T ragedia nel mondo dell'Nba e dello sport. La leggenda del basket, Kobe Bryant, è morto in un incidente di elicottero, attorno intorno alle 10 del mattino, nella contea di Los Angeles, sulle colline di Calabasas. Il 41enne, ex giocatore dei Lakers, era a bordo del suo elicottero privato. Le autorità di Los Angeles ritengono che vi fossero 9 persone, 8 passeggeri e il pilota.
Tra questi c'era anche la figlia 13enne di Kobe Bryant, Gianna Maria. Lo hanno riferito fonti della famiglia sempre al sito Tmz. Il gruppo era diretto verso la Mamba Academy di Thousand Oaks per un allenamento.
Kobe Bryant aveva sempre amato gli spostamenti in elicottero e quando giocava per i Lakers usava il suo Sikorsky S-76 per trasferirsi dalla sua villa di Newport Beach fino allo Staples Center di Los Angeles. Dopo il suo ritiro, nel 2016, i Lakers avevano ritirato entrambe le maglie usate da Kobe Bryant, la 8 e la 24.
La sua storia, in breve
Il 22 gennaio del 2006 tutto il mondo del basket si fermò ad applaudire Kobe Bryant. Il giocatore dei Lakers aveva appena giocato una partita da 81 punti diventando il secondo nella storia della NBA a mettere a referto uno “score” così importante. Solo Wilt Chamberlain, nel 1962, aveva fatto meglio, segnandone 100. Ma quelli erano altri tempi. Kobe Bryant, 41 anni, morto oggi in un incidente in Elicottero in California ha fatto la storia del basket. E non solo quello della NBA dove ha militato per vent’anni vestendo un’unica maglia. Quella, appunto, dei Los Angeles Lakers, indossata in ben 1346 partite.
Bryant è stato il quarto marcatore di tutti i tempi della massima lega americana, con 33.643 punti realizzati, appena scalzato dal trono da LeBron James, nella giornata di ieri. Ha vinto cinque titoli NBA e due ori olimpici, a Pechino e Londra, con la maglia degli Stati Uniti.
Aveva iniziato a giocare a basket a 3 anni, imitando il padre, Joe, anch’egli giocatore di buon livello. Bryant parlava bene l’italiano perché dai 6 ai 13 anni aveva vissuto nel Belpaese. Aveva seguito il genitore ingaggiato da Rieti, Reggio Calabria, Pistoia e, soprattutto, Reggio Emilia dove, nelle giovanili, militò il piccolo Kobe. Tornato in america, Bryant, si fece notare negli anni dell’high school con la Lower Merion, situata in un sobborgo di Philadelphia dove l’ex stella NBA era nata.
Il talento è tale da convincere gli scout delle franchigie americane a portarlo direttamente nella NBA facendogli saltare il College. Scelto nel 1996 dagli Charlotte Hornets al primo giro del drago venne immediatamente ceduto ai Los Angeles Lakers che, insieme al centro Shaquille O’Neal, portò ai massimi vertici del campionato.
Era soprannominato Black Mamba per la sua capacità letale di far canestro e superare ogni difensore. Aveva annunciato il ritiro nel 2015 con una lettera che poi è diventata un cortometraggio animato, Dear Basketball, che il 4 marzo del 2018 vinse l’Oscar. Sposato con Vanessa Laine, lascia quattro figlie.