Q uest'Italia non merita di andare in Russia ma non tutto è perduto. Questo, in estrema sintesi, è il giudizio che emerge dai giornali di oggi che provano a commentare la gara di andata degli spareggi mondiali tra Italia e Svezia, persa per 1-0 dagli azzurri, puntando il dito soprattutto sulle scelte dell’allenatore, Gian Piero Ventura, e sull’atteggiamento di alcuni giocatori. Ma andiamo con ordine.
Un problema di gioco e di credibilità
"Se la fortuna aiuta gli audaci, la sfiga si accanisce con i polli". Così Maurizio Crosetti apre il suo articolo su La Repubblica, sorvolando sul palo clamoroso colpito da Matteo Darmian, forse l'unico lampo di luce in una serata nerissima. Una squadra priva di idee, che accetta il clima rissoso imbastito dagli svedesi e soccombe sotto un'evidente inferiorità fisica. Poi la prima stoccata a Gian Piero Ventura, l'allenatore sempre più in bilico: "Ha tenuto in panchina per quasi 80 minuti il giocatore che poteva saltare l'avversario, cioè Lorenzo Insigne".
Colpa dell'arbitro?
Durante le interviste post-partita, soprattutto dopo una prestazione del genere è normale peccare di lucidità. Ma se c'era una cosa che Ventura non avrebbe dovuto fare è alludere alle manchevolezze dell’arbitro. Non perfetto certo, ma neanche alibi per quello che abbiamo visto in campo. E invece, come riporta la Gazzetta dello Sport lo ha fatto: "È una sconfitta immeritata, spero che a Milano concedano a noi quello che hanno concesso a loro. A questi livelli un po' più di attenzione poteva starci". A San Siro, come ricorda Andrea Pirlo dagli studi di Sky Sport ci vorrà pazienza, velocità di pensiero ed evitare di andare per terra dopo ogni piccolo contatto. Anche perché la Svezia, senza Zlatan Ibrahimovic, ha meno talento e, quando hai meno talento, in campo metti forza, energia, provocazione e voglia di vincere. A tutti i costi e con tutti i mezzi. E lo stesso attaccante a dirlo: "Quando c'ero io tutti si aspettavano di vincere Mondiali ed Europei. Oggi senza di me le pressioni non sono uguali. Adesso conta di più il collettivo".
Il modulo ballerino e il doppio centravanti assente
L’Italia è una squadra senza identità. Dopo il 4-2-4, criticato da tutti, neanche il cambio di modulo ha dato la scossa necessaria per cambiare passo. Belotti e Immobile sembrano rubarsi gli spazi ed eseguire uno schema, come analizza Fanpage, che non è mai andato a buon fine: "Gian Piero Ventura vuole che uno dei due vada incontro al pallone facendo velo per il compagno lanciandosi nello spazio per ricevere la chiusura del triangolo alle spalle del difensore. Una combinazione mai riuscita". Le pagelle (qui i voti di calciomercato.com) sono tutte simili: quasi nessuno si salva, tutti dietro la lavagna. Mario Sconcerti, sul Corriere della Sera, è ancora più duro: "Credo non sia stata preparata bene, ognuno aveva il proprio io da preservare, nessuno ha mai veramente rischiato per la squadra. È stata una partita pessima perché minima, portata avanti come un’icona personale da ciascun giocatore, nessuna idea in comune. Forse eravamo troppo carichi, forse eravamo soli".
La gara vista dall'estero
L'analisi di Eurosport è divisa in 5 punti, con il primo molto eloquente: "Ventura Out?". C'è Ancelotti disponibile e molti rimpiangono l’esperienza azzurra fatta da Antonio Conte. ESPN ricorda che non manchiamo ad un mondiale dal 1958 e questo non fa altro che aumentare la pressione in vista della sfida di ritorno. Fox Sports è una delle poche a porre l'accento sul cartellino giallo preso da Verratti che gli costerà la squalifica. Vista la partita di ieri, forse, è un bene per il centrocampo azzurro (che ha un Jorginho in forma ma che scalda la panchina).
Il sostegno di San Siro
Mancano meno di 72 ore a quello che potrebbe essere un vero e proprio dramma sportivo. Ventura lo sa e cerca di chiamare tutti alle armi e a sostenere un ultimo sforzo, come riporta il Corriere dello Sport. La Svezia vista ieri è poca cosa e senza il sostegno del suo pubblico è, per fortuna, ancora superabile. Anche con un gol da recuperare. "Ora serve solo il risultato. Spero che San Siro ci prenda per mano". L'allenatore azzurro non si arrende e come scrive La Stampa resta positivo: «Cosa mi fa essere fiducioso? Lo spogliatoio: ho visto i ragazzi arrabbiati a dir poco per come è andata la partita: adesso noi conosciamo meglio la Svezia e, la Svezia, conoscerà un’altra Italia». Speriamo perché non c'è più tempo per rimediare.