AGI - Per la Lega calcio la partita Juventus-Napoli si può giocare e, sebbene i giocatori partenopei non siano potuti partire a causa del no della Asl, si va verso un 3-0 a tavolino a favore dei bianconeri, che hanno svolto regolarmente la rifinitura del mattino per poi presentarsi allo stadio. Il Napoli potrà presentare ricorso adducendo cause di forza maggiore.
Cosa prevede il protocollo
L'ufficialità arriva con una nota della Lega Serie A che sottolinea come il protocollo adottato in questi casi preveda "regole certe e non derogabili, che consentono la disputa delle partite di campionato pur in caso di positività, schierando i calciatori risultati negativi agli esami effettuati e refertati nei tempi previsti dalle autorità sanitarie". Ieri, infatti, la Asl di Napoli ha bloccato la partenza dei partenopei alla volta di Torino dopo le positività di Zielinski ed Elmas, ma la Lega chiarisce che "la nota della Asl campana si è limitata a notificare il provvedimento ordinario di isolamento fiduciario nei confronti dei contatti stretti del giocatore Zielinski. Nel caso di specie, invece, si applica il Protocollo Figc" adottato "più volte nel corso della stagione per permettere, a puro titolo di esempio, al Torino di affrontare l'Atalanta, al Milan di recarsi a Crotone o al Genoa di andare a giocare al San Paolo, e oggi all'Atalanta di scendere in campo contro il Cagliari".
Per la Lega, insomma, "il protocollo prevede regole certe e non derogabili, che consentono la disputa delle partite di campionato pur in caso di positività, schierando i calciatori risultati negativi agli esami effettuati e refertati nei tempi previsti dalle autorità sanitarie". non solo: la Lega ricorda anche che "il Consiglio di Lega ha approvato un preciso regolamento da adottarsi in caso di positività plurime che possono portare al rinvio gare solo al verificarsi di determinate condizioni che, al momento, non si applicano al caso del Napoli, e non sussistono provvedimenti di Autorità Statali o locali che impediscano il regolare svolgimento della partita. La 'ratio' del protocollo resta, quindi, quella di consentire la disputa di tutte le partite e conseguentemente la conclusione regolare della Serie A".
Agnelli: "De Laurentiis voleva il rinvio, noi seguiamo i regolamenti"
"De Laurentiis mi ha scritto, ci siamo mandati un messaggio. Gli ho risposto che la Juventus, come sempre, si attiene ai regolamenti. Il messaggio suo era teso a rimandare la partita". Lo afferma il presidente della Juventus, Andrea Agnelli, ai microfoni di Sky Sport. "È una richiesta che puo' essere legittima, ma ci sono delle norme, come in ogni industria, e ci atteniamo a quelle. Ci sono dei regolamenti e se non ci atteniamo ai regolamenti commettiamo errori da cittadini, prima che da sportivi - chiarisce Agnelli -. Io sarei assolutamente partito. Non credo che l'Asl avrebbe emesso quel comunicato. Se interviene, vuol dire che c'è stata qualche inosservanza del protocollo. Altrimenti l'Asl ha come tutti noi la circolare del ministero". "Il 3-0 a tavolino? Preferisco sempre vincere sul campo", ha aggiunto.
Spadafora: "La vigilanza spetta alle autorità sanitarie"
"Come è stato più volte chiarito sia nei verbali del CTS che nei DPCM, alle Autorità sanitarie locali è demandata una chiara responsabilità e una precisa azione di vigilanza", sottolinea, in una nota, il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora. "La vicenda Juventus-Napoli - spiega - ci impone ancora una volta un richiamo all'attenzione e alla prudenza di cui il Paese ha bisogno in un momento tanto delicato ed incerto. Il protocollo proposto dalla FIGC e validato dal CTS ha provato a mettere in sicurezza il calcio italiano per consentire la ripartenza da tutti auspicata. "È evidente però che la situazione generale sia divenuta nelle ultime settimane ancor più complessa, tanto da non lasciare immune neppure il mondo del calcio nonostante le rigide regole adottate", conclude Spadafora.
"Spetta ora agli organismi sportivi decidere sugli aspetti specifici del campionato, sia sulla decisione di stasera che su eventuali ricorsi futuri. Sia però ben chiaro il mio richiamo a far prevalere l'interesse superiore della salute su qualsiasi altra logica o interesse di parte", aggiunge il ministro.
Speranza: "Si parla troppo di calcio"
Sul caso è intervenuto anche il ministro della salute, Roberto Speranza: "È già deciso che" Juventus-Napoli "non si giocherà, è già una notizia consolidata. Ma ribadisco che si parla troppo di calcio, attenzione perché le cose importanti sono altre". Per questa ragione "il ministro si è detto invece "contrario" alla riapertura degli stadi ai tifosi: "Io penso che in questo paese stiamo parlando troppo di calcio e troppo poco di scuola, io sono abbonato da anni a vedere le partite della mia squadra del cuore, ma attenzione a dare le priorità. La priorità è la salute delle persone, non il calcio. Il comitato tecnico scientifico", ricorda Speranza, "ha disposto delle norme perché il campionato vada avanti, altra cosa è la partecipazione dei tifosi. Sarebbe un errore grave. Se dobbiamo correre un rischio per riaprire le scuole, io sono d'accordo, ma se dobbiamo correre un rischio per portare decine di persone allo stadio sono contrario".
Nelle prossime ore il Napoli andrà in ritiro a Castel Volturno, dove staff e giocatori trascorreranno la quarantena alloggiando nell'hotel adiacente il centro sportivo. Nessuno potrà tornare a casa dopo gli allenamenti e nella giornata di lunedì tutti si sottoporranno a un nuovo tampone.
Dopo lo stop alla partenza da Capodichino, il club campano aveva chiesto per mail una specifica sul provvedimento e il Gabinetto della Regione Campania ha confermato che per isolamento fiduciario si intende anche l'impossibilità di spostamenti dal luogo di isolamento, ha riferito Sky. Il timore delle autorità sanitarie era che la trasferta a Torino potesse replicare quella del Genoa al San Paolo, con due positivi lasciati a casa ma poi un focolaio esploso alla partita e che ha fatto altri positivi tra i rossoblu e nel Napoli.
Si tratta di una situazione che non è prevista dal Protocollo Figc e quindi la decisione spetta all'autorità sanitaria nazionale o locale. Lo stesso ministero della Salute ha precisato che le misure di isolamento in caso di positività al Covid-19 sono affidate alle Asl e quindi di competenza regionale.