M ara Maionchi, 'signora' di X Factor ma prima di tutto produttrice e super scopritrice di talenti, ha concesso un'intervista a tutto tondo al sito Sapiens nella quale rivela aneddoti e curiosità parlando di artisti di ieri e oggi. Ve ne proponiamo qui alcuni passaggi (qui la versione originale).
Su Tiziano Ferro
"Mi ha odiato per un periodo. Quando si è presentato a Sanremo non è passato ma non era ancora pronto. Una volta a Sanremo arrivò decimo. Ha avuto qualche piccolo premio che lo ha ripagato di alcune spese che sicuramente avevano fatto i suoi genitori - racconta - ma la verità è che gli è andata bene a non essere scelto... Quella timbrica speciale che aveva avuto sempre era una cosa, ma la qualità delle canzoni l'ha guadagnata. Se gli fosse andata bene immediatamente, il tempo non gli avrebbe concesso di scrivere pezzi così particolari. A 18 anni veniva a far sentire le sue canzoni a me e si sentiva continuamente dire di 'no, fa schifo, non va bene', due volte a settimana. Facendo avanti e indietro da Latina... quando abbiamo ascoltato Tiziano in classifica in Italia e in Francia... è stato un regalo. E oggi tutti dicono i talent di qua, i talent di là... Ma accanto a Sanremo e alle radio, i talent servono. Possono servire specie se uno non ha trovato immediatamente una strada. È una occasione per mettersi in gioco non tanto con il pubblico ma con il lavoro che vorrebbero fare".
Su Gianna Nannini
"... L'avrei ammazzata. Però la volontà devono averla tutti. Ed è per questo che i ragazzi di X Factor di oggi possono essere meno fortunati, perché hanno subito successo e gli manca quel pezzetto di marciapiede di mestiere come si diceva una volta, che ti consente di imparare a sfruttare meglio le occasioni... con America impose che la donna era libera di fare la stessa vita degli uomini. Le canzoni sono più importanti di quanto la gente pensi".
Su Fedez
"Fedez è bravo, sta nel suo tempo. Io non so se sono altrettanto brava a essere nel tempo. Ma lui è figlio del suo tempo. Poi, certo, una canzone può piacere o non piacere ma ciò che conta è che sia giusta per la persona che la canta".
Su Levante
"Mi è piaciuta è una ragazza che ha cantato delle canzoni coraggiose. Eh, ci vuole coraggio a cantare 'Sei un pezzo di Me...'. Cioè, capita di pensarlo. È una buona sintesi. Ed è molto meglio gridare a un fidanzato 'sei un pezzo di m...' che piangere tutta le vita eh! È giovane dai quanti artisti ci sono allora? E vabbè. È una forma carina (dire, ndr) 'avanti il prossimo artista' perché lei pensa alla parte artistica di ciascuno di loro. Tutti ce l'abbiamo. Però la parola in sè designa più uno che ha già dato qualche soddisfazione. Lo apprezzo. Non sono capace di farlo io. Prima di chiamare qualcuno artista devo aver passato un lungo tempo di convinzione".
Su Morricone
"Era uno interno faceva arrangiamenti anche di Paoli e Vianello. Ha detto: 'non è che uno si siede e ha l'ispirazione. È nella tenacia e nel lavoro che trova la soluzione'. Ecco, uno magari ha la capacità ma senza lavoro non serve a niente. Bisogna imparare a guardarsi attorno. Io non ho molto la concezione dell'aura poetica dell'artista".
Su Battisti
"Per me quelli bravi sono quelli che lavorano tanto. Battisti, con cui ho lavorato cinque anni, era un impiegato della canzone. Si alzava la mattina alle nove e andava a dormire alle nove, la sera dopo essere stato su una canzone per due giorni. È faticoso fare l'artista".