AGI - "La finale degli Europei si svolgerà a Wembley" è la replica del ministro della Salute britannico Matt Hancock a Mario Draghi e Angela Merkel che nei giorni scorsi, in conferenza stampa a Berlino in vista del Consiglio Europeo di Bruxelles, avevano avanzato l'ipotesi di un trasloco della partita conclusiva della manifestazione, a causa del rischio della variante Delta del virus.
“Spero che la UEFA agisca in modo responsabile. Non troverei positivo che ci fossero stadi pieni lì” ha commentato la Cancelliera tedesca. Anche l’Organizzazione mondiale della Sanità si è detta preoccupata per l’allentamento delle restrizioni anti-Covid agli Europei di calcio.
Un appello che tuttavia non verrà accolto: il Governo inglese e la UEFA hanno siglato un accordo che prevede almeno 60mila spettatori ammessi allo stadio in occasione delle due semifinali, e della finale il 6, il 7 e l’11 luglio. Boris Johnson chiude la questione affermando che la Gran Bretagna non vede l’ora di organizzare una fantastica finale, in modo prudente e sicuro.
La voglia di calcio giocato, di gol e di festa è tale da aver coperto la discussione sugli eventuali rischi di una finale da disputare a Londra. Con gli algoritmi di intelligenza artificiale di *Kpi6 registriamo un picco di conversazioni sui social molto circoscritto, nel giorno della conferenza stampa di Berlino (21 giugno), e poi scendere e appiattirsi nei restanti giorni della settimana. In Italia le conversazioni si sono concentrate nelle grandi aree metropolitane di Roma e Milano senza diffondersi nel resto del paese, non entrando mai nel flusso delle discussioni mainstream e trending topic.
#Euro2020 è nettamente più utilizzato rispetto a “Uefa responsabile”, “finale a Londra” e “finale Wembley”. Sugli account social ufficiali della UEFA non si fa alcun riferimento ad un eventuale spostamento della sede della partita, l’argomento non viene nemmeno ipotizzato, nonostante le dichiarazioni di due importanti primi ministri come Draghi e Merkel.
In queste ore si è discusso anche della possibilità di destinare la finale all’Olimpico di Roma, ipotesi sulla quale Draghi ha risposto senza esitazioni: “Sì, mi adopererò affinché la finale degli Europei non si faccia in Paesi dove il contagio cresce”. Una possibilità che la sindaca Virginia Raggi ha confermato: “siamo pronti”.
Spostare la finale degli Europei a Roma? Siamo pronti. Dopo successo dell’apertura di UEFA2020, Roma e Italia hanno dimostrato di saper organizzare grandi eventi internazionali. #RomaEuro2020 #EURO2020
— Virginia Raggi (@virginiaraggi) June 21, 2021
Nel mese di giugno le conversazioni sul calcio e sulla pandemia non si sono mai sovrapposte, l’audience ha tenuto nettamente separati gli aspetti sportivi strettamente inerenti la competizione, e i rischi sanitari dovuti al covid. La curva del volume delle conversazioni su #Euro2020 non si aggancia mai né alla discussione sulla finale a Wembley, né a quella sul covid. Appassionati e tifosi preferiscono tenere distinte le cose, senza concentrarsi sulle conseguenze e sulle implicazioni di tipo sanitario, evidentemente prevale la stanchezza, dopo un anno nel quale si è parlato prevalentemente di contagi, vaccini e green-pass.
Basti pensare che nonostante la pandemia non sia ancora sotto controllo, la diffusione di nuove varianti preoccupi e il piano vaccinale non sia concluso, le conversazioni sul covid associate ai campionati europei occupano appena il 24% del volume totale. Di un eventuale spostamento della finale si parla pochissimo, appena nell’1% dei casi, nonostante il disappunto e la rabbia siano i sentimenti prevalenti. Una analisi delle emozioni ricavabili all’interno dei contenuti evidenzia anche valori insolitamente alti di gioia e ammirazione, con riferimento alla tappa conclusiva della manifestazione sportiva, a Londra.
Watching #FRA #POR. We didn't have the easiest group to play in this edition of the #EURO2020 but that only makes the matches more interesting! https://t.co/MsWFm7uq2l pic.twitter.com/DfEGM1mKu8
— Thomas Pesquet (@Thom_astro) June 23, 2021
Il calcio, i tifosi che tornano negli stadi, voglia di ripartenza e di normalità, una passione sportiva che parte dall’Europa e arriva fino alla Stazione Spaziale Internazionale. E’ diventato virale il tweet dell’astronauta francese Thomas Pesquet che ha guardato la partita Portogallo-Francia collegato dallo spazio.
* Analisti: Gaetano Masi, Marco Mazza, Giuseppe Lo Forte
Giornalista, content editor: Massimo Fellini