R oma - Due turni di squalifica e 20.000 euro di ammenda per Maurizio Sarri dopo quanto accaduto martedi' sera al San Paolo nel rovente finale del match di Coppa Italia tra Napoli e Inter. Il Giudice sportivo Gianpaolo Tosel ha fermato il tecnico dei partenopei solo per "epiteti pesantemente insultanti" rivolti a Mancini, il quale e' stato a sua volta sanzionato di 5.000 euro per l'atteggiamento intimidatorio nei confronti del collega e per un'espressione irriguardosa all'indirizzo del quarto uomo. Tanto rumore per nulla verrebbe da dire, anche se per qualche giurista sportivo questo increscioso episodio e' destinato a fare giurisprudenza. "La decisione presa da Tosel non e' stata facile perche' ha dovuto giudicare una tematica mai contemplata prima. La vicenda ha una delicatezza fuori dal comune per cui questo caso fa giurisprudenza" l'analisi dell'avvocato Mattia Grassani, che ha anche escluso un eventuale ricorso del Napoli.
E Mancini? Il tecnico jesino in mattinata ha parlato attraverso un'intervista a Repubblica ribadendo la sua posizione e spiegando meglio l'atteggiamento assunto dopo aver ricevuto quegli insulti. "Il problema non e' che Sarri abbia offeso me: non mi sento toccato dai suoi insulti, figuriamoci. Lui in realta' ha offeso tante persone, tanti poveri ragazzi che in Italia o in altre parti del mondo vengono presi in giro, vengono derisi da gente che pronuncia certe paroline con tanta facilita'...poi magari ogni tanto capita che qualcuno si suicidi perche' non ce la fa piu'" ha spiegato il tecnico interista.
"Non sono il paladino di nessuno. Pero' come si fa a sentire ancora queste cose...Siamo nel 2016! Tra l'altro la cosa che mi faceva arrabbiare di piu' era che mentre Sarri mi diceva 'frocio' e 'finocchio' era a un passo dal guardalinee e dal quarto uomo e quelli impassibili". Nel frattempo, sponda Napoli, da una parte i tifosi hanno appoggiato il loro tecnico con uno striscione, dall'altra la societa' si e' fatta subito sentire cercando di chiudere bene la questione non appena la decisione di Tosel e' diventata ufficiale. "La decisione del giudice sportivo acclara formalmente l'assenza di qualsiasi connotazione razzista ed omofoba nelle parole pronunciate dal mister Sarri nei riguardi dell'allenatore della squadra avversaria. Conoscendo lo spessore umano e culturale del proprio allenatore, il Napoli non ha mai nutrito alcun dubbio in merito e ritiene che il pentimento per le parole proferite, manifestato ripetutamente e pubblicamente da Sarri, attesti ancora una volta le qualita' personali e la capacita' di autocritica dello stesso. Escluso pertanto perentoriamente che le parole di Maurizio Sarri potessero essere espresse con spirito discriminatorio si auspica che l'allenatore dell'Inter possa accogliere le scuse piu' volte manifestate e che le vicende puramente sportive dei rispettivi club tornino a concentrare l'attenzione dei media e del pubblico". Un modo di tendere la mano da parte della societa' napoletana, per provare ancora una volta a chiudere la vicenda senza ulteriori strascichi dopo che in giornata erano stati tirati in ballo episodi di 15 anni fa (Mancini guidava la Fiorentina) secondo i quali lo stesso tecnico avrebbe usato la stessa frase nel corso di una lite con un giornalista.
Ma Roberto Mancini non ci sta e in serata attraverso il proprio sito replica alle insinuazioni e spera che la storia dell'alterco con Sarri si chiuda qui ribadendo che "le esternazioni nel dopo gara di Napoli sono semplicemente in linea con la mia storia e la mia cultura calcistica. Non chiedo di condividere il mio modo di stare nel calcio, ma pretendo rispetto: in queste ore si sta montando una polemica e si stanno creando fazioni che spostano l'attenzione dal vero problema! Per questo vorrei che si mettesse un punto a questa storia che e' stata oggetto di fin troppe strumentalizzazioni - chiarisce Mancini - Non ultima quella secondo cui, 15 anni fa, sarei stato perfino autore dello stesso insulto nei confronti di un giornalista, cosa non vera: non ho mai utilizzato quel termine perche' non ha mai fatto parte del mio linguaggio. Ribadisco la mia delusione, ma vorrei che la concentrazione tornasse ora sui nostri obiettivi sportivi e sulla prossima partita, fondamentale per il prosieguo della stagione dell'Inter".
(21 gennaio 2016)