I l piccolo Leicester City, la Cenerentola del calcio britannico che l’anno scorso, contro ogni pronostico, aveva conquistato la vetta della Premier League, ha perso la guida che lo aveva portato a vincere il primo titolo di Campione d’Inghilterra in 133 anni di storia. Con un comunicato pieno di amarezza, il club ha esonerato Claudio Ranieri, che conclude bruscamente un’avventura che aveva portato in cima al mondo uno degli “eterni secondi” del calcio italiano. Di fronte a certi risultati, purtroppo, non c’è fattore emotivo che tenga: a tredici giornate dalla fine del campionato, il Leicester è quartultimo, inchiodato a ventuno punti, trentanove dal Chelsea capolista e appena uno dalla zona retrocessione. Il sogno si è infranto mercoledì sul campo del Siviglia, dove il team inglese è stato sconfitto per due reti a uno, non perdendo quindi la speranza di conquistare i quarti di finale di Champions League al match di ritorno. Il timone delle ‘Foxes’ è stato affidato a Craig Shakespeare e Mike Stowell, in attesa che venga scelto il successore dell’ex allenatore di Juventus, Roma e Inter, che è stato licenziato insieme ai suoi collaboratori, Paolo Benetti e Andrea Azzalin.
Per il club "una scelta dolorosa"
Il primo a parlare di una “scelta dolorosa” è stato il vicepresidente del club, il thailandese Aiyawatt Srivaddhanaprabha. La società riconosce i meriti di Ranieri ma “i risultati di questo campionato mettono la squadra a rischio retrocessione e la dirigenza, a malincuore, ritiene che un cambio tecnico è necessario”, si legge nel comunicato pubblicato sul sito internet della squadra, “abbiamo il dovere di mettere in cima a ogni cosa gli interessi di lungo termine del club, mettendo da parte i sentimenti personali, non importa quanto forti. Claudio ha portato risultati eccezionali, sapevamo quello che la sua gestione sapiente, la sua capacità di motivare la squadra e la sua esperienza avrebbero dato al Leicester. Il suo comportamento, il suo fascino e il suo carisma hanno contribuito a trasformare e sviluppare la dimensione del club a livello mondiale e per lui ci sarà sempre grande gratitudine. Non abbiamo mai pensato che gli straordinari risultati dello scorso anno potessero ripetersi in questa stagione, infatti la salvezza è stato il nostro primo e unico obiettivo. Ma ora siamo coinvolti in questa lotta per non retrocedere e sentiamo che un cambiamento è necessario per ottenere il massimo nelle ultime tredici partite”.
Come 'er minestra' fece il miracolo
La favola del Leicester aveva incantato gli appassionati di calcio di tutto il mondo. A vincere il campionato più ricco di tutti lo scorso anno era stata una squadra di gregari di provincia, promossa nella massima serie nel 2014 e salvatasi per miracolo l’anno successivo. Una storia che ricorda, a 40 anni di distanza, la grande impresa di Brian Clough con il suo 'magico' Nottingham Forest. A portare il club a oscurare le grandi del campionato inglese fu questo testaccino di 64 anni, un veterano che, dopo aver allenato big come Napoli, Juve, Roma, Inter, Fiorentina, Chelsea, Atletico Madrid, Valencia e dopo un deludente esonero come ct della nazionale greca, era approdato in questa cittadina industriale di neanche 300 mila abitanti delle Midlands e aveva conquistato il suo primo scudetto con un club di seconda fascia rilevato nel 2010 da King, una catena di negozi duty free thailandese.
Quei signor nessuno diventati campioni
Maestro di calcio quasi in pensione, soprannominato 'er minestra' per il suo gioco da 'minestra riscaldata', difensivista e scontato, Ranieri a Leicester tira fuori doti da grande chef: rivoluziona la squadra, le insegna a mantenersi corta, a coprire il campo, a blindare l'area di rigore e a ripartire giocando di prima, veloce. Ranieri si trova di fronte una rosa di undici signor nessuno da cui tira fuori il massimo. A fare la differenza sono due gioielli: un mancino, il fantasista algerino Riyad Mahrez, classe '91, proveniente dalla banlieu parigina, costato 750 mila euro ed eletto lo scorso anno miglior giocatore della Premier dai suoi colleghi calciatori, e il centravanti Jamie Vardy, scelto come miglior giocatore dell'anno dai giornalisti, il bomber dei poveri, ex operaio di 29 anni, che fino a cinque anni fa giocava tra i dilettanti e che nel 2016 ha segnato 11 gol di fila, rubando alla stella del Manchester United, Ruud Van Nistelroy il precedente record, fissato dall'olandese a quota 10.
Gli altri attaccanti sono il trentenne argentino Josè Leonardo Ulloa, e il giapponese Shinij Okazaki, anche lui trentenne, ex Mainz. Dietro, a centrocampo, fa da diga un giovanotto classe '91, il francese N'Golo Kante', brevilineo, gran recuperatore di palloni e formidabile corridore. Sempre a centrocampo troviamo un ex Manchester United Danny Drinkwater, classe '90, uomo- assist, e lo svizzero di origine turca Gokhan Inler, ex Udinese ed ex Napoli. Tra i pali c'e' il danese Kaspar Schmeichel, trentenne dal cognome impegnativo: figlio di Peter, uno dei portieri più forti del mondo. In difesa, il capitano, Westley Nathan Morgan, 32 anni, inglese naturalizzato giamaicano, il 19enne Yohan Benalouanne, ex Fiorentina e il tedesco Robert Huth, ex Chelsea, pupillo di Ranieri, grintoso centrale e gran colpitore di testa. Sulla fascia, il nazionale austriaco Christian Fuchs.
Il capolavoro di una carriera
Ranieri con questo materiale non proprio di grande qualità, fece il miracolo, il capolavoro della sua carriera, mettendo insieme una squadra umile, senza fronzoli, ben organizzata, disposta in campo con un 4-4-2, che fa del contropiede e della rapidità le sue armi migliori, non potendo far tesoro del possesso palla, perché non ha le qualità tecniche per farlo. "Mai visto giocatori così affamati" spiegò Ranieri, aggiungendo sornione: "Mi spavento per quanto mangiano. Le prime volte mi sorprendevo, poi ho imparato a sorridere. Se corrono così tanto, mangino quello che vogliono". L'impresa del Leicester non è stata solo quella di un David che sconfigge i Golia del calcio ma quella di una squadra di 'poveracci' che si è prensa la rivincita sui ricchi del football, soffiando lo scudetto dalle maglie di club blasonati e straricchi come il Chelsea, il Manchester United, il Manchester City, l'Arsenal, il Tottenham e sfatando il mito del calcio come grande business.