U n po’ come Nicole Kidman che nella serie Sky ‘Undoing’ passeggia nelle strade di Manhattan con i suoi strepitosi cappotti idolatrati sui social, anche Serena Rossi, che interpreta la psicologa/assistente sociale Mina Settembre nell’omonima serie tv Rai al via il 17 gennaio su Raiuno, ha lo stesso segno di riconoscimento modaiolo.
Ma qui siamo tra il Vomero, Forcella e il rione Sanità, al posto dello studio fantasmagorico della psicoanalista Kidman c’è la misera stanzetta di un consultorio dove Mina (parecchio più espressiva della botoxata Kidman) lavora come assistente sociale dopo aver deliberatamente mollato studio al Vomero e remunerativa professione da psicologa.
E il cappotto con cui il personaggio trasportato in tv dalle pagine di Maurizio De Giovanni si muove in continuazione tra strade e vicoli napoletani è un po’ meno fashion e soprattutto, sempre lo stesso, rosso fuoco, al lavoro, all’aperitivo con le amiche e pure per la serata di Capodanno.
Un segno di riconoscimento voluto, ha spiegato la regista Tiziana Aristarco “per convogliare l’attenzione sul suo essere sempre in movimento con testa e cuore e per la passione che nutre le sue azioni”. Il dramedy sentimentale in sei serate liberamente tratto dai racconti di De Giovanni ‘Un giorno di Settembre a Natale’ e “Un telegramma da Settembre” (Sellerio editore) è un felice mix di commedia, dramma, mistero e sentimenti che ruota intorno alle missioni avventurose di Gelsomina detta Mina ( Settembre è il cognome), una donna che più empatica non si può, assistente sociale nel consultorio del rione Sanità, alla continua ricerca di una soluzione dei problemi degli altri: dal figlio dell’amante di un boss rapito dalla malavita, al padre di famiglia che ha perso il lavoro e rischia di non rivedere più i suoi figli.
Ma ‘Mina Settembre’ è pure il racconto di una donna dal carattere deciso, ironica e nello stesso tempo dolce e fragile. Una quasi quarantenne piacente ma che dà poco peso alla sua bellezza, che prova a rimettere in piedi la propria vita segnata dalla separazione dal marito magistrato (Giorgio Pasotti, unico bergamasco in un cast tutto napoletano, ha detto scherzando di essersi sentito “come Totò e Peppino a Milano ma al contrario”).
Lui la tradisce con una giornalista bonazza di una tv locale (e non è uno spoiler perché il fattaccio succede all’inizio della prima puntata) e poi vorrebbe riconquistarla, ma dovrà fare i conti con la comparsa, nel consultorio dove lavora Mina, del fascinoso e sensibile ginecologo Domenico (Giuseppe Zeno).
La protagonista, alle prese con una madre dura e oppositiva (la cinica alto- borghese Olga, strepitosamente interpretata da Marina Confalone) può contare su due amiche molto determinanti nella storia (Titti, interpretata da Valentino D’Agostino) e Irene (Christiane Filangeri) ed è affiancata da personaggi ben scritti (la sceneggiatura è di Fabrizio Cestaro, Doriana Leondeff, Fabrizia Midulla e Marco Videtta). Li interpretano Rosalia Porcaro, Nando Paone, Massimo Wertmuller, Davide Devenuto, Primo Reggiani e tra gli altri Ruben Rigillo, nei panni del padre di Mina, morto da un anno lasciando alla figlia che già corre incessantemente col cappotto rosso da una parte all’altra della città per risolvere i casi più disparati, anche un mistero personale da districare.
L’idea della serie è arrivata dal creatore letterario di Mina, ma gli sceneggiatori hanno liberamente riscritto i suoi romanzi creando anche nuovi personaggi che le ruotano intorno: “Ci siamo presi tante libertà consapevoli di quello che facevamo” ha sottolineato Aristarco, che ovviamente non ha toccato però l’altra grande protagonista del racconto di De Giovanni, Napoli, dove le riprese sono cominciate due mesi prima del lockdown del marzo scorso per poi interrompersi e riprendere tra tamponi protocolli e anche qualche positività attoriale al virus.
“Era importante rimanere fedeli alla città dove Mina abita e dove ci sono le sue radici, una Napoli piena di rumori, che ho dovuto imparare a conoscere e che mi ha rapita. Abbiamo raccontato una Napoli più varia rispetto ad altre serie tv con Mina che si muove tra quartieri borghesi e altri più poveri”.
Probabile che ci sia, in futuro, una seconda stagione: “Ci speriamo tutti, ne saremmo felici”. La prima a gioirne sarebbe ovviamente Rossi attrice-cantante-conduttrice napoletana trapiantata a Roma, scelta per il nuovo ruolo, ha raccontato, il giorno dopo la messa in onda di ‘Io sono Mia’ dove interpretava magistralmente Mia Martini. “L’ho considerato benaugurante e così com’era stato con il personaggio di Mia Martini, anche questa è stata un’esperienza molto forte che mi sono portata dentro per circa un anno, considerando l’interruzione del primo lockdown”. La serie è stata poi girata in estate prima della seconda ondata di Covid, con Rossi costretta a indossare il cappottino rosso anche con quaranta gradi: “Non ne potevo più”, ha scherzato.