AGI - Sospesi tra la passione sportiva e il dramma della guerra la nazionale di calcio under-17 dell’Ucraina torna a sognare sul prato verde di Coverciano, la casa degli Azzurri a Firenze. Con il pallone ad allontanare gli spettri del conflitto e rilanciare i sogni calcistici delle nuove leve gialloblù, rinsaldando il legame con l’Italia.
In occasione delle gare di qualificazione per l’Europeo 2022, infatti, la Figc ha messo a disposizione, con il supporto dell’Uefa, il centro tecnico federale per preparare le partite in tranquillità dopo i lunghi mesi di stop del campionato ucraino.
C’è chi ritorna ospite della casa azzurra a distanza di 30 anni come il ct della selezione e chi per la prima volta nella vita, con un filo di emozione. All’orizzonte ci sono le sfide del girone, tra cui figurano gli Azzurrini, che mettono in palio due biglietti per il torneo continentale, fissato questa estate in Israele. Domani i giovani calciatori ucraini si trasferiranno a Siena, in vista dell’esordio contro il Kosovo del 20 aprile, poi sarà la volta della Polonia e infine l’Italia il 26 aprile.
A Coverciano i calciatori arrivano al campo di allenamento alla spicciolata, facce serie e scarpette alla mano. Ma con il pallone tra i piedi i volti si sciolgono in un sorriso. Un piccolo ritorno alla normalità, dopo mesi di tensione. Non per l’attaccante della Juventus Andriy Firman, 17 anni da poco compiuti di cui gli ultimi sei in Italia, ma è comunque emozionato. E’ la sua prima convocazione con la maglia della nazionale.
"Sinceramente neanche me lo aspettavo – confessa – non pensavo saremmo riusciti a giocare queste partite per colpa della guerra. Invece grazie all’aiuto della Figc ce l’abbiamo fatta. Ci dà una carica fortissima rappresentare il nostro Paese".
Nel 2016 Andriy insieme alla madre ha lasciato Leopoli e si è trasferito a Cesena, dove ha iniziato a giocare per le giovanili del ‘Cavalluccio’. Un paio di anni di gavetta e poi il grande salto a Torino, dove l’hanno raggiunto di recente anche i nonni in fuga dal conflitto. “La situazione è davvero pesante, i compagni cercano di parlarne il meno possibile” spiega, per fortuna “il calcio ci aiuta a non pensare alla situazione che stiamo vivendo, vogliamo far vedere sul campo le nostre capacità”.
L’Europeo alle porte sarà una vetrina importante e anche un’occasione per trasferirsi in qualche club straniero. “I miei compagni – chiarisce - stanno cercando delle soluzioni con i loro agenti, se la guerra proseguirà fino al calciomercato estivo molti dovranno cambiare campionato”.
Nell’ultima stagione con l’U-17 bianconera Andriy come ala ha messo a segno 6 gol in 22 partite. L’obiettivo da raggiungere? “Vincere la Champions ed esordire con la nazionale maggiore”. Magari con la maglia rossonera come ha fatto un suo illustre omonimo: “Seguo la serie A e mi piace il Milan, Shevchenko è un punto di riferimento”.
Alle sue spalle il mister sorride: conosce bene Sheva, lo ha allenato tra il 2002 e il 2007, all’apice della carriera, quando era il vice della nazionale maggiore.
Oleh Kuznetsov ha 59 anni e da difensore ha vestito le maglie della Dinamo Kiev e dei Rangers in Scozia prima di passare in panchina. “I ragazzi hanno tanta voglia di giocare e farsi vedere – spiega - anche in questo brutto periodo. Dopo la guerra tornerà tutto a posto e spero riusciranno a realizzare il loro sogno. Adesso sono concentrati, vogliamo dimostrare a tutti che siamo forti e abbiamo le carte in regola per andare all’Europeo”.
Kuznetsov guida da un decennio le giovanili della Nazionale ucraina ma non aveva mai incontrato una situazione così complicata: “Meno male finora alcune squadre estere ci hanno ospitato, Bruges, Bayern Monaco, Atalanta. Ci hanno aiutato a non perdere la condizione fisica e tecnica. L’unico problema è l’aspetto mentale, psicologicamente siamo distrutti, ma ce la faremo”.
L’allenatore ucraino abita in una cittadina a 15 chilometri da Kiev: “Ho sentito il primo sparo alle 4 di notte di febbraio. Da allora tutti i missili che partono da Odessa verso Kiev passano sopra casa mia. Mi preoccupano i parenti e gli amici, non si può stare tranquilli perché nessun posto è sicuro. Per fortuna al momento tutti i familiari dello staff e dei giocatori stanno bene”.
Kuznetsov che come calciatore ha vestito la maglia dell’Urss ora ha qualche rimorso: “Mi dispiace molto, ho tanti amici russi, in particolare ex calciatori con cui ho giocato a Kiev e poi con la nazionale, non posso credere a quello che sta succedendo. I russi sono degli animali per quello che stanno facendo alle nostre donne e ai nostri bambini”.