L a finale della tredicesima e più fiacca edizione di sempre di XFactor si apre con “Ordinary World” dei Duran Duran cantato da tutti i concorrenti insieme…gli esclusi sono vestiti di nero, i finalisti appaiono come ologrammi: in pratica una specie di flash forward, uno sguardo sul futuro, dove questi fantasmi senza cognome infestano la classifica di Spotify per una settimana prima di tornare nell’oblio.
Il primo a cantare è Robbie Williams, l’uomo che tutti noi vorremmo essere, anche oggi che ha preso le sembianze di un centrocampista rognoso dell’Inghilterra anni ‘80. Duetta con Alessandro Cattelan e la motivazione, obiettivamente, ci sfugge. La prima impressione, considerata la pomposità dell’apertura, è che alla fine abbiano deciso di far vincere il programma allo stesso Cattelan, e noi siamo d’accordissimo.
Cattelan ci ha regalato la trama più avvincente dell’edizione, quella che lo lega alla sua costumista, in finale si presenta con un abito che sono quasi certo abbia rubato a mia madre che portava quella fantasia alla fine degli anni ’90. La camicia verde tristezza a concludere l’ensemble è un colpo di tacco di altissima qualità.
Durante la prima manche i concorrenti devono duettare con Robbie Williams, Davide commenta: “è una cosa che capita una sola volta nella vita!”, la consapevolezza prima di tutto. Inquadrato il sindaco Sala tra il pubblico, che oggi era a pranzo con il Presidente della Repubblica.
Altro ospite della serata è il cantautore romano Ultimo e non si può proprio fare a meno di chiedersi: “Ma perché sta sempre così incacchiato?”. Canta un medley dei suoi maggiori successi. Tecnicamente un medley è un mix di diverse canzoni, il che presuppone che le canzoni inserite nel medley siano diverse o perlomeno distinguibili l’una dall’altra. Ecco, Houston abbiamo un problema. In ogni caso, 10 ininterrotti minuti di Ultimo sono una punizione eccessiva.
Alla fine dell’esibizione l’intervista con Cattelan, se mettete in muto sembra il video dell’incontro tra un bullo e un secchione durante la ricreazione alle medie. Si scherza eh…ma il conduttore alla fine ha dovuto cedergli la merenda. Fate voi. A metà puntata entra Lous and The Yakuza, perché alla fine si tratta di uno show musicale, qualcuno che la sappia fare davvero ci sta pure.
Sofia – Voto (7): sul palco con Robbie Williams sembra una ragazzina che ha vinto il concorso “Vinci il tuo sogno: canta col tuo cantante preferito”. In seconda manche, nel medley dei brani presentati conferma l’attitudine ad annoiare da pazzi quando canta cover. Il voto si impenna quando canta il suo singolo, che più si ascolta più funziona, se si pensa che lo ha scritto quando aveva 14 anni la cosa lascia effettivamente sbigottiti. “A domani per sempre” è una canzone innocente come può scriverlo solo una ragazzina e ruffiano manco fosse stato vomitato dal diavolo in persona. Ti strega, specie se abbinato a un’immagine assolutamente perfetta per piacere. Alla fine vince, senza alcuna sorpresa. L’impressione è che è una della quale sentiremo parlare a lungo.
Sierra – Voto (6): tengono bene il duetto con la star inglese nella prima manche. Vanno un po' peggio in seconda con il medley. Escono a sorpresa, perché il loro era il brano più ascoltato. “Ci vediamo fuori ragà!” dicono lasciando il palco, l’atteggiamento è quello di chi, piano piano, ha intenzione di correre a menare tutti quelli che non li hanno votati.
Booda – Voto (7): per attitudine sono quelli più adatti a dividere il palco con Robbie Williams, il pezzo vola che è una bomba. Bene anche il medley, tanto che a sorpresa vanno fino in fondo a giocarsi la vittoria contro una Sofia imbattibile.
Davide – Voto (4): in prima manche Robbie Williams sul palco, e ci mancherebbe, se lo divora letteralmente. La star se ne accorge pure e con grande generosità lo invita con gli occhi a svegliarsi, ma è impossibile, il concorrente è immobilizzato dall’emozione. Viene ingoiato dal suo stesso anonimato. Alla fine esce così possiamo porre fine a questa follia.
I GIUDICI (5)
Sfera Ebbasta non è riuscito in tutta l’edizione ad esprimere un solo concetto significativo. Quando viene attaccato risponde sempre con quella classifica di Spotify sulle labbra, il che ne restituisce la statura artistica.
Samuel dopo settimane di silenzio assoluto tira fuori in occasione dell’eliminazione dei Sierra un pippone senza fine contro quel pubblico che durante le audition gli andò contro per aver portato con sé in squadra il duo rap. “Siete il mio errore” gli dice, che non è che sia sto granché come incoraggiamento. Le sue presentazioni dei concorrenti sono dei deliri di inutilità, la tv non fa proprio per lui, in video cammina come se avesse una bicicletta senza catena.
Malika Ayane risulta al pubblico più detestabile della portinaia che lava le scale un attimo prima che tu esca al solo scopo di farti sentire in colpa, ma è il giudice che anima di più una tavolata di addormentati. Ottima scelta, mettetele accanto un giudice alla Fedez o un Morgan d’annata e il programma esplode.
Mara Maionchi fa il suo, sta tanto simpatica a tutti quindi giusto lasciarla lì, anche se ce ne sarebbero di artisti o tecnici della musica che potrebbero occupare il suo posto. Pensateci. Imparare dai propri errori è un atto nobile.