocelesti e quest'anno a +6 punti in classifica rispetto all'anno scorso, secondo l'ex centrocampista della Nazionale "ora la Lazio è la sua squadra, i giocatori lo stanno seguendo appieno". E aggiunge che "in base a quello che succederà in classifica, se verrà confermata la penalizzazione della Juve, si capirà se c'è qualche migliore posizione a cui la Lazio quest'anno puo' ambire, in zona Europa".
Voci di mercato vedono l'ex allenatore del Chelsea potenzialmente in partenza a fine stagione, corteggiato da Tottneham e Atletico Madrid. Stefano Mauri sente di poter smentire queste ipotesi: "Credo che abbia un ottimo rapporto con Lotito e che stia bene a Roma, credo che sia convinto che a questa squadra lui possa dare ancora di più, raggiungendo obbiettivi migliori l'anno prossimo, quindi penso proprio che rimarrà".
Tornando alla gara di oggi, secondo Mauri "i laziali dovranno prestare attenzione alla voglia di riscatto dei rossoneri, che entreranno in campo con più agonismo, con la voglia di rivendicare la loro forza". I rossoneri, invece, dovranno fare i conti con il fattore campo: "Sarà una partita difficile da affrontare all'Olimpico, perchè c'è un grande pubblico pronto a sostenere la Lazio che in casa fa sempre delle grandissime partite".
Le possibili formazioni
Dovendo fare un confronto tra chi è meglio attrezzato in mezzo al campo, l'ex trequartista del Brescia, oggi 43 enne, non ha dubbi e scommette sulla Lazio: "Quello dei biancocelesti è uno dei più forti del campionato, non solo rispetto al Milan ma a tante altre squadre. Milinkovic Savic e Luis Alberto rendono il centrocampo completo, hanno fisicità e tecnica".
Infine, in merito ai dubbi di formazione su cui i due allenatori mediteranno in queste ultime ore prima del calcio d'inizio, c'è l'ipotesi di un turno di riposo per la punta francese Giroud. Al suo posto, Rebic o Origi? "Domanda difficile, dipende come stanno fisicamente, entrambi rientrano da infortuni. Nell'ultimo periodo l'ha quasi sempre sostituito Rebic, se giocasse Origi dal primo minuto sarebbe una sorpresa" osserva Stefano Mauri.
Tra gli uomini di Sarri invece, per ora l'unica indecisione resta in difesa, tra Casale e Patric: "Ultimamente ha sempre schierato Casale, cambia poco nell'assetto della Lazio, sono entrambi affidabili e validi. Il mister a inizio della stagione preferiva Patric, per permettere a Casale di entrare meglio nei meccanismi della squadra e adesso ci è entrato a pieno titolo" conclude.