AGI - È diventato virale su TikTok il video di un marocchino che insegna a un tifoso dell'Algeria come congratularsi con il Marocco per il grande mondiale che sta facendo. Nel breve filmato postato da @vergasss92tiktok, il 'docente' scrive alla lavagna la parola "congratulazioni" che il tifoso delle Volpi del deserto stenta a leggere. L'immagine è emblematica del dubbio amletico che agita molti tifosi dell'Algeria in vista della storica semifinale tra Marocco e Francia: tifare per una squadra nordafricana e araba contro l'odiata ex potenza coloniale o cedere al campanilismo gufando il grande nemico nello sport e soprattutto in politica estera.
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In Francia prevale il tifo per il Nordafrica
Tra i quattro milioni di algerini che vivono in Francia prevalgono l'antagonismo con Les Bleus e i rancori risalenti alla sanguinosa guerra che portò all'indipendenza nel 1962. Qualcuno è persino sceso in strada a festeggiare i successi di Hakimi e compagni con la bandiera algerina. Del resto, nel 2001 l'amichevole 'della pace' tra Francia e Algeria allo Stade de France fu interrotta nel primo tempo per l'invasione di campo dei tifosi ospiti. Come sintetizza un marocchino che vive a Parigi da 12 anni, Rachid Oufkir: "Qui non puoi distinguere tra marocchini e algerini perché è una città che mescola, come Casablanca e Algeri, una città con almeno un milione di persone originarie del Maghreb".
La tv algerina oscura le imprese del Marocco
Diversa è la situazione tra i 44 milioni di algerini che risiedono in patria. Lì il governo ha oscurato le imprese del Marocco sull'emittente nazionale Entv e sui giornali, anche perché c'è un gelo diplomatico culminato con la rottura delle relazioni nell'agosto 2021. Tuttavia sui social agli 'hater' si contrappongono tanti entusiasti della squadra del ct Walid Regragui e, da Orano a Tlemcen, si vedono bandiere algerine accanto a quelle rosse con la stella verde.
Come rileva lo storico e sociologo algerino Mouloud Haddad citato da SoFoot.com, "non ci sono due popoli più simili di marocchini e algerini a livello fisico, culturale e sociologico".
Il gelo nel deserto
Sul piano politico, però, resta un solco profondissimo. I due Paesi vicini hanno combattuto la 'Guerra delle sabbie' nel 1963 e restano ai ferri corti per il Sahara occidentale, il territorio desertico del Sud del Marocco dove l'Algeria sostiene i ribelli indipendentisti del Fronte Polisario. Una causa per la quale il Marocco ha realizzato una 'doppietta' diplomatica negli ultimi due anni: nel dicembre 2020 grazie a Israele, che ha riconosciuto la sovranità del regno sul Sahara Occidentale in cambio della normalizzazione dei rapporti bilaterali, e poi nel marzo scorso quando la Spagna ha espresso il suo sostegno al piano di autonomia del Marocco per la regione.
La rivalità calcistica
Ci sono anche motivi di gelosia calcistica: l'Algeria non si è riuscita a qualificare per il Qatar (a differenza delle altre due potenze calcistiche del Maghreb, Marocco e Tunisia) dopo il rocambolesco spareggio di marzo con il Camerun per il quale presentò anche un reclamo contro l'arbitraggio. Per questo è stato ancora più doloroso vedere la Tunisia, poi eliminata, battere la Francia 1-0 nel girone, e soprattutto i Leoni dell'Atlante approdare in semifinale, dove mai nazionale araba o africana era arrivata.
Per dare un'idea di quanto siano tesi i rapporti, basta ricordare che a settembre il Marocco aveva denunciato l'Adidas per distorsione dell'identità culturale sostenendo che le nuove maglie della nazionale di calcio algerina fossero ispirate all'antica tradizione marocchina dei mosaici zellige, in cui piastrelle smaltate di diversi colori sono disposte per creare forme geometriche. Ma proprio dal calcio e dalle nuove generazioni che viaggiano e sono connesse con il mondo,
può emergere una nuova sintonia tra i due Paesi più popolosi del Maghreb.