AGI - La Polonia supera per 2-0 l'Arabia Saudita. Szczesny protagonista con un rigore parato. L'Australia supera di misura la Tunisia per 1-0.
Bene gli 'italiani' in campo Dylan Bronn, Ajdin Hrustic e Fran Karacic.
TUNISIA-AUSTRALIA
KARACIC (AUSTRALIA) 6,5: Dopo 16 anni dal 'tuma' Gilberto Martinez con la sua Costa Rica, un giocatore del Brescia riappare ad un mondiale. Nel primo tempo si appropria della corsia di destra dominando sul piano della corsa. Dalle ottime combinazioni con Lickie nascono situazioni pericolose per la difesa tunisina, ma i suoi cross non raggiungono mai i pochi compagni presenti in area avversaria. Nella ripresa calano le energie e da' il suo contributo ad alzare la muraglia difensiva. Sostituito al minuto 75.
BRONN (TUNISIA) 6: Una partita tutto sommato positiva per il difensore della Salernitana che appare uno dei piu' lucidi di una Tunisia molto nervosa. Cerca di spronare i compagni ma non riceve alcuna risposta, specialmente da uno spaesato Drager che viene puntualmente saltato sulla fascia. Nel secondo tempo si sacrifica come terzino di destra vincendo molti contrasti, ma si vede che non e' ruolo congeniale alle sue caratteristiche.
HRUSTIC (AUSTRALIA) 6: Il numero 10 dei socceroos recupera in extremis dalle noie fisiche che lo hanno limitato nella sua esperienza con la maglia del Verona. Gioca una mezz'ora di qualita' e con il suo ingresso gli australiani tornano a minacciare la retroguardia avversaria con dei contropiedi che potrebbero chiudere la partita.
POLONIA-ARABIA SAUDITA
SZCZESNY (POLONIA) 8: Inizia la sua straordinaria partita con una bella parata su Kanno, che smorza l'entusiasmo di un'indemoniata Arabia saudita. Nel finale di primo tempo compie un doppio miracolo: prima ipnotizza Al Dawsari parandogli il rigore e poi è strepitoso respingendo la ribattuta. Ancora decisivo nella ripresa su tiro ravvicinato sempre di Al Dawsari. Mette lo zampino anche sul gol del vantaggio della Polonia con una apprezzabile apertura di 30 metri. Difficile fare meglio di così.
ZIELINSKI (POLONIA) 6,5: In un primo tempo sparagnino della nazionale polacca non riesce quasi mai ad innescare le due punte. Fatica ad entrare nel vivo del gioco a causa delle difficoltà che sta riscontrando nel ruolo di trequartista. In ogni caso la firma del primo gol napoletano al mondiale porta il suo nome: riceve un passaggio da Lewandowski e insacca a botta sicura il portiere arabo. Nel secondo tempo fa capire la sua importanza nel far transitare la palla dal centrocampo all'attacco, ma a sorpresa viene sostituito al minuto 62.
KIWIOR (POLONIA) 6: Un'altra prestazione convincente per il classe 2000 dello Spezia. Parte molto aggressivo e viene ammonito al minuto 14, da quel momento in poi si dimostra solido e concentrato, pronto a fermare le avanzate di una coraggiosa Arabia Saudita. Si prende la responsabilità di giocare il pallone da dietro e rischia di combinarla grossa nella ripresa, quando si fa scippare la sfera al limite dell'area. Sicuramente i molti club che lo stanno monitorando saranno rimasti colpiti dalla sua personalità.
MILIK (POLONIA) 6: Nel primo tempo è mangiato di continuo dai difensori arabi e viene sopraffatto dal loro impeto. Più vivace nella ripresa in cui riesce a scambiare con costanza con in compagno di reparto Lewandowski. Al 63mo sfugge alla marcatura del difensore e colpisce perfettamente di testa un cross dalla sinistra, che per sua sfortuna si stampa sulla traversa. La partita dello juventino finisce al minuto 71.
GLIK (POLONIA) 6: Giocatore vecchio stampo, statico, giganteggia in area ma va in difficolta quando viene attirato fuori dalla sua zona di comfort. E' il leader della linea difensiva, ma lascia i compiti d'impostazione al giovane Kiwior. Vince i duelli in area che fanno la differenza sul risultato.
BERESZYNSKI (POLONIA) 6: Spostato di fascia in questa seconda partita, il difensore della Sampdoria si disimpegna bene con una partita prettamente difensiva in cui tiene ottimamente la posizione. Nella ripresa e' piu' coraggioso e si vede maggiormente nell'altra metà di campo, senza mai incidere. Test superato.
PIATEK (POLONIA) 6: 25 minuti di sacrificio per il centravanti della Salernitana alla sua prima uscita mondiale. Rincorre il pallone toccandolo poche volte.
FRANCIA-DANIMARCA
THEO HERNANDEZ (FRANCIA) 6,5: Padrone della fascia mancina, corre senza mai fermarsi e seminando il panico con la partecipazione del compagno di squadra Mbappe. I due si trovano alla grande, come accade nell'azione del gol: il terzino rossonero arriva sul fondo e appoggia la palla a rimorchio per il fenomeno del PSG che di prima insacca la palla in rete. Meno lucido quando bisogna difendere, dove viene saltato con tanto di tunnel da Kristensen.
RABIOT (FRANCIA) 6: Nel primo tempo è uno dei migliori in campo per i transalpini, recupera palloni e sfiora il gol con un bel colpo di testa. Il rendimento scende nella ripresa, quando in occasione del pareggio della Danimarca si perde la marcatura di Christensen. Il centrocampista bianconero prova a riscattarsi nel finale con una rovesciata che si spegne di poco al lato.
MAEHLE (DANIMARCA) 6: L'esterno dell'Atalanta approccia al match molto timido e non va oltre il compitino. Salva un gol gia' fatto trovandosi al posto giusto nel momento giusto. I veri pericoli creati dalla Francia pero' arrivano dall'altra fascia.
GIROUD (FRANCIA) 5,5: Dura un'ora la partita del centravanti del Milan che non riesce a ripetersi dopo la doppietta contro l'Australia. Solitamente molto funzionale alla manovra francese con i suoi movimenti che permettono di innescare gli esterni, oggi appare lento e poco fluido. Nonostante sia molto presente in area avversaria non riesce mai ad essere pericoloso in zona gol.
ARGENTINA-MESSICO
DI MARIA (ARGENTINA) 6: Autore di un pessimo primo tempo, l'esterno bianconero appare scarico alla sua seconda uscita in questo mondiale. Nel secondo tempo la musica cambia e scende in campo con un altro piglio, comincia ad essere piu' propositivo con le sue accelerazioni e a dribblare con leggiadria. Mette a referto l'assist per il primo gol argentino.
LOZANO (MESSICO) 6: Una minaccia costante per i difensori argentini, il Chucky del Napoli lotta da solo contro tutti senza trovare il supporto dei compagni. Prova qualche tiro pretenzioso ma senza creare pericoli dalle parti di Martinez. A meta' partita lo schema del Messico diventa palla lunga e sperare che Lozano faccia qualcosa. Isolato.
LAUTARO MARTINEZ (ARGENTINA) 5: Soffre più di tutti la sterilità offensiva dell'Argentina nella prima ora di gioco. Poco coinvolto dai compagni, l'attaccante dell'Inter prova ad arretrare la sua posizione per toccare piu' palloni, ma allontanandosi ulteriormente dalle zone di campo in cui puo' essere letale. Anche sfortunato, esce e dopo un minuto l'Albiceleste passa in vantaggio con una scintilla di Messi.