È "americano di Kansas City", come il Nando Mericoni di "Un americano a Roma". E nella Capitale sarà il suo futuro. Alessandro Cupini ha appena 10 anni ma le sue prodezze con il pallone lo hanno già reso una star della rete. Grazie al padre Eddie, ristoratore italoamericano e "social media manager" del figlio, che vanta 41 mila follower su Instagram, 2.500 su Twitter e un canale YouTube. Follower ai quali è stata di recente data la grande notizia: Alessandro nel 2018 si trasferirà nell'Urbe con la sua famiglia, dopo essere stato selezionato per militare nella prima squadra della As Roma Academy. Dovrà dire addio alla giovanile del Kansas City Fusion, nel quale si è fatto notare nel ruolo di centrocampista offensivo, segnando numerose reti. Anche il soprannome che gli ha dato il genitore ha un sapore giallorosso: "Il Lupo". "Un leone o una tigre saranno tosti ma non puoi esibire un lupo in un circo", spiega Eddie.
"Papà, voglio vivere a Roma"
È stato il piccolo "lupo" a chiedere il trasferimento oltreoceano, spiega il padre al Guardian: "Sarà un cambiamento culturale per noi, un cambiamento linguistico, è un passo piuttosto grosso ma è quello che voleva. Mi ha detto: 'papà, voglio vivere a Roma e giocare a calcio in Europa, è da lì che vengono i migliori giocatori ed è lì che voglio essere'." Ed Eddie ha deciso di dargli la migliora chance possibile, pur conscio di quanto diventare un giocatore professionista sia "cercare un ago in un pagliaio" e di come il calcio sia pieno di storie di giovanissimi talenti bruciatisi nell'ignominia. Quel che è certo è che il ristoratore ha fatto di tutto per consentire al figlio di coronare il suo sogno. Gli ha persino costruito uno stadio in cantina, 4 metri e mezzo per 14, in terra battuta, dove trascorre le sue ore quando non è impegnato ad allenarsi con la sua squadra.
Il precedente di Rhain Davis
Non accade spesso che un ragazzo così giovane si sposti dal lato all'altro di un oceano per inseguire la chimera di una carriera da star del calcio. Soprattutto dopo il giro di vita attuato tre anni fa dalla Fifa per il trasferimento di minori. Secondo la normativa attuale, chi ha meno di 16 anni può affrontare simili trasferimenti solo se "i genitori del giocatore si trasferiscono per ragioni non relative al calcio". Limiti che non riguarderanno il giovanissimo Alessandro, che gode di doppia cittadinanza grazie alle sue origini italiane. L'augurio è che abbia più fortuna dell'australiano Rhain Davis, che, come lui, a nove anni fu lanciato dal padre come star di YouTube, per approdare al Manchester United nel 2007. A 16 anni si ruppe una gamba e gli fu dato il benservito. Ora gioca nell'Altrincham, nella quinta divisione britannica. Una storia, in fondo, finita nemmeno troppo male. Ma che spiega benissimo le ragioni della Fifa.