R oma - "Sono rimasto sorpreso dalle parole di Francesco ma allo stesso tempo ho capito lo sfogo dettato dalla frustrazione. Non mi aspettavo una cosa simile. Lui è un grande giocatore, ha fatto la storia della Roma, è una superstar e adora competere". In un'intervista pubblicata oggi sulle pagine del 'Corriere dello Sport', il presidente della Roma, James Pallotta, smorza i toni sul cosiddetto 'caso Totti', lo sfogo al Tg1 del capitano giallorosso che ha fatto aperto un dissidio con Luciano Spalletti culminato con la sua esclusione, domenica sera, nel match dell'Olimpico contro il Palermo. Tra le parti in causa, il numero uno americano propende nettamente per il mister toscano: "Ha il completo appoggio della società. Luciano è il nostro allenatore e, da quando è arrivato, sono cambiate in meglio tantissime cose. è un allenatore straordinario, uno dei cinque migliori al mondo, un grande professionista. Ha la possibilità di fare qualcosa di grande con questa squadra. Ha agito secondo un principio fondamentale: prima viene la squadra e nessun giocatore viene prima degli altri. Non è assolutamente vero che Spalletti ha mancato di rispetto a Totti, sono solo speculazioni".
Nei prossimi giorni Pallotta tornerà nella capitale e si confronterà con Totti: "Parlerò con lui ma anche con gli altri. A dicembre mi aveva detto che voleva continuare a giocare. Vedremo adesso. Lui può rimanere come calciatore o come dirigente, fino ad oggi non ho avuto alcuna conferma da Francesco. Quando ci incontreremo, mi aspetto che mi dica quale sarà la sua decisione. Si sceglierà in base al meglio per la squadra". Totti a parte, Pallotta vorrebbe che Spalletti restasse in futuro alla Roma, una soluzione suggeritagli anche dal numero 10 capitolino: "Luciano è e resterà l'allenatore della Roma. Io lo voglio con me. Se finora c'è stata una decisione che non è stata errata, sicuramente è quella dell'ingaggio di Spalletti. Sabatini? Mi piacerebbe se Walter restasse. Litighiamo spesso, ma subito dopo siamo amici come prima".
Il patron di Boston ne approfitta anche per un primo bilancio della stagione ancora in corso: "Abbiamo buttato via troppo nella prima parte e non per colpa dei giocatori. Ora mi aspetto i risultati. Non raggiungere la qualificazione in Champions sarebbe la conseguenza della prima parte di stagione, di quelle undici partite senza vittorie. Ma i nostri piani non cambierebbero. Dobbiamo rinforzare la difesa. Un Messi, un Ronaldo o un Neymar alla Roma? Sono poche le squadre che possono permetterselo e non sono la ricetta assoluta per la vittoria". Con i tifosi i rapporti non sono certo idilliaci, anche se Pallotta assicura che "con loro non ho alcun problema. Il 99% dei nostri fans è totalmente appassionato, solo l'1% mi delude. Io non voglio mai deluderli. Lo scudetto? Ci penso tanto, è ovvio. L'esempio è la Juventus". Dal 2012 ad oggi, ammette, "si poteva fare meglio, però al tempo stesso non credo si possa nemmeno dire che abbiamo fatto male.Abbiamo centrato due volte la Champions, siamo in corsa per riuscirci anche quest'anno. E sono convinto che ce la faremo". Il terzo posto, per Pallotta, è alla portata della Roma: "Sì, questa è una bella squadra, il nucleo è forte e la direzione che abbiamo preso è definitivamente quella vincente. Non mi lascio contagiare da chi specula si di noi, perchè questa non è la mia filosofia. Molti pensano che se non dico le cose pubblicamente vuol dire che non sto facendo nulla. Non è assolutamente vero. La Roma, come società, continua sempre a lavorare, anche a luce spenta, anche se non se ne parla". (AGI)