"Un fantastico portiere ma soprattutto un incredibile essere umano": Bobby Charlton ha ricordato con queste parole Harry Gregg, uno degli eroi del disastro aereo di Monaco di Baviera che decimò la squadra del Manchester United nel 1958, morto domenica all'età di 87 anni. Fu proprio Gregg a salvare i compagni Charlton e Dennis Violet oltre a un bambino di appena 20 mesi tra i rottami in fiamme del bimotore ad ala alta, schiantatosi nel decollo fallito a causa dell'accumulo di neve sulla pista.
"Ero fiero di chiamarlo compagno di squadra", ha dichiarato commosso l'82enne leggenda del calcio inglese del portiere nordirlandese dei "Busby Babes", come erano chiamati i giocatori di quella mitica squadra dei Red Devils. Ora è proprio Bobby Charlton l'unico calciatore superstite di quell'incidente, in cui morirono 23 persone, tra cui otto giocatori.
"E' incredibile pensare che abbia ripreso a giocare in una partita contro lo Sheffield Wednesday appena 13 giorni dopo quella tragica notte", ha aggiunto Charlton, "è stato una luce sfavillante in campo e fuori e per tutti questi motivi merita di essere ricordato come uno dei più grandi nomi della storia del Manchester United". Anche Sir Alex Ferguson, storico allenatore dell'era moderna dei Red Devils, si è detto "profonfamente rattristato".
Gregg era arrivato allo United due mesi prima del disastro, nel dicembre 1957, per 23.500 sterline, all'epoca una cifra record per un portiere. Ai mondiali del 1958 fu votato miglior estremo difensore del torneo.
Gregg nel 2018 era tornato sull'incidente di Monaco in occasione del sessantesimo anniversario del disastro: "Se tutto cio' che ho realizzato si riducesse a ciò che è successo in Germania, a Monaco, se la mia vita si fosse limitata a quello, non avrei ottenuto molto". (