N on c’è nessuno che non concordi. Il Napoli ha meritato di vincere e di riaprire il campionato. Ma per molti opinionisti, oltre alla voglia e alla grinta dei giocatori di Sarri, c’è un altro tema che va analizzato, a freddo, all’indomani del big match dell’Allianz Stadium: l’attendismo, esagerato, di Allegri. E l’atteggiamento della Juve, incapace di andare a prendersi una vittoria che avrebbe decretato la fine delle ostilità e il settimo scudetto consecutivo. Ma quella di ieri è sembrata una squadra entrata in campo solo per accontentarsi di un pareggio che avrebbe smorzato l’entusiasmo napoletano.
Per Sconcerti è una Juve “saprofita”
Partiamo dal significato di questa parola. Identifica quelle piante che si nutrono di materia organica morta o in decomposizione. Secondo Sconcerti, dunque, la Juventus ha puntato troppo sul fatto di essere la più forte e di poter fagocitare le avversarie facendo il minimo sindacabile. La sufficienza, per portare a casa il massimo risultato senza troppi sforzi: “È un’abitudine che viene da lontano, frequentata in tanti stadi, da Roma a Firenze, a Ferrara, a Crotone. Il bisogno di gestire la partita, come se dare il minimo fornisse un premio alla fedeltà. C’è stata troppa ricerca di convenienza in questa stagione della Juve, troppe idee allungate, tirate per i capelli, passate sempre per invenzioni”.
Mura: “Una squadra castigata dal suo atteggiamento”
Anche Gianni Mura, sulle pagine di Repubblica, ribadisce un concetto simile. L’analisi della partita di ieri passa da come le due squadre l’hanno impostata fin dal calcio d’inizio: il Napoli ha cercato di vincere mentre la Juve sembrava voler accettare un pareggio che avrebbe lasciato invariate le distanze in classifica: “Ai bianconeri non può far piacere un altro castigo in extremis, dopo Madrid. Solo che stavolta è più meritato, e non c’è bisogno di prendersela con l’arbitro. È Benatia che lascia la libertà di colpire all’avversario. Più meritato perché il Napoli, sempre alla sua maniera, ha giocato per vincere fin dall’inizio. Mentre Allegri ha dato l’impressione di voler controllare. Anche lo 0-0 non gli dispiaceva”.
Un pensiero fisso: lo 0-0
Giocare come se nulla fosse già deciso. L’abbiamo sentito dire spesso dagli allenatori che, in una posizione di vantaggio, cercavano in questo modo di stimolare i propri giocatori ed evitare ogni forma di rilassamento. Per Gigi Garanzini, invece, i bianconeri non sono riusciti a togliersi dalla mente quel piccolo vantaggio che la classifica suggeriva. «La Juve non ha mai smesso di pensare ai 4 punti di vantaggio, più bonus per via dei confronti diretti, e di vere occasioni da gol non se ne sono viste. Né per il Napoli, né per la Juventus, in puro stile veterotrapattoniano». Per il vicedirettore della Gazzetta, Andrea Di Caro, la chiave della vittoria della squadra di Sarri sta proprio nel non aver mai rinunciato al proprio gioco. Anche di fronte alla mancanza di spazi causata dall’atteggiamento difensivo di una Juve con il fiato corto e la stanchezza nelle gambe e nella testa.
Perché tenere fuori Mandzukic?
Xavier Jacobelli, su Tuttosport, attacca direttamente il tecnico livornese per le sue scelte. Il titolo del pezzo non lascia spazi a dubbi: Gli errori di Allegri, il capolavoro di Sarri. Una Juventus “d’inopinata bruttezza”, giustamente fulminata dalla capocciata di Koulibaly. L’allenatore è stato tradito da uno dei suoi fedelissimi, Paulo Dybala, indicato come il principale responsabile della debacle. Soprattutto perché preferito all’attaccante croato che già in Champions, a Madrid, aveva riacceso le speranze del popolo bianconero: “Allegri ha sbagliato ad escludere Mandzukic dalla formazione iniziale, preferendogli Dybala, ancora una volta inconcludente, inconsistente, impalpabile. A Madrid, l’argentino non c’era e la squadra ha disputato la migliore gara della stagione; a Crotone c’era, ma non s’è visto; ieri sera idem e proprio nella sfida più importante”.
Ma è tutta colpa di Allegri e della Juve?
C’è bisogno di una ex bandiera della Juve per riportare l’attenzione sulla gara e sulla prestazione del Napoli. Dino Zoff, intervistato dalla Gazzetta dello Sport, ha fatto notare come, in realtà, i demeriti della squadra bianconera siano anche da ricondurre agli accorgimenti tattici che, a dispetto della gara di andata, hanno permesso a Insigne e compagni di avere sempre il pallone tra i piedi: “Rinunciataria? Bisogna vedere se la Juve potesse fare diversamente, è sempre difficile parlare di rinuncia. Anche quando rinunci un po', quando riparti puoi fare come aveva fatto la Juve all’andata. Ma ieri non c'è riuscita anche perché il Napoli non gliel'ha permesso”.