L a notizia che Anthony Davis abbia deciso di non rinnovare il contratto con i New Orleans Pelicans è stata accolta con grande trepidazione da diverse città che ospitano una squadra NBA. Los Angeles e Boston su tutte. Il motivo è molto semplice. Quando parliamo del più importante campionato di pallacanestro al mondo, i nomi che ci vengono subito in mente sono quelli dei grandi tiratori e dei grandi realizzatori.
Giocatori come Stephen Curry, LeBron James, James Harden, Kevin Durant. Ma la storia, in quei parquet, è spesso stata scritta dai lunghi, quelli capaci di dominare sotto le plance o di modificare assetti di gioco e tatticismi. Non è un caso se, negli ultimi mesi, Golden State abbia deciso di mettere sotto contratto Cousins e Houston abbia rinforzato la sua panchina con Faried che affiancherà, sotto i tabelloni, lo svizzero Capela. Non è un caso quindi se per Davis, nelle ultime ore, si siano accesi i riflettori più forti e potenti della NBA. Diverse squadre, a cui manca un all star di quel tipo, potrebbero fare il definitivo salto di qualità e puntare, con rinnovate ambizioni, al titolo.
Ma chi è Anthony Davis?
Parliamo di uno dei migliori interpreti del ruolo. Monociglio come lo chiamano da questa e dall’altra parte dell’oceano per via di quella linea continua che gli sovrasta gli occhi, sembra un predestinato fin da adolescente. A quindici anni è alto 1.85, in pochi anni raggiunge i 2.08. A Chicago, dove è nato nel 1993, domina i campionati liceali (non proprio super competitivi) ma sono i numeri l’ultima sua stagione a Perspective a fare impressione: 32 punti, 22 rimbalzi e 8 stoppate a partita di media. Entra così nel mirino di diverse Università americane. Firma per Kentucky e vince la sua prima Final Four al primo tentativo. Quell’edizione si tiene proprio a New Orleans, quasi fosse destino. Senza giocare una partita NBA viene convocato dalla nazionale americana per le Olimpiadi di Londra e vince la medaglia d’oro.
È troppo forte per restare al college così nel 2012 decide di fare il salto al piano superiore. Al draft, la lotteria dove vengono scelti i giocatori, nessuno ha dubbi: scelta numero uno dei New Orleans Hornets (oggi Pelicans). Da allora sono passati cinque anni, con due apparizioni ai playoff, alcune soddisfazioni personali (Rookie dell’anno, partecipazioni all’All Star Game, elezione nel miglior quintetto dell’anno e del miglior quintetto difensivo dell’anno) ma pochissime di squadra. Ed è questo il motivo che ha spinto il nuovo agente a comunicare alla ESPN che Davis non avrebbe firmato l’estensione di contratto con New Orleans, città più devota al football e ai Saints che al basket, per cercare una squadra con cui lottare per l’anello. Questo tweet, insomma, potrebbe cambiare il futuro della NBA.
Agent Rich Paul has notified the New Orleans Pelicans that All-NBA forward Anthony Davis has no intention of signing a contract extension if and when presented and that he has requested a trade, Paul told ESPN on Monday.
— Adrian Wojnarowski (@wojespn) 28 gennaio 2019
Destinazione Lakers?
Ci sono molti indizi che portano verso la California e Los Angeles. L’agente di Davis, innanzitutto, è lo stesso di LeBron James e giocare con il nativo di Akron potrebbe convincere il lungo di Chicago a scegliere di restare nella Western Conference. I Lakers, inoltre, sono quelli che possono ingolosire di più la dirigenza di New Orleans mettendo sul piatto giovani di prospettiva come Kuzma, Hart e Ingram. Per questo proveranno a impostare uno scambio già ora, entro la scadenza del mercato fissato per il 7 febbraio. I Pelicans, però, potrebbero essere più propensi ad aspettare l’estate per valutare tutte le offerte che arriveranno sul tavolo (con il rischio però di perdere definitivamente il loro gioiello nel 2020 senza ottenere nulla in cambio).
The Lakers have "failed" if they don't get Anthony Davis, according to Richard Jefferson. pic.twitter.com/j3rne37nKb
— Get Up (@GetUpESPN) 28 gennaio 2019
Destinazione Celtics?
Se le regole NBA (e il contratto di Kyrie Irving) impediscono a Boston di tentare l’assalto immediato a Davis, non è detto che alla fine non siano proprio i Celtics a spuntarla. L’ex compagno di vittorie di LeBron a Cleveland, insieme a una squadra di talento e alla prospettiva di dominare la Eastern Conference nei prossimi anni, potrebbe spingere il lungo ad accettare la corte del general manager Danny Ainge. Mentre i Pelicans hanno messo gli occhi su Jayson Tatum, Jaylen Brown, Marcus Smart. Giovani di grande prospettiva e talento, soprattutto il primo.
Le altre (s)trade
In questa lotta c’è sicuramente New York che, tra le contendenti a Davis, è quella che meno potrebbe garantire da subito una lotta per il titolo. Ma ha la possibilità di cedere ai Pelicans una prima scelta al draft che permetterebbe al club di decidere, in maniera autonoma, il prossimo artefice della futura ricostruzione. A dicembre c’era persino chi aveva ipotizzato l’arrivo ai Knicks di Davis e Durant la prossima estate. Scenari da fantabasket?. Molto probabile. Philadelphia, Clippers, Toronto e Denver, sono altre squadre che potrebbero fare un sondaggio per Davis ma appaiono molto lontane nelle preferenze del giocatore. L’unica cosa certa è che un terremoto sta per abbattersi sulla NBA. Bisogna solo aspettare per vedere se avverrà a febbraio o a luglio.