AGI - “Non prevedo colpi di scena, il Milan è forte, giovane ma già maturo”. Lo dice Ciro Ferrara, ex bandiera di Napoli e Juve, oggi commentatore di Dazn, conversando con l'AGI l’ultima giornata di Serie A decisiva per lo scudetto. Lui fu protagonista nel 2000 di un altro arrivo al fotofinish, la famosa sconfitta della Juve a Perugia sotto il nubifragio che consegnò lo scudetto alla Lazio, ma Ferrara stavolta vede più difficile un sorpasso in extremis: "Quella fu una partita con tante tante criticità, che arrivava da una settimana di polemiche e poi la gara fu sospesa per tanto tempo, il clima era teso. Questa volta ci arrivano due squadre in ottima condizione mentale".
"Vedo molto difficile un colpo di scena" per lo scudetto, ha insistito l'ex difensore ora opinionista sportivo per Dazn, "il Milan è forte, quest’anno l’ho seguito molto, ho visto una squadra giovane ma paradossalmente già matura per arrivare a questo titolo”. E al di là dei due punti di vantaggio, "ha dimostrato una continuità mentale molto forte e questo farà la differenza. E lo dico già da prima della partita dell’Inter contro il Bologna, in cui tutti pensavano che per i nerazzurri fosse semplice..”.
Tra le due milanesi che scenderanno in campo alle 18 di domenica per sfidare Sassuolo e Sampdoria, Ferrara individua due grandi protagonisti di questa stagione: “Barella nell’Inter e Maignan nel Milan”. In particolare quest’ultimo, secondo l’opinionista sportivo, non ha fatto rimpiangere la partenza di Donnarumma per il Psg: “Non era semplice gestirne l’eredità. Non mi aspettavo da Maignan al suo primo anno una personalità così forte”.
Il ricordo del diluvio di Perugia
Un ribaltone in campionato all'ultimo giornata può arrivare solo da una sconfitta del Milan con contemporanea vittoria dell'Inter, uno scenario che Ferrara visse a Perugia con la maglia della Juve, una delle sue due grandi ex squadre in cui ha militato 11 anni: “Queste 'sorprese' esistono. E proprio perché le ho provate sulla mia pelle non auguro di vivere queste sensazioni ai milanisti..”, ha premesso.
"Con la Juve a Perugia fu una partita con tante tante criticità, che arrivava da una settimana di polemiche e poi la gara fu sospesa per tanto tempo, il clima era teso", ha ricordato, "questa volta ci arrivano due squadre in ottima condizione mentale".
Juve e Napoli
L’ex difensore ha ricordato anche la stagione 87-88 dove vestiva la maglia azzurra del Napoli, la squadra della sua città in cui ha giocato per 10 anni, con gli azzurri in testa per tutto il campionato ma beffati dal Milan di Sacchi nel rush finale: “I rossoneri ci arrivarono molto meglio fisicamente e anche mentalmente rispetto a noi”, ha rievocato.
Quest’anno le due ex squadre di Ferrara si sono dovute accontentare entrambe di un posto in Champions League, che nel caso dei partenopei mancava da due stagioni: “Il Napoli ha raggiunto il suo obiettivo che era rientrare in Champions, per alcune società è più importante questo traguardo che lo scudetto e questo può essere limitativo per le ambizioni. Spalletti ha portato tutti a sognare in grande e quindi c’è quel pizzico di delusione per non esserci riuscito fino in fondo, ma ha centrato l’obiettivo”.
La Vecchia Signora invece ha chiuso a zero titoli come non accadeva da 11 anni: “Dalla Juve ci si aspetta sempre di più, anche per lo scudetto, ma c’è stata una partenza negativa. Dopo una partenza negativa c'è stato un rendimento costante che però non è bastato”, spiega Ferrara.
“È stata una stagione difficile e delicata e ora si faranno delle valutazioni per migliorare. È un momento di transizione per la Juve, di cambiamento, ed è fisiologico, è umano. È un ciclo che ha un inizio e una fine, perché un ciclo non è mai eterno.”
E su quali potrebbero essere le cause di una stagione deludente, Ferrara risponde: “Non so quale possa essere il motivo, se può dipendere dall’allenatore oppure dai giocatori o dal mercato. Allegri in passato ha vinto tutto con la Juve e al suo ritorno si è trovato a gestire delle scelte sbagliate di mercato. Poi sicuramente anche lui ha commesso errori”.
La penultima giornata di campionato è stata emotivamente speciale per le tifoserie di Napoli e Juve, che hanno salutato rispettivamente il loro capitano Insigne, dopo 10 anni in maglia azzurra in partenza per Toronto, e due protagonisti juventini, il capitano Chiellini dopo 17 anni in bianconero e Dybala, visibilmente turbato dal commovente momento, in un lunedì di lacrime e di grandi emozioni.
“Da ex capitano del Napoli, mi sono immedesimato molto in Insigne e nelle emozioni che ha provato. Quello è l’addio che ho sentito più “mio”, ero anche allo Stadio Maradona e l’ho vissuto dal vivo” racconta ancora l’ex allenatore azzurro di Juve e Samp, “Sono 3 addii importanti e che peseranno, sia per aspetti tecnici che umani”.
Lo scontro salvezza
Infine, uno sguardo al fondo della classifica, in cui la lotta salvezza è ancora apertissima per l’unico posto ancora disponibile, conteso tra Salernitana e Cagliari ma per cui l’ex capitano del Napoli non ha dubbi: “La Salernitana merita la salvezza, da gennaio in poi ha fatto un recupero straordinario, Sabatini è stato bravo a rivoluzionare una squadra con il mercato e a trovare gli uomini giusti per tentare salvezza che sembrava miracolosa. Giocheranno l’ultima in casa - conclude - in uno stato di fiducia migliore. Dal Cagliari ci si aspettava di più domenica”. Ancora pochi giorni e avremo tutte le risposte.