È Leo Gassmann ad aprire la terza puntata dei live di X-Factor; l’effetto è quello del diplomato che torna a scuola a salutare i professori e per scherzo si siede tra i banchi. Burlone. Per tutti quelli che stanno pensando “Ma dove l’ho già visto?” ricordiamo che il giovine figlio e nipote d’arte è il vincitore dell’ultima edizione del Festival di Sanremo, categoria nuove promesse. A proposito, vi ricordate quando ancora facevano il Festival di Sanremo? Bei tempi.
Alessandro Cattelan dopo l’isolamento causa Covid torna alla conduzione dello show, pare abbia sconfitto il virus intrattenendolo a morte. Serata con doppia eliminazione, prima manche velocissima, un minuto a testa di inedito e il meno votato va fare il commissario alla sanità in Calabria. Fuori dalla competizione Blue Phelix, il Jim Morrison del suo palazzo. Commento commosso di Emma: “Mi dispiace che sia andato via un talento”, ma si riferiva evidentemente a Elodie, che aveva cantato due minuti prima.
Gli Artisti
MYDRAMA (5,5): Non è che non sia brava, anzi, rende quasi credibile un pezzo di Sfera Ebbasta, il che ha già del miracoloso, è che manca completamente di quel carisma che nei peggiori bar di Caracas chiamano “Cazzimma”. Alle volte guarda in camera come se cantasse per farci un favore, avremmo voglia di rispondere educatamente: “Tranquilla, per noi va bene così”.
N.A.I.P. (8): Pare che la sua “Attenti al Loop”, con quel “Gente/seguita da un sacco di gente/seguita da un sacco di gente” sia stata bandita dal governo per istigazione all’assembramento, una volta fuori sarà costretto ad un mese di reclusione a Catanzaro. Per fortuna Mika prima che sia troppo tardi gli assegna quel capolavoro assoluto di “Amandoti” dei CCCP, un brano che fa finalmente venir fuori la sua forza, quella personalità inattaccabile che permette di sfondare a livelli impressionanti quando si tratta di fare l’interprete, rileggere la musica attraverso il proprio stravagante e affascinante caleidoscopio. Bravo proprio.
Melancholia (7): Cantano “Sweet Dreams” degli Eurythmics e riescono a rendere l’assegnazione più ruffiana possibile uno show, come al solito, di grande efficacia. L’impressione, bisogna dirlo, è che loro siano già molto avanti rispetto il periodo cover, quindi trasformano l’esibizione in un puro atto di divertimento che coinvolge.
Blind (4): Nel video introduttivo all’esibizione parla della scelta di rinunciare all’autotune come se fosse costretto a dipingere un quadro bendato. Emma lo presenta dicendo: “Decide anche di rinunciare all’autotune, se non è un rischio questo spiegatemi cos’è un rischio nella vita”, boh, ascoltare un intero disco di Emma? Effettivamente l’assenza dell’autotune è notevole, nel senso che si sente la differenza e Blind, semplicemente, non è capace di cantare, nel senso che a confronto noi sotto la doccia ci meritiamo un Grammy.
Cmqmartina (5): Interpretazione eterea di un brano, “Albero” di Calcutta, cui fascino è proprio l’assenza di atmosfere surreali, anzi, la poetica di Calcutta sta proprio qui, tra di noi umili umani. Esibizione poco convincente, un vero peccato perché è evidente che custodisce numeri veri, magari non ancora extraterrestri ma sicuramente extra talent.
Vergo (4): Mika presentandolo svela il segreto, pare che Vergo abbia arrangiato uno studio di registrazione nelle cantine del palazzo dove fa il portiere, insomma sappiamo dove trovarlo tra qualche settimana. La sua versione di “Oro” di Mango in un mondo giusto meriterebbe la dannazione eterna. Emma commenta: “Non so cosa farai fuori da qui”, noi una mezza idea ce l’abbiamo. Agnelli fa Agnelli (finalmente) e lo critica aspramente, Vergo risponde sostenendo che la sua intenzione “era quella di omaggiare Mango”, è la versione concordata con Mika in caso di querela da parte dei parenti di Mango. Va giustamente a casa. Uscendo sostiene “Il mio percorso è appena iniziato”, “Si, ok – risponde il signor Rossi del terzo piano - ma è arrivato il mio pacco di Amazon?”
Casadilego (4,5): Canta “Rapide” di Mahmood, un’assegnazione che la affossa. Lei non si trova evidentemente a proprio agio con sonorità moderne, tant’è che anche il suo inedito, scritto da Mara Sattei, in versione live non l’ha azzeccato mai. A questo giro toppa alla grande, può solo sperare di passare il turno forte dei precedenti, ma meriterebbe perlomeno il ballottaggio finale, e lo diciamo consapevoli che Casadilego è forse il talento più autentico della competizione.
Little Piece Of Marmalade (7): Continuano a rappresentare la quota rock nerd dello show, suonano benissimo, in puro garage style, “Bullet With Butterfly Wings” degli Smashing Punpkins. Godiamoceli finchè durano perché, di fatto, non esiste un mercato discografico per loro fuori da qui, se saremo fortunati li beccheremo in qualche club e ci salveranno la serata.
I Giudici
Hell Raton (5,5): Già la pettinatura da boxer donna afroamericana funziona meglio di quelle presentate finora. Manda al massacro Casadilego assegnandole Mahmood, sembra avere qualche difficoltà a mettere da parte il proprio mondo, al quale inchioda anche MYDRAMA, che si salva solo perché in lotta finale contro Vergo, che è infinitamente più debole.
Mika (6): Interessante il percorso intrapreso da Mika, ci riferiamo ovviamente alla scelta di promuovere a stilista il proprio tappezziere. Azzecca perfettamente l’assegnazione di N.A.I.P., sbaglia clamorosamente la scelta riguardante Vergo, nel senso che l’errore è stato proprio prenderlo in squadra.
Emma (7): Si sta spegnendo, rimane schiacciata dalle personalità forti che la accerchiano, alle quali non era abituata e preparata; quando alza la cresta, perché se ne accorge e non ci sta, più che altro, si arrabbia. Abbiamo creduto, ammettiamolo sperato, che ad un certo punto si alzasse da quella sedia per tirare pugni a destra e a manca. A noi questa cosa, ovviamente, piace da matti; fa show, smuove le acque, accartoccia la liturgia del format. Bene, brava, bis.
Manuel Agnelli (8): Finalmente si decide a smutandare Vergo, che però a sorpresa salva al ballottaggio demandando al pubblico di mandarlo a casa. In generale, torna a fare il Manuel Agnelli, si lascia andare anche ad un racconto personale e discretamente triste su una fidanzata che lo molla nel bel mezzo di un concerto degli Smashing Pumpkins, che se uno, pistola alla testa, dovesse decidere quando essere mollato, un concerto degli Smashing Punpkins è un’opzione tutto sommato accettabile, pensate essere piantato a un concerto degli Afterhours.