AGI - "Il calcio ha un cuore solo se c'è competizione. Il calcio ha un cuore se è davvero sportivo. Oggi il calcio ha perso il suo cuore": con questo messaggio congiunto i calciatori del Belenenses hanno protestato per essersi dovuti presentare in campo contro il Benfica il 27 novembre con appena nove giocatori, compresi due portieri, a causa dell'assenza di ben 17 elementi della rosa per il Covid, tra contagi e quarantene.
La partita allo stadio Nacional di Lisbona è stata interrotta nella ripresa, sul 7-0 per la squadra ospite, quando il Belenenses è rimasto con appena sei giocatori. Una partita della "vergogna", hanno urlato i tifosi del 'B-Sad', squadra terzultima nel campionato portoghese.
"È stato un peccato giocare qui stasera", ha detto Rui Pedro Soares, presidente del Belenenses, dopo aver reso omaggio alla dignità dei "giocatori che sono stati costretti a giocare", in una conferenza stampa. Ai biancoblù di casa, oltre ai tanti giocatori positivi, mancavano anche l'allenatore e diversi membri dello staff tecnico.
Partita farsesca con le Aquile che sono passate in vantaggio con un autogol già al primo minuto per poi dilagare contro le tante diverse e i ragazzini della squadra giovanile del Belenenses. Solo sette giocatori del Belenenses sono tornati in campo dopo l'intervallo e uno di loro è rimasto a terra nella ripresa. Preso atto del suo infortunio, l'arbitro è stato costretto a dichiarare la fine anticipata della partita al 48mo data la regola che ogni squadra deve schierare almeno sette giocatori.
Tante le critiche alla decisione di far disputare la partita nonostante le tante assenze: "Ma che cos'è? Sono il solo che non capisce perché la partita non sia stata rinviata?", si è chiesto il centrocampista portoghese del Manchester City Bernardo Silva.