C i siamo. Stasera inizia la fase dei Live di quella che sarà certamente un’edizione di XFactor che non ci dimenticheremo facilmente. Soprattutto per il testimone che, suo malgardo, Asia Argento ha passato a Lodo Guenzi. Ma gossip a parte, abbiamo l’impressione che il livello quest’anno si sia alzato moltissimo.
I talent vanno così, immergono a piene mani nel mare dei sogni di gloria di questo Paese e quello che prendono prendono, questo giro è andata molto bene. Ci sono concorrenti che ci faranno divertire con la loro bravura, magari adatta giusto ad un buon karaoke, ma che saranno perfettamente funzionali alla realizzazione del prodotto televisivo, e concorrenti che si sospetta possano vivere di vita propria.
Non è un caso, per esempio, che i Bowland, senza nemmeno un’apparizione ai Live, abbiano già piazzato ben cinque loro pezzi nella classifica Viral di Spotify (uno i Red Bricks Fondation). A condurre lo show sempre Alessandro Cattelan, probabilmente il conduttore più carismatico, preparato e moderno che la tv italiana tutta abbia da offrire. Ma chi sono in particolare i partecipanti a XFactor di quest’anno? Ve li abbiamo presentati squadra per squadra e ci siamo permessi anche di mettere un voto ai giudici.
Under Donne – Manuel Agnelli (voto 10)
Il frontman degli Afterhours si ritrova quest’anno in mano probabilmente la squadra meglio assortita, sia per varietà di genere che per talento. Ma non è solo fortuna, Agnelli ha scelto benissimo le sue armi per scendere sul campo di battaglia dei live. Bene che meglio non poteva. A partire da Luna, la piccola capellona sarda, con la quale Agnelli potrà divertirsi ad esplorare il mondo del pop più commerciale; la ragazza, che suona il pianoforte rappando e si muove benino sul palco, agile con la sua voluminosa criniera da leonessa, magari non vincerà, la competizione quest’anno è dura, ma sarà un punto di forza coreografico fondamentale sia per la squadra che per tutto il programma.
Martina Attilli, 17 anni, romana, figlia di due animatori e, dichiara, cresciuta “a pane e Renato Zero”, è la sorpresa nella squadra che non ci aspettavamo, la sua prova agli home visit ha confermato un talento enorme nel trasformare la propria apparente fragilità e quella vocina tanto sottile quanto fastidiosa in un cantare potente e sicuro, bizzarro e accattivante. La sua Cherofobia, presentata in fase di audition, su Youtube sfora già i 13milioni di visualizzazioni. A prescindere dall’esito della gara è una che alla sua età scrive già musica e testi dignitosissimi, potrebbe anche servirsi di XFactor semplicemente come vetrina, per poi fare la sua strada. Se ad Agnelli assegniamo un 10 è merito suo.
E poi c’è lei, Sherol Dos Santos, che con la sua prova agli home visit entra di diritto nella storia del programma, forse del format mondiale; si esibisce per seconda e Agnelli per ufficializzarla membro della sua squadra non ha nemmeno bisogno di ascoltare le altre tre. È dentro. Non poteva essere altrimenti per la ventunenne studentessa di chimica romana ma di origini capoverdiane, che tiene al caldo il suo black vocione tra un lavoro e un altro; ne fa tre nella capitale: cameriera, baby sitter e receptionist in un centro sportivo; ma quei tempi sono finiti, perché Sherol è forse uno dei talenti (veri) più autentici passati dal programma. Una voce non solo splendida, ma anche splendidamente utilizzata. Matura, non troppo pulita come spetterebbe a chi porta sul groppone appena vent’anni di vita, che quando prende un microfono in mano si moltiplicano magicamente. Il suo regno è il soul, pare ovvio, e c’è già chi la considera “noiosa”, tutto normale, è un pubblico televisivo, non gli si può chiedere eccessivi salti mortali mentali, è un pubblico che vuole stravaccarsi sul divano, mangiare schifezze e farsi imbambolare dallo show; Sherol comunque nel programma, per ragioni prettamente drammaturgiche, saremo costretti a sentirla cantare anche altro. Meglio? E chi lo sa? Questa fissazione del dover per forza saper cantare di tutto, oltre che falso ha anche rotto. È solo un’invenzione, una prerogativa inventata dallo show, una scusa per mandare a casa concorrenti. Con quale faccia Fedez o lo stesso Agnelli possono sostenere che sia fondamentale dover cantare tutto quando loro stessi non sono mai usciti dal loro, in uno dei due casi minuscolo, seminato? Sherol noi la proclamiamo già vincitrice e abbiamo una faccia scandalizzata pronta all’uso nel cassetto qualora non dovesse vincere. È una predestinata. Che Agnelli ne faccia buon uso e ce la faccia godere.
Under Uomini – Mara Maionchi (voto 10)
Anche alla storica discografica non possiamo che dare il massimo dei voti perché le scelte operate, anche se piuttosto obbligate, sono state assolutamente perfette. A partire da Anastasio, tormentato rapper 21enne dalla provincia di Napoli. È uno di quelli sui quali si è scritto tanto già dopo le audition, che fosse dentro non c’erano dubbi. D’altra parte, come poterlo lasciare a casa? Il ragazzo scrive da Dio, ha presentato, di fatto, in tutte e tre le prime fasi del programma tre inediti (la sua Generale ai Bootcamp era comprensibilmente quasi un filo conduttore, il pezzo è suo dalla prima all’ultima nota). Fedez lo ha definito la penna migliore mai sentita a X Factor e noi siamo d’accordo, certamente è meglio di quella di Fedez. Dice di voler stare in mezzo tra il cantautorato e il rap, e speriamo che non passino mesi a rompergli le scatole su questa storia e che non sia poi la scusa per mandarlo a casa quando si renderanno conto che, proprio perché bravo come cantautore (il che include anche il rap), è già decisamente oltre uno show basato su cover e balletti. Per lui intravediamo due possibili futuri: se arriva a presentare un altro suo inedito, evidentemente prodotto con una struttura professionale e più commerciale alle spalle, potrebbe anche sorprenderci e portarsi a casa la medaglia d’oro; se invece non reggerà l’impatto con le cover e verrà mandato a casa prima dovremo essere noi bravi a non perderlo d’occhio, perché il ragazzo ci sa fare, eccome.
Emanuele Bertelli è un’altra scelta “usato sicuro” per la Maionchi; ogni anno c’è un ragazzotto talentuoso e versatile, con un vocione grosso così e gli occhioni da cane bastonato che viene portato ai live. Quest’anno tocca a lui. 16 anni, catanese, appassionato di funk, soul, jazz, r'n'b e trap; a quanto pare si avvicina alla musica grazie alla madre appassionata di karaoke e nel frattempo gli viene fuori una voce profonda da soulman consumato che non può non piacere e soprattutto, si confà perfettamente al format. È il concorrente perfetto ma, c’è da dirlo, il concorrente perfetto solitamente non vince mai. Dice “fare musica è un obbligo del mio subconscio” e noi, trattenendo le risate, non possiamo fare altro che pensare che con ogni probabilità diventerà uno di quelli che viene divorato dalla tv, un vago ricordo presente in qualche giovedì sera delle nostre vite, è evidentemente troppo giovane e ingenuo per sopravvivere anche dopo, ma finché ci ricorderemo come si chiama ce lo godiamo.
E per concludere Leo Gassmann, il povero 19enne che per tutta la stagione dovrà sentirsi ricordare che di cognome fa Gassmann, come se già ogni lineamento del suo viso non fosse un appunto abbastanza vistoso. Non è una voce imperdibile, è intonato, nulla di più, e ai Bootcamp ha semplicemente devastato quel capolavoro di “Kurt Cobain” di Brunori SaS, ma è innegabile che fa comodo alla trama dello show averlo dentro, in tv esce molto bene, si guadagna pubblico under (e non solo) femminile ad ogni inquadratura. Poi il ragazzo sembra anche simpatico, insomma, sarà stato un piacere conoscerlo.
Over – Fedez (voto 6)
Se Fedez, il giudice più longevo nella storia della versione italiana del format, arriva a malapena alla sufficienza è perché probabilmente gli errori li ha fatti in fase di selezione. Agli Homevisit si porta dietro una squadra non fortissima e acciaccata dalla rinuncia di Facundo Gaston Gordillo, che dopo mesi e mesi di sbattimenti si accorge che vuole tornare a cantare in strada quando gli assegnano i Red Hot Chili Peppers, cosa che fa incacchiare, e a ben ragione, mr. Ferragni. Cioè, XFactor è quello, cosa si aspettava? Pensava di fare i provini di XFactor per poi partecipare alla Ruota della Fortuna? La sua rinuncia spiana certamente la strada verso i live a Matteo Costanzo, 25 anni, romano, polistrumentista e producer. Stonato e contemporaneamente osannato durante le prime due fasi delle selezioni, giustifica invece la sua presenza agli Home Visit. Una specie di Gio Sada (non vi ricordate più chi è, vero?) ma più triste. Se non sarà utilizzato a modo verrà mandato a casa prestissimo. Naomi invece ha 26 anni ed è originaria di Napoli. È lei la punta di diamante della squadra, non c’è dubbio. Ha una voce che spacca e con trucco, parrucco e luci della tv le verrà costruita addosso un’immagine vagamente più cool dalla quale al momento è distante, c’è da dirlo, anni luce. Ha un’estensione vocale ed una dinamicità davvero esemplari, coltivate probabilmente durante anni passati a studiare lirica al conservatorio. Non una sprovveduta insomma e la cosa ci solleva, perché solitamente questi talent sono spesso contenitori vuoti riempiti di cinture nere di karaoke. La vera sorpresa, non in positivo, della squadra è certamente la bella Renza Castelli, 28 anni dalla provincia di Lucca. Dolce, raffinata, lineamenti gentili, ma troppo debole per cavalcare quel carro armato che è XFactor. Se la storia del programma ci ha insegnato qualcosa è che quelle come lei, e da quel palco ne sono passate a decine, entro le prime due/tre puntate vanno lisce lisce a casa con la loro chitarrina, e strano che Fedez non lo sappia, ma questo è il materiale con il quale deve lavorare, ma secondo noi, tutto sommato, al netto di quel cavolo di varietà di proposta, sarebbe stato più intelligente portare ai live l’eccentrica Jennifer Milan, ci saremmo tutti, lui per primo, divertiti di più.
Gruppi – Lodi Guenzi (voto 7,5)
La scelta delle band da portare ai live è stato l’ultimo apporto al programma per Asia Argento, che apparecchia la tavola a Lodo Guenzi. Si comporta bene tutto sommato l’attrice, forse davvero l’unica che in questa edizione degli Home Visit è chiamata a fare delle scelte significative. Lascerà a casa infatti i Moka Stone che fanno bella figura rappando “Fight Da Faida” nella versione hard core punk di Frankie Hi-Nrg, confermando di essere bravini al netto della vaga e forzata somiglianza del frontman con Salmo; così come non avremo più purtroppo occasione di vedere all’opera gli Inquietude, versione elettro rap dei Nomadi forse troppo poco televisivi ma molto interessanti.
Risulta vincente invece la, più cinematografica che musicale, presenza scenica dei Red Bricks Foundation, che devastano “Sono un ragazzo di strada” de’ I Corvi con il loro voler essere rockettari a tutti i costi, cattivi a tal punto da piazzare il sosia di Pablo Escobar alla batteria, ma il nostro pensiero, forse eccessivamente old school, ci impone di pensare che poche cose mortifichino il rock quanto la televisione commerciale; e poi, bisogna dirlo, questa band romana, è tanto appariscente quanto povera di materiale. Eppure qualcosa ci dice che sarà quella con la quale Lodo Guenzi potrà giocare di più, e se andranno avanti lo dovranno soprattutto a lui.
Altra storia invece per i persiani, ma di adozione fiorentina, Bowland, che trasformano in puro accattivante esoterismo qualsiasi cosa sfiorino (perché sono talmente delicati che secondo noi non toccano mai davvero niente). Che sarebbero entrati non si avevano dubbi, tutte le loro esibizioni si sono concluse con standing ovation del tutto meritate e talmente sincere che c’è da chiedersi come mai abbiano scelto la strada del talent musicale invece di confrontarsi immediatamente con un pubblico live. Non vinceranno, perché ormai si deve fare molto più rumore per imporsi in un contesto televisivo psichedelico come XFactor, ma ne sentiremo parlare certamente a lungo dopo il programma. La voce della cantante, Leila, sarà certamente sottofondo delle notti infuocate degli italiani post trasmissione. Pura delicatezza ed erotismo. Buon divertimento.
A chiudere il trio i Seveso Casino Palace, che si erano guadagnati l’accesso ai live probabilmente già dopo la prima esibizione. Sono giovani, cool, milanesi e, soprattutto, bravi. Niente che passerà alla storia, intendiamoci, ma all’interno del programma funzioneranno, e non ci stupirebbe più di tanto se Guenzi riuscisse anche a farli proseguire nel cammino oltre le più rosee aspettative.
E' arrivato Lodo Guenzi
Ecco, appunto, Lodo Guenzi, sul finire della puntata degli Home Visit appare per la prima volta in veste di giudice e le telecamere testimoniano il suo primo incontro con le band. Bisogna dire che nemmeno il montaggio ad arte è riuscito a nascondere un certo scetticismo da parte dei concorrenti; nelle interviste di commento sembrava che parlassero tutti con un coltello dietro la schiena costretti a sorridere e a dire che si, va tutto bene, siamo vivi e supercontenti di avere Lodo come giudice. Le scelte di Asia Argento dubitiamo che sono le stesse che avrebbe operato Lodo (anche se lui, da vero gentlman, sostiene il contrario); Lodo è molto più folle ma, soprattutto, e questo è da ricordare ai concorrenti della squadra, molto più avvezzo rispetto all’attrice a prendere in mano dei contenuti e a metterli in scena sottoforma di band. È il suo mestiere d’altra parte, e lo sa fare benissimo. Ed è l’unico dietro quella scrivania ad avere un’idea molto più attuale di cosa sia la discografia italiana al momento e come conquistarla e domarla. Personalmente crediamo che ci farà divertire, e mentre ancora il popolo dei social richiede a gran voce il ritorno della Argento, noi siamo sicuri che tempo un quarto d’ora Lodo Guenzi, che si è immediatamente congratulato con l’attrice per le scelte fatte, farà ricredere tutti. La sua simpatia è assoluta e la sua spensieratezza coinvolgente. Sky ha fatto un’ottima scelta.