G li attesi Emmy, gli ‘Oscar’ della televisione americana, hanno visto ‘trionfare’ le donne e le battute caustiche su Donald Trump. Tra i vincitori della 69esima edizione spiccano The Handmaid’s Tale e Big Little Lies, rispettivamente miglior serie drammatica e miglior miniserie, entrambe incentrate sulla violenza sulle donne.
L’adattamento per la tv del romanzo distopico del 1985 della scrittrice femminista Margaret Atwood ha fatto il pieno di statuette, ben cinque, guadagnando tra l’altro anche quella per la miglior attrice protagonista (Elisabeth Moss) e la migliore attrice non protagonista (Ann Dowd), oltre alla migliore regia per una serie drammatica (Reed Morano). Buoni i risultati anche per Big Little Lies, che di riconoscimenti ne porta a casa quattro, tra cui miglior attrice protagonista (Nicole Kidman), attrice non protagonista (Laura Dern) e miglior attore non protagonista (Alexander Skarsgard) di una miniserie.
Non sono mancate battute al vetriolo sul presidente, a cominciare dal monologo di apertura del presentatore, Stephen Colbert, spigliato e irriverente, che ha dato ‘la colpa’ al pubblico dell’attuale presenza del magnate alla Casa Bianca. Donald Trump, infatti, l’anno scorso in occasione di un dibattito in campagna elettorale, aveva sostenuto che il suo programma ‘The Apprentice’ avrebbe dovuto vincere un Emmy. “Se l’avesse vinto, scommetto che non avrebbe corso per la presidenza. Quindi - ha sottolineato Colbert, rivolto alla gente in sala – in un certo senso questo è colpa vostra”.
L’inattesa ciliegina sulla torta è stata, a quel punto, l’apparire sul palco di Sean Spicer, ex portavoce della Casa Bianca, in un siparietto abbastanza imbarazzante in cui ha ironizzato sulla fissazione del suo ex datore di lavoro - da lui strenuamente difeso all’epoca del suo incarico - per il numero di persone presenti il giorno del suo insediamento. Il cameo di Spicer, licenziatosi a luglio in disaccordo con la nomina di Anthony Scaramucci a capo della comunicazione (lui stesso costretto a lasciare il posto meno di dieci giorni dopo) ha lasciato i presenti di stucco.
Se sul versante della commedia si sono imposte Veep e Saturday Night Live, tra i grandi esclusi dalla lista dei vincitori, Westworld e Stranger Things. Non ce l’ha fatta neanche ‘The Young Pope’, la serie di Paolo Sorrentino interpretata da Jude Law, in corsa per miglior design e migliore fotografia.
I premi
Miglior serie drammatica
The Handmaid’s Tale
Miglior attore protagonista in una serie drammatica
Sterling K. Brown, This Is Us
Miglior attrice protagonista in una serie drammatica
Elisabeth Moss, The Handmaid’s Tale
Miglior attore non protagonista in una serie drammatica
John Lithgow, The Crown
Miglior attrice non protagonista in una serie drammatica
Ann Dowd, The Handmaid’s Tale
Miglior miniserie
Big Little Lies
Miglior attore protagonista in una miniserie o film
Riz Ahmed, The Night of
Miglior attrice protagonista in una miniserie o film
Nicole Kidman, Big Little Lies
Miglior attore non protagonista in una miniserie o film
Alexander Skarsgard, Big Little Lies
Miglior attrice non protagonista in una miniserie o film
Laura Dern, Big Little Lies
Miglior serie comedy
Veep
Miglior attrice protagonista in una serie comedy
Julia Louis-Dreyfus, Veep
Miglior attore protagonista in una serie comedy
Donald Glover, Atlanta
Miglior attore non protagonista in una serie comedy
Alec Baldwin, Saturday Night Live
Miglior attrice non protagonista in una serie comedy
Kate McKinnon, Saturday Night Live
Miglior film per la tv
Black Mirror (San Junipero)
Miglior talk show
Last Week Tonight With John Oliver (Hbo)
Miglior regia per una serie drammatica
Reed Morano (The Handmaid’s Tale)
Miglior regia per una serie comica
Donald Glover (Atlanta)
Miglior regia per una miniserie
Jean-Marc Vallee (Big Little Lies)
Writing for a Drama Series
Bruce Miller (The Handmaid’s Tale)
Miglior sceneggiatura per una serie comedy
Aziz Ansari and Lena Waithe (Master of None)
Miglior sceneggiatura per una miniserie/film tv
Charlie Brooker (Black Mirror: San Junipero)