AGI - Il Tribunale di Milano ha condannato il noto conduttore televisivo Giancarlo Magalli, reo di avere diffamato a mezzo stampa la collega Adriana Volpe. I fatti risalgono al 2017 e si riferiscono a un'intervista rilasciata da Magalli al settimanale "Chi", riguardante il caso Weinstein.
Volpe, costituitasi parte civile, lo aveva querelato ravvisando nelle parole di Magalli, con il quale aveva avuto in passato già diversi contrasti, un'allusione implicita alla sua carriera. Il tribunale meneghino ha disposto un risarcimento provvisionale immediatamente esecutivo di 25 mila euro, oltre a una multa pari a 14 mila euro e al pagamento delle spese processuali.
"Con questa sentenza il Tribunale di Milano - spiegano i legali di Adriana Volpe, Nicola Menardo, Stefania Nubile e Michele Briamonte - ha dichiarato la responsabilità penale del dottore Giancarlo Magalli per diffamazione aggravata, rilevando una significativa lesione dell'immagine personale e della reputazione professionale della dottoressa Adriana Volpe".
Magalli ha affidato a Facebook la sua replica: "Dato che tra 54321 la Volpe inonderà il web di comunicati stampa riguardanti la mia condanna esemplare per un'intervista in cui io parlavo del Me Too e NON la nominavo affatto, volevo anticiparla specificando che il giudice mi ha dato una multa (che non devo nemmeno pagare) una provvisionale (che non devo pagare) e le spese legali (che pagherò). Questo prima che dica che sono stato condannato all'ergastolo o a 10 milioni di risarcimento. Per inciso nella causa eravamo imputati io, il giornalista che mi aveva fatto l'intervista e aveva cercato di farmi parlare della Volpe (assolto) e il direttore responsabile del giornale che l'aveva pubblicata. Per lui la querela è stata ritirata. E di chi parliamo? Ma di Alfonso Signorini che casualmente è quello con cui da allora Adriana lavora. Coincidenze, eh".