È passata esattamente una settimana dall’ingresso, così ogni anno lo definisce Alessandro Cattelan, dei concorrenti di X Factor nel mercato discografico. Giorni che suonano come l’attesa di un verdetto ben più importante di quelli che aspettano i ragazzi impegnati nella corsa alla finale del programma al Forum di Milano a dicembre.
Perché X Factor è uno show televisivo, poi qua fuori c’è il mondo vero e se il pubblico non ti compra, o meglio clicca, le luci potrebbero spegnersi tristemente e in fretta, così come accaduto alla stragrande maggioranza dei concorrenti del format in questi dodici anni. Insomma, la classifica che conta è questa, come dimostra l’enorme successo dei Maneskin, a differenza di quello decisamente più opaco del vincitore della scorsa edizione, Lorenzo Licitra, già dato per disperso da molti.
Per misurare il successo (o meno) degli otto inediti presentati al quinto live dai ragazzi, il primo in cui hanno potuto presentarli al pubblico televisivo prima e a quello radiofonico poi, ci rifaremo ai numeri di Spotify, la più importante piattaforma musicale a livello mondiale, e alle visualizzazioni dei video sul canale ufficiale X Factor Italia su YouTube.
Spotify:
- Anastasio – La fine del mondo – 2.503.575 milioni di ascolti
- Martina Attili – Cherofobia – 1.518.748
- Luna – Los Angeles – 1.040.245
- Leo Gassmann – Piume – 574.180
- Bowland – Don’t stop me – 489.610
- Sherol Dos Santos – Non ti avevo ma ti ho perso – 320.083
- Renza Castelli – Cielo inglese – 280.636
- Naomi – Like the Rain (Unpredictable) – 218.022
Youtube:
- Anastasio – La fine del mondo – 1.669.106 milioni di visualizzazioni
- Martina Attili – Cherofobia – 1.579.529
- Luna – Los Angeles – 991.305
- Bowland – Don’t stop me – 457.751
- Leo Gassmann – Piume - 376.795
- Sherol Dos Santos – Non ti avevo ma ti ho perso - 311.509
- Renza Castelli – Cielo inglese - 191.877
- Naomi – Like the Rain (Unpredictable) - 188.861
Le due classifiche, entrambe registrate alle 13 del 29 novembre, in realtà quasi coincidono perfettamente. In entrambe Anastasio la fa da padrone, com’è normale che sia, non solo perché il pezzo è il più onesto e forse ben fatto degli otto (nonostante metà degli altri concorrenti si sia servito di fior fiori di professionali collaborazioni), ma anche perché l’under uomini della signora Maionchi raccoglie a piene mani da diversi bacini di utenza: dallo spettatore televisivo dello show che si è appassionato al suo incrociare le rime così accattivante al patito di rap (il genere di gran lunga più ascoltato al momento in Italia).
Segue “Cherofobia” della stravagante Martina Attili, e neanche questa appare come una novità, il video della canzone suonata alle audizioni, in due mesi, ha toccato quota 17 milioni di visualizzazioni. È una canzone pericolosamente orecchiabile e verrà riproposta a ritmo serrato, così come, pare, seguendo il Daily del programma, già la ragazzina faccia nel loft dove sono sistemati i concorrenti.
Al terzo posto un’altra giovanissima della squadra di Manuel Agnelli, Luna, che rappresenta la quota iperpop dell’edizione 2018. La sua Los Angeles, che vanta la penna di Jack La Furia, basa il suo successo più sulla ballabilità che sui contenuti e il suo pregio rappresenta anche il suo limite, perché i pezzi ballabili, se non ti chiami Madonna o Rihanna, solitamente passano e tempo un mesetto nessuno se li ricorda più. L’unica differenza nelle classifiche è rappresentata da quarto e quinto posto, su Spotify è in vantaggio Leo Gassmann, su YouTube i Bowland, ma probabilmente è dovuto al fatto che la band ha avuto la possibilità, essendo una realtà un tantino più tangibile e matura, di spalmare i propri ascoltatori su un intero disco già presente sulla piattaforma; sono già diverse settimane infatti che i ragazzi piazzano in classifica Viral 50 qualche brano. Sono indubbiamente la realtà più pronta per il confronto con un pubblico esclusivamente musicale. S
esto posto per Sherol, che arrivati a questo punto possiamo purtroppo tristemente definirla la sorpresa in negativo dello show; la sua voce è incredibile ma il pezzo, scritto anche dal suo giudice Agnelli, non le calza come dovrebbe. Il pubblico non si ferma solitamente a certe sottigliezze, ma si intuisce perfettamente che per quanto il tema sia fortemente sentito poi manca qualcosa.
Altra sorpresa in coda, dove Renza Castelli, che è già a casa, batte Naomi. Ma, c’è da dirlo, tra i due pezzi non c’è paragone. Nonostante la freddezza della bella Renza, la sua “Cielo inglese” è un pezzo valido, elegante, a differenza di "Like the Rain (Unpredictable)", che è quanto di più anonimo si potesse presentare al pubblico.