L a prima puntata dei live di X-Factor parte con un video in cui i concorrenti parlano del futuro, carini, credono di averne uno. Scherzi a parte, una volta accese le luci in studio coreografia pirotecnica in grande stile orchestrata da Cattelan, grandi applausi del piccolo pubblico ammesso in sala che, come preannunciato dalla produzione, “segue tutti i protocolli previsti: distanziamento, mascherine, tampone prima di accedere al teatro e bacio alla foto di Burioni”.
Durante il primo live i concorrenti sono chiamati a cantare i loro inediti, in pratica si parte da dove fino all’anno scorso si finiva, dunque ricapitolando: dei ragazzi sono chiamati al debutto su un grande palco cantando i loro inediti, presenta Alessandro Cattelan, in pratica è un trailer del prossimo Sanremo.
Blind (6,5): Immaginate il cugino tamarro di Ultimo che rappa…ecco, l’immagine è più o meno quella. La sua “cuore nero”, hit teen discretamente povera cantata ai provini, esce trasformata dalla cura Frenetik&Orange, i collaboratori coinvolti da Emma. Gli utenti Spotify under 15 la adoreranno, in quel senso è proprio un pezzo perfetto.
Cmqmartina (5,5): Già la seconda esibizione comincia a regalare i primi brividi, l’impressione è che tutta la puntata sarà un’insopportabile riproduzione casuale della playlist viral di Spotify. La canzone è poca roba ma è salvata dalla produzione di Strage, un altro geniaccio della scena che renderebbe cool anche un piatto di pasta con le cozze, Martina la dedica ad una persona che si è voluta allontanare da lei, magari se la smette di andare in televisione a dirle che c’ha il cuore di un serpente…
Edda Marì (4,5): Ha cantato, nemmeno troppo bene, una canzone che abbiamo già dimenticato. Farla esibire dentro una serra travestita da Poison Ivy poi non aiuta, infatti finisce direttamente al ballottaggio senza passare dal via e all’ultimo scontro la prossima settimana.
Little Pieces of Marmelade (9): Da molte stagioni i vari giudici tentano di tirarci a fregare sostenendo, fronte alla camera, dinanzi ad artisti/non artisti che avevano assistito a qualcosa di “davvero speciale, mai sentito” sul palco di X-Factor. Ecco, per la prima volta possiamo crederci: davvero sentiamo qualcosa di inedito e potremmo allargarci anche alla tv tutta, abbracciando anche la discografia italiana tutta, che una roba così non la propone da una ventina d’anni almeno. Il loro nerd rock da garage rappresenta una vera e propria rottura, fanno venire il fiatone solo ad ascoltarli. Spaccano tutto, per quanto ci riguarda possiamo anche consegnargli la vittoria e chiudere il programma. Intendiamoci, discograficamente in Italia non andranno da nessuna parte, ma è colpa dell’Italia, non loro.
Blue Phelix (4,5): “Se questa canzone la cantasse una popstar americana la prenderesti sul serio” potrebbe pensare qualcuno, allora è veramente una sfortuna che la canti lui. Blue Phelix porta sul palco una storia prima ancora che una canzone, una storia che si declina in una scenografia da grande show di Las Vegas che non vive da sola, ha bisogno di un carisma e una professionalità che, comprensibilmente, manca. L’effetto è quello di chi ti racconta una barzelletta e te la spiega.
Casadilego (7): il brano è scritto da Mara Sattei, forse la più interessante voce femminile in attività in Italia in questo momento, e prodotto da Strage, quindi la giovine partiva con un centinaio di metri di vantaggio; purtroppo l’emozione la frega e rende al 50% di quello che vale, ma tanto basta. Per quanto ci riguarda a mezzanotte e un minuto lo aggiungiamo alla nostra playlist.
Manitoba (5,5): “Domenica” è un brano indie teletrasportato nei peggiori anni ’90.
Vergo (3,5): Portinaio di giorno, producer di notte, Vergo è ciò che gli italiani nascondono in armadi che non andrebbero mai aperti, una sorta di Corrida con gente che si prende molto sul serio. Chi scrive brani come “Bomba” andrebbe (metaforicamente, è ovvio) stroncato sul nascere, una canzone che rappresenta tutto ciò di cui non abbiamo bisogno.
Santi (5,5): Una quota Tommaso Paradiso ci stava, serviva, anche se scelgono lui che ricorda il classico bulletto strappato fuori da “Happy Days”; il brano comunque regge bene perché perlomeno lui sta dentro il pezzo. Il suo giudice commenta: “hai fatto tutto quello che potevi”, in Sicilia in certe occasioni ci stringiamo nelle spalle ed esclamiamo “che vuoi farci? Chista è a zita!”, traduzione: questo ci tocca.
MYDRAMA (5): Hell Raton nel presentarla dice che a lui ricorda la Uma Thurman di “Kill Bill”, subito dopo la produzione va a controllare cosa c’è dentro quella tazza sulla scrivania. Il brano è scritto da Mara Sattei e prodotto da Young Miles, in questo momento primi in tutte le classifiche specializzate, lei lo canta bene ma certamente può dare di più.
N.A.I.P. (7,5): La prima volta che lo ascolti lo trovi la cosa più bella avvenuta nella storia dopo il Rinascimento, la seconda pensi sia una cosa radical chic di spessore, complessa da capire, per questo illuminante come i Canti Orfici di Dino Campana, la terza volta ridi dicendo “che simpatico!”, già la quarta cominci a pensare che in realtà ti stia prendendo in giro, alla quinta ti convinci che sia totalmente matto. Sono tutte opzioni al momento credibili, stasera va forte, anche perché “Attenti al loop” rappresenta davvero una botta di vita.
Melancholia (9): Siamo curiosi di sentirli alle prese con una cover, al momento sono certamente il prodotto musicale più credibile dello show, già pronti per un concerto in uno di quei posti frequentato da fighetti intellettualoidi che solitamente tiene in cartellone solo band svedesi. L’impressione è che siano talmente avanti che non si spiega davvero la loro presenza nel cast, potrebbero farne a meno e andare a lavorare. Un altro livello, bravissimi.
I GIUDICI
Emma (4,5): Si presenta portando alle orecchie due lampadari Ikea, ci aspettavamo più caciara in stile Mediaset, invece manda baci a tutti e non mena mai. Una noia.
Hell Raton (7,5): Vestito come Willy, il Principe di Bel-Air, porta colore nei duetti con Mika, ci mette tanto entusiasmo e regala alle sue ragazze dei brani firmati e prodotti da giganti della scena attuale, mettendole nella condizione di dover semplicemente far brillare il proprio talento; il tutto mescolato a un’evidente competenza che bilancia quella di Agnelli ma in un ambito diverso. C’è piaciuto assai.
Mika (7,5): Quest’anno ha deciso di fare il poliziotto cattivo, il che a noi ovviamente piace. Dà fastidio giusto perché risulta credibile anche vestito come una Morositas; ma tira fuori dai suoi tutto quello che hanno, che poi è l’unica cosa che può fare un giudice.
Manuel Agnelli (6): L’impressione è che a sto giro se la voglia proprio godere, si porta in squadra due band totalmente nelle sue corde (Little Pieces of Marmelade e Melancholia) e un’uscita di sicurezza pop (i Manitoba); in zona cover ci farà divertire. Lo vorremmo un po' più severo, vederlo scodinzolare per Vergo mette un po' di tristezza.