AGI - Dal 1 luglio 2022 il calcio femminile in Italia diventa professionistico. Si è concluso oggi l'iter iniziato nel 2020 con l'approvazione in consiglio federale delle ultime norme disciplinari.
Il Consiglio ha completato le modifiche normative con riferimento al passaggio al professionismo per la Serie A femminile a partire dalla prossima stagione sportiva.
“Oggi è una giornata importante – ha confermato il presidente della Figc, Gabriele Gravina, ricordando i 18 milioni erogati negli ultimi tre anni dalla Federcalcio alla Divisione Calcio Femminile – finalmente ci sono le norme che disciplinano l’attività e l’esercizio del professionismo del calcio femminile. Siamo la prima federazione in Italia ad attuare questo importante percorso”.
Il commento di Assist
"Oggi è un bel giorno per il calcio italiano: dalla nascita della Federalcio, nel lontano 1898, mai una donna aveva avuto accesso al professionismo, mai. Ma oggi con un annuncio giustamente roboante, sappiamo che alle calciatrici sarà finalmente riconosciuto il diritto sacrosanto e sancito dalla Costituzione di essere professioniste come possono esserlo gli uomini. La notizia è una cosa buona per il calcio italiano e per le calciatrici".
Lo dichiara la presidente di Assist (Associazione Nazionale Atlete), Luisa Rizzitelli, che invita le altre 44 federazioni sportive a fare lo stesso passo fatto oggi dalla Figc.
"Tuttavia, per onestà intellettuale, crediamo sia doveroso dire due cose: la prima - chiarisce Rizzitelli - è che quello che ha fatto la Federcalcio lo poteva già fare da prima della riforma (sorge il dubbio che a rimuovere le tante resistenze siano stati i milioni di euro della collettività messi a disposizione dallo Stato per sostenere proprio l'emersione del professionismo femminile e che ora, questi milioni, verosimilmente saranno usati soprattutto dai Club del calcio maschile più ricchi e che hanno finalmente ottime squadre femminili...). Comunque sia, ci si è arrivati nel calcio: dopo 124 anni, ma ci siamo arrivati".
"La seconda cosa che voglio sottolineare - prosegue la presidente di Assist - è che purtroppo questo successo per il calcio italiano e per le calciatrici non sarà una vittoria per lo Sport italiano, perché nelle altre discipline sportive tutto resterà come prima: non avremo cestiste, sciatrici, nuotatrici, pallamaniste, ecc. ecc. professioniste. E non le avremo perché gli altri 44 Presidenti Federali, votati ed eletti dai datori di lavoro di atlete e atleti, non hanno ancora fatto il passo che invece oggi la FIGC, prima in Italia, ci annuncia di aver compiuto: chiedere che le proprie discipline, non solo femminili, abbiano accesso al professionismo quando si configurino i requisiti del lavoro sportivo".
Quindi attenzione: "Lo sport italiano non ha aperto il professionismo alle donne, come Assist chiede da 20 anni. Lo ha fatto solo il calcio, e il risultato, piaccia o no, è che ora avremo anche "figlie e figliastre", cioè chi godrà di diritti e tutele e chi, pur facendo lo stesso lavoro, questi diritti non li avrà. Giudicate voi se questa è una vittoria per lo Sport oppure no", conclude Rizzitelli.