P artiranno a giugno le riprese di Romulus, la nuova serie tv targata Sky sulla nascita di Roma. Il racconto epico, suddiviso in 10 puntate, è stato scritto e sarà diretto da Matteo Rovere, che nell’ultimo anno abbiamo già apprezzato dietro la macchina da presa in occasione de “Il primo re”, rivisitazione del mito di Romolo e Remo.
Stavolta protagonisti della serie Iemos, Wiros e la giovane vestale Ilia che, come anticipa il sito specializzato comingsoon.it, sono “tre ragazzi segnati dalla morte, dalla solitudine e dalla violenza. Una storia di uomini e donne i quali scoprono come crearsi un destino anziché subirlo, e una rivoluzione guidata anche da una figura femminile feroce e protettiva, spietata e materna”.
Sky Atlantic Italia oggi, ha rilasciato sui suoi canali social un video che documenta non solo un imponente lavoro svolto per ricostruire due intere città sulla base di ricerche storiche, ma anche l’allenamento imposto al cast per entrare nella parte. Nicola Maccanico, vice presidente esecutivo della programmazione di Sky Italia, definisce la serie "epica nel vero senso della parola, un prodotto di portata internazionale in cui brillerà una nuova generazione di attori italiani".
I tre protagonisti selezionati sono Andrea Arcangeli, Marianna Fontana e Francesco Di Napoli, tutti attori già visti in produzioni di primo piano del cinema italiano, rispettivamente in “Trust”, “Indivisibili” e “La paranza dei bambini”.
Il regista Rovere, che si alternerà dietro la macchina da presa ai colleghi Michele Alhaique ed Enrico Maria Artale, commenta invece così: “Romulus è un racconto di sentimenti, guerra, fratellanza, coraggio e paura. È un grande affresco epico, una ricostruzione fortemente realistica degli eventi che hanno portato alla fondazione di Roma. Ma soprattutto è un'indagine sulle origini e il significato profondo del potere in Occidente: un viaggio in un mondo arcaico e spaventoso, dove tutto è sacro e gli uomini sentono ovunque la presenza misteriosa e ostile degli dei”.
La serie, come “Il primo re” dal quale prende spunto, sarà anch’essa recitata in protolatino, la lingua parlata nell’VIII secolo avanti Cristo e che, nel caso del film, è stata parzialmente ricreata grazie all'aiuto di semiologi dell'Università della Sapienza di Roma.