S e finora avete identificato Giorgio Panariello con “Mario il bagnino” o con la sua mitologica imitazione di Renato Zero, passate oltre. Ha dovuto e voluto farlo anche lui togliendosi di dosso, chiarisce “il cabaret”, per la sua interpretazione del fabbro Marcello, in “Pezzi Unici” la serie girata e ambientata a Firenze, che, diretta da Cinzia TH Torrini esaltando l’artigianato fiorentino mixa romanzo di formazione, mistery e genere family nelle sei puntate al via il 17 novembre in prima serata su Raiuno.
Il protagonista è, ufficialmente, Sergio Castellitto, nei panni di Vanni un falegname piegato dalla morte (apparentemente un suicidio) di suo figlio, ex tossicodipendente e poi artigiano-docente nel laboratorio di una casa-famiglia abitata da ragazzi dalle vite complicate come e più della sua. Ma il vicino di bottega Marcello, padre apprensivo di una ragazza che lavora con lui ed è ammaliata da uno dei cinque ragazzi, un ex tossicodipendente di cui Castellitto diventerà maestro artigiano al posto di suo figlio, gli ruba spesso la scena.
Probabilmente perché da sempre l’attore toscano ha puntato a smarcarsi dall’etichetta di attore comico e questo “il ruolo che aspettavo da sempre”, assicura, è stata la sua grande occasione: “Punto a far capire agli italiani che un attore può svettare in un varietà del sabato sera e recitare egregiamente anche in una fiction drammatica - ha chiarito all’Agi - da noi è considerato una stranezza, negli altri paesi no, basti pensare a Jean Reno a suo agio nei ruoli drammatici come ne ‘La pantera rosa’ o a Daniel Auteuil che passa tranquillamente dai ruoli tragici a quelli da commedia de ‘La belle époque’. Da noi gli attori a cui lo si consente sono pochi, qualche passo avanti lo ha fatto in tv giusto Nino Frassica”.
Adesso, a quasi sessant’anni (li compirà l’anno prossimo) tocca a lui, che ha sempre ricercato, chiarisce il mix di generi (nel 2003 è stato monsieur Jordan nel “Borghese gentiluomo” di Molière) e per questo sostiene, ha fatto più fatica degli altri “perché specializzarsi è più semplice”. Sotto la direzione della TH Torrini, in “Pezzi unici” ha lavorato, racconta “di sottrazione”, smussando i toni troppo comici, con la regista che gli raccomandava “meno Mario il bagnino”. Panariello che non ha figli, si è calato perfettamente nei panni del padre geloso di sua figlia. E il tema della serie, racconta, gli ha riaperto anche ferite private: “Il personaggio dell’ex tossicodipendente, interpretato da Moisè Curia “mi ha ricordato mio fratello Francesco (morto di overdose nel 2011 ndr) e il suo percorso difficile e doloroso, per lui e per tutta la nostra famiglia. Non è stato semplice”.
Ora, con il mantra della diversificazione professionale, dopo la tournée teatrale dello show “Panariello Conti Pieraccioni” e “in attesa di altri ruoli drammatici, al cinema o in tv” l’attore si metterà a lavorare su un nuovo spettacolo che celebra i suoi sessant’anni (li compie il prossimo settembre) e i venti di ‘Torno sabato’: “Lo sto scrivendo, sarà uno show antologico sui miei personaggi, uno spettacolo che parlerà di me e da cui saranno poi tratte delle puntate televisive. Voglio raccontarmi attraverso la mia storia e la mia vita artistica”. Adesso all’attore che nella vita ha fatto un po’ di tutto, dal cameriere all’autore di canzone e da attore ha volato tra vari generi e toccato vari tasti, manca giusto, chiarisce. una commedia musicale. Mi piacerebbe realizzarla, prima o poi”.