G li utenti di Netflix hanno dovuto aspettare le nove del mattino per veder caricate sulla piattaforma le nuove puntate de “La casa di carta”, la serie tv non in lingua inglese più seguita nel mondo. Quella resa oggi disponibile sarà la quarta stagione, il quarto capitolo della saga della banda guidata da “Il professore”, anche se in realtà si tratta del finale della seconda parte della storia, quella riguardante il piano d’azione messo in moto dalla mente geniale e ribelle del capo della truppa per rubare l'oro della Banca di Spagna e liberare Rio, catturato a causa di una chiamata di troppo a Tokyo che ha permesso alla polizia di localizzarlo.
Già, è questo che innesca il sequel della trama, perché la prima parte della serie (allarme spoiler) si conclude con un successo, con il colpo alla zecca di Stato andato a buon fine. Vincono i ladri, intesi come buoni contro l’economia descritta, in maniera piuttosto generica, capitalista; si pensa che sia una favola dove alla fine vivono tutti felici e contenti, dove vince l’amore, tra membri della banda, tra ladri e poliziotti, tra rapitori e rapiti, ma la felicità, si sa, non dura e poi, diciamolo apertamente, non si può mica interrompere alla seconda stagione una serie che fa questi numeri.
Così via con un altro capitolo la cui fine oggi abbiamo tutti a disposizione sul nostro account Netflix, specie in Italia, un paese dove non solo la serie ha avuto un particolare successo, ma che rimane legato con un filo abbastanza diretto alla produzione. Anche chi non ha visto la serie infatti non ha potuto fare in modo di notare, due anni fa, una rinnovata passione social per “Bella ciao”. Venne riproposta in tutte le salse, in tutti i remix possibili, snaturandola un po', se vogliamo, dalla profonda valenza politica che la caratterizza; il merito, se di merito vogliamo parlare, di tutto ciò è dovuto proprio alla prima stagione de “La Casa di Carta”, la banda infatti tesseva la trama del proprio piano proprio sul ritmo di “Bella Ciao”. Un legame, quello con la musica italiana, che sarà ancora più stretto in questa stagione, anche se le musiche utilizzate provengono dal nostro repertorio un po' più pop, presenti infatti nella colonna sonora “Ti amo” di Umberto Tozzi e “Centro di gravità permanente” di Franco Battiato.