AGI - La finale dei mondiali tra Argentina e Francia vivrà anche del confronto tra i reparti delle due squadre che si sono dinsotrate le migliori del torneo. Vediamole in raffronto:
DIFESA
La finale tra Argentina e Francia mette di fronte due delle migliori difese del mondiale: più improntata sulla fisicità quella dei Bleus, grande 'garra' per l'Albiceleste. Tra i pali due portieri diversi nello stile ma ugualmente efficaci.
Stesso ruolo, storie differenti
A difendere i pali della Francia sarà il portiere del Tottenham, Hugo Lloris. Il capitano dei Blues con la finale raggiungerà quota 144 presenze (20ma a una Coppa del mondo) con la nazionale e proverà a regalarsi la soddisfazione di diventare il primo portiere a vincere due mondiali consecutivi con la fascia al braccio. In occasione dei quarti di finale era stato preso di mira dai media inglesi, che lo avevano definito l’anello debole dei transalpini, lui ha risposto sul campo con una prestazione impeccabile contro i rivali storici. Carriera opposta per l’estremo difensore dell’Albiceleste Emiliano Martinez, da spettatore in tribuna in Russia nel 2018 a eroe per caso, dopo aver vissuto una carriera in prestito in giro per l’Europa, fino alla grande occasione con l’Aston Villa. Un personaggio atipico, eversivo nell’interpretazione del ruolo e che fa del lavoro e della passione i suoi punti di forza. Il ‘Dibu” sogna di vedere il suo idolo e compagno Lionel Messi alzare la Coppa del mondo alla sua ultima apparizione mondiale. Era riuscito nell’impresa di vincere la Coppa America nel 2021 con parate decisive, soprattutto nella lotteria dei rigori contro la Colombia, dove tramite riti propiziatori e giochetti mentali ha ipnotizzato i tiratori avversari. La storia si è ripetuta contro l’Olanda nei quarti finali.
Garra contro forza fisica
Le coppie centrali sono di altissimo livello e ugualmente solide ma con caratteristiche differenti. Quella francese è composta dal quattro volte vincitore della Champions League Raphael Varane e dal giocatore del Bayern Monaco Dayot Upamecano. Con prestazioni di prim’ordine hanno preso per mano la retroguardia francese risultando praticamente perfetti. Entrambi abili e sicuri nell'impistazione, caratteristica imprescindibile per il calcio di Didier Deschamps.
Sponda Argentina dopo gli errori nel match d’esordio contro l’Arabia Saudita, Nicolas Otamendi e Cristian Romero hanno mostrato tutte la qualità del loro repertorio, compensando il deficit fisico con l’aggressività, e incarnando lo spirito della 'garra' argentina. La vera sfida sarà la contraerea per fermare Olivier Giroud, uno specialista dei colpi di testa che sono il punto debole dei due centrali della Selecion, come emerso dalle sfide con Olanda e Austalia.
Un elemento comune alle due coppie sono la capacità di leggere il gioco, l’abilità di pensare in anticipo e di farsi trovare al posto giusto nel momento giusto. Più eleganti i Bleus con chiusure pulite, maggiormente esuberanti i due della Selecion, scommettendo sull’anticipo e pronti a fermare gli avversari con le buone o con le cattive. Pronti a subentrare dalla panchina Ibrahima Konaté fra i transalpini e Lisandro Martinez tra i sudamericani, sempre attenti quando chiamati in causa.
Un pezzo di finale si potrebbe decidere sulle fasce
Sfida ad alta velocità sulla corsia di sinistra della Francia e destra dell’Argentina, tra il treno rossonero Theo Hernandez e la vecchia conoscenza della Serie A Nahuel Molina. Entrambi predisposti alla fase offensiva, avventatezza e spensieratezza al servizio della loro squadra.
Il francese è il terzo giocatore per occasioni create in Qatar (11) e con il gol in acrobazia contro il Marocco è diventato il terzo difensore nella storia della Francia a mettere a segno almeno un gol e un assist ad un mondiale, dopo Marius Tresor nel 1892 e Bixente Lizarazu nel 1998. L’argentino con una corsa da centometrista ha toccato i 34,9km/h nella partita contro la Croazia. Più cauti i laterali che occupano l’altra corsia, Jules Kounde per i Bleus e Marcos Acuña per l’Albiceleste. Il giocatore del Barcellona ha giocato fin qui nella posizione a lui insolita di terzino destro, giocando di posizione e facendo emergere le sue caratteristiche da difensore puro e roccioso. La sua staticità e prudenza trovano complementarità con le caratteristiche di Theo Hernandez, permettendo ai transalpini di trovare il giusto bilanciamento tra equilibrio tattico e qualità dei singoli.
Per i sudamericani ci sarà el ‘Huevo’ Acuña, elemento importante nei meccanismi del ct Lionel Scaloni e che si è alternato più volte con Nicolas Tagliafico. Il laterale del Siviglia ha disputato un ottimo mondiale con tenacia e caparbietà, raggiungendo l’apice con il rigore conquistato contro l’Olanda. Davanti si ritroverà Dembele, cliente imprevedibile e in grande forma.
CENTROCAMPO
I duelli individuali a centrocampo potrebbero essere la chiave per rompere l'equilibrio di una finale. Leandro Paredes e Adrien Rabiot compagni di squadra nella Juventus saranno avversari per una sera. Sfida della gioventù tra due giocatori dal grande futuro, Aurelien Tchouameni e Enzo Fernandez. Pronti anche Antoine Griezmann e Rodrigo De Paul, due centrocampisti dall’indole offensiva riadattati nel compito di tuttocampisti.
Centrocampisti moderni
Nati come seconde punte, Antoine Griezmann e Rodrigo De Paul hanno cambiato modo di giocare in nazionale, diventando calciatori box-to-box e coniugando dinamismo e sostanza alle loro indiscutibili proprietà tecniche. Le ‘Petit Diable’ ha scoperto una nuova vita all’età di 31 anni, con la scelta di Didier Deschamps di utilizzarlo come tuttofare, trequartista e incontrista e che va a recuperare il pallone fino a dentro la sua area di rigore. Sempre nella posizione migliore in funzione del gioco, i suoi movimenti creano scompiglio all’assetto difensivo avversario come provato dai suoi numeri al mondiale: 21 occasione occasioni create (primo in questa statistica) e 3 assist all’attivo.
Compiti simili per De Paul con l’Argentina, capace di leggere le situazioni in modo ottimale e abile quando deve innescare il fenomeno con la maglia numero dieci. I due centrocampisti sono fondamentali nell’aggiungere creatività e imprevedibilità alle rispettive mediane. La combinazione di visione di gioco, dribbling, agonismo e tecnica fanno di loro il prototipo dei centrocampisti moderni.
Avversari per una notte
Leandro Paredes e Adrien Rabiot compagni di squadra nella Juventus saranno avversari per una notte. Meglio il francese fin qui, apparso in grande forma nelle ultime uscite prima della febbre che lo ha costretto a saltare la semifinale contro il Marocco. Il ‘Duca’, come lo chiamano in Francia, ha cambiato marcia in questa stagione e i risultati sono evidenti: prestazioni da grande giocatore condite anche da gol e assist, come accaduto all’esordio mondiale contro l’Australia. I suoi inserimenti potrebbero essere l’arma che rompe gli schemi, facendo breccia nella difesa argentina. Da tenere d’occhio anche sulle palle inattive.
Discorso opposto per Paredes, un amore ancora non sbocciato con il proprio club e che dopo la gara persa contro i sauditi sembrava aver perso il posto nell’undici titolare di Scaloni. Il 28enne non è riuscito ad incidere con la sua tecnica individuale, ma in compenso si è messo a disposizione della squadra. Giocatore dal temperamento focoso, sta dimostrando tutto l’orgoglio Xeniexes acquisito con la crescita nel Boca Juniors, mischiando la passione per il proprio Paese con un nervosismo a tratti eccessivo.
Gioventù al potere
Non una sorpresa assoluta, in Qatar sono finiti sotto la luce della ribalta due dei giovani più promettenti nel panorama mondiale, Aurelien Tchouameni per la Francia ed Enzo Fernandez con la maglia della Selecion. Un impatto debordante con la loro nazionale tanto da diventare insostituibili, hanmnmo mostrato qualità balistiche, abilità nel fraseggio e facilità nel recuperare palloni.
Non solo, i due gioielli hanno colpito soprattutto per la naturalezza con cui affrontano partite ad alto tasso di emotività e per una conoscenza del gioco fuori dal normale per la loro età. Il classe 2000 dei transalpini è passato in estate al Real Madrid per 80 milioni e, abbinando fisico e tecnica, racchiude in un solo corpo le caratteristiche dei grandi assenti Paul Pogba e N’Golo Kanté. Non ha bruciato le tappe il classe 2001 Enzo Fernandez, ex River Plate, passato anche per il Defensa y Justicia e attualmente in forza al Benfica. Il collante dell’Albiceleste è destinato nel futuro imminente a fare il grande salto.
ATTACCO
La finale dei mondiali al Lusail Stadium di Doha mette di fronte due attacchi stellari guidati dai loro fenomenali numeri 10, Lionel Messi e Kylian Mbappé. Particolare attenzione anche per Olivier Giroud e Julian Alvarez, arrivati in Qatar in sordina ma diventati titolari a suon di gol decisivi. Tutti e quattro realisticamente sono ancora in corsa per il titolo di capocannoniere del torneo che sarà deciso proprio nell'ultimo atto della Coppa del mondo.
Scontro generazionale
Argentina-Francia è soprattutto Messi contro Mbappé, il re 35enne contro il principe di 23 anni, na generazione alla fine del suo ciclo contro quella nuova che avanza prepotentemente. Due modi opposti di essere un leader, il capitano dell’Albicelste è il fulcro di tutte le azioni argentine, l’enfant prodige dei Blues è più un terminale offensivo dagloi strappi letali, ma entrambi sono un riparo sicuro quando la palla scotta. A Parigi sono compagni di squadra ma non hanno mai avuto un rapporto idilliaco, soprattutto er frizioni legate ai calci di rigore, tutto dissolto in virtù del bene della squadra e dei soldi. Lionel Messi con l’obiettivo di seguire le orme di Diego Armando Maradona e vincere la sua prima coppa del mondo alla sua ultima apparizione, per togliersi un peso dalle spalle e chiudere il viaggio gratificante quanto duro con la nazionale nel miglior modo possibile. Al contrario, Mbappe ha già vinto il mondiale in Russia nel 2018 alla sua prima partecipazione, e ora vuole aggiungere il secondo, eguagliando la precocità di Pele che raggiunse questo obiettivo alla soglia dei 21 anni. Fino adesso il giocatore di Rosario ha segnato 5 gol e confezionato 3 assist, incantando gli appassionati con passaggi irreali in corridoi che non esistono e glissando gli avversari come fossero birilli. Meno appariscente il francese anche se ugualmente decisivo mettendo a referto 5 gol (senza rigori) 2 assist.
Da sostituti a protagonisti: sfida tra numeri 9
Con 4 gol e tredici anni di differenza, i due attaccanti Giroud e Alvarez rientrano nella lista dei giocatori ancora in corsa per ottenere la palma di miglior marcatore del torneo. L’attaccante rossonero ha colto l’opportunità di giocare da titolare grazie all’infortunio rimediato Karim Benzema alla vigilia del mondiale, sostituendolo ancora una volta come quattro anni fa. A differenza della scorsa esperienza in Russia in cui non aveva fatto registrare neanche un tiro in porta, il centravanti forte anche del ringiovanimento ottenuto con il Milan sta unendo al suo solito altruismo anche la freddezza sotto porta. Nessuno meglio di lui nel gioco aereo in questa coppa del mondo. Storia diversa per Julian Alvarez, a cui uno scarico Lautaro Martinez ha consegnato il posto in attacco al fianco di Messi, creando un’intesa vincente. Il ragno che morde a soli 22 anni è pronto a consacrarsi tra i migliori, dopo il passaggio definitivo in estare alla corte di Pep Guardiola. Le qualità di certo non gli mancano, cinico, sempre forte nel pressing, utilizza entrambi i piedi e capace anche di comportarsi da regista offensivo, in poche parole il centravanti ideale di molti allenatori.
Sorpresa finale
Completeranno il trio offensivo delle loro nazionali Alexis Mac Allister e Ousmane Dembele, nomi non da copertina ma giocatori fondamentali anche per il fatto di saper stare in seconda fila. Un cognome britannico per il centrocampista del Brighton di De Zerbi, Mac Allister si è fatto trovare pronto quando chiamato a sostituire un Di Maria a mezzo servizio a causa degli infortuni. Il classe 98 è stato la soluzione ai problemi comparsi contro l’Arabia Saudita, sebbene venga schierato come esterno nella Selecion, agisce da ago della bilancia per garantire ordine all’interno della squadra. Possiede anche ottime doti offensive, facendosi trovare reattivo e presente in zona gol come contro la Polonia.
Un cliente scomodo per i difensori, rapido nello stretto e sempre pericoloso palla al piede, nonostante ciò, Ousmane Dembele non ha ancora trovato la via del gol in Qatar. Il giocatore del Barcellona è stato importante nei ripiegamenti difensivi, permettendo a Mbappe di restare alto e di esprimersi al meglio sul proscenio mondiale. Talvolta criticato per la sua inconcludenza vicino alla porta, ha davanti a sé una grande opportunità per mitigare le perplessità intorno al suo talento.