A Claudio Baglioni, all’indomani delle critiche mosse dal cantautore alle politiche migratorie del governo, Salvini aveva riservato un lapidario "canta che ti passa".
Sancita con una telefonata pacificatoria la tregua necessaria a rasserenare il clima dell’imminente Festival di Sanremo, strategico per la Rai, il ministro dell’Interno ha destinato un invito simile, parafrasando se stesso, a Fabio Fazio: "Incassa che ti passa".
Il riferimento è al contratto milionario del conduttore di Che tempo che fa, poco dopo che a questi, in un tweet, aveva definito lo sgombero del Cara di Castelnuovo di Porto "un’ulteriore prova di disumanità e incoerenza".
Lo sgombero del Cara di Castelnuovo di Porto è un’ ulteriore prova di disumanità e incoerenza.
— Fabio Fazio (@fabfazio) 23 gennaio 2019
Cancellare ogni tentativo di integrazione aumenta l’insicurezza.
E soprattutto aumenta disperazione e ingiustizia.
"Ulteriore" è la parola chiave per capire il caso politico-televisivo del momento, con il settimanale 'Chi' che dà per certa la cancellazione del conduttore dai palinsesti autunnali della Rai gialloverde. Il giornale pronostica già un passaggio di Fazio verso La7 o Discovery, anche se viale Mazzini bolla invece la ricostruzione come "priva di fondamento", sottolineando che i palinsesti autunnali non saranno elaborati prima di primavera.
La vecchia acredine tra Fazio e Salvini
"Ulteriore", appunto. Perché nell’acuirsi dello scontro tra Fazio e Salvini c’è sicuramente di mezzo la politica, ma anche l’incerto futuro televisivo del conduttore, come sottolinea all’Agi il deputato Pd Michele Anzaldi, un altro che seppur da una sponda politica opposta a quella di Salvini, il supercontratto del conduttore non l’ha mai digerito.
Il milionario (a carico degli Italiani) dice che sono DISUMANO. Più si arricchiscono, più perdono il contatto con la realtà. Incassa che ti passa, io vado avanti nel nome del buon senso e del rispetto delle regole. Bacioni pic.twitter.com/W5PqyOyas5
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) 23 gennaio 2019
Il tweet antisalviniano con cui Fazio, ha commentato la tragedia dei 120 migranti annegati al largo della Libia ("Non possiamo più far finta di non vedere, dii non sapere. Un giorno dovremo rendere conto di questi morti innocenti. Di ciascuno di loro") gli ha fatto dare del 'predicatore' dalla stampa governativa, ma anche incassare il prezioso sostegno, ad esempio di Neri Marcorè: "A Fazio tutta la mia solidarietà per gli attacchi che sta subendo a dispetto della sua professionalità. Non è il momento in cui si possa ragionare con serenità dei valori, tutto sembra essere stato messo in discussione. Anche le istituzioni alimentano un clima di astio e di odio che non fa bene a nessuno". E alla visibilità di Fazio contribuirà anche una copertina su Vanity Fair, annunciata per febbraio, che di certo non farà gioire Salvini.
La rivalità tra Fazio e Giletti
Il vicepremier non l’ha mai amato, ha sempre sparato contro il suo "contrattone ottenuto grazie alla precedente governance Rai (Fabio Fazio guadagna in un mese quanto il ministro dell’Interno guadagna forse in un anno. Un mese per andare a fare lo show in tv, un anno per fare il ministro che si occupa della sicurezza di 60 milioni di persone)" non è mai voluto andare a Che tempo che fa e lo vorrebbe fuori da RaiUno, sostituito magari da Massimo Giletti, il conduttore che con la sua Arena targata Rai diede a Salvini grande visibilità, prima di essere fatto fuori (con lo zampino di Fazio, si ipotizzò) e di volare a La7.
Giletti, il cui contratto con La7 scade, a fagiolo, in giugno, piazzerebbe la sua Arena proprio la domenica sera, al posto di Fazio, accolto a braccia aperte anche dalla direttora di Raiuno Teresa De Santis e raddoppierebbe, come Fazio al lunedì. Sempre che, invece, non prevalga l’idea di piazzarlo nel pomeriggio de La vita in diretta, per risollevarne gli ascolti.
Fazio ritorna a RaiTre?
Per Fazio si ipotizza un ritorno a Raitre, la sua rete d’origine. Anche perché il suo contratto, firmato un anno e e mezzo fa, è quadriennale, e quindi il suo trasloco verso altri lidi concorrenti è poco plausibile, a meno che La7 e Discovery siano fantascientificamente disposti a tirar fuori gli stessi tanti soldi: i 2,2 milioni l’anno del suo compenso annuale e gli altri due (regolati in Rai però da un contratto annuale e non quadriennale) che vanno alla sua società Officina, che coproduce il programma.
"Mi auguro che l’ad Salini decida, in caso, di utilizzarlo per Raitre, e non di tenerlo fermo sprecando altri soldi", dice Anzaldi "ci si stupisce per il cachet di Claudio Baglioni a Sanremo e non per i milioni che Fazio incassa per un programma di un’ora che non fa neanche grandissimi ascolti" (si attesta sul 15 per cento di share, ndr). E forse sarà proprio Anzaldi, dalla sponda politica opposta a quella di Salvini a dare una spallata al contratto di Fazio. Il suo regolamento contro i conflitti di interessi degli agenti di conduttori e star della tv (a Fazio impedirebbe l’autoproduzione del suo programma, ndr), approvato all’unanimità dalla commissione di Vigilanza Rai a fine 2017, ma mai applicato in Rai in attesa della sua estensione, a cura dell’Agcom, a tutte le tv italiche, sta per essere varato. "Entro gennaio" informa "l’Agcom varerà il regolamento. Lo ha annunciato il presidente Cardani rispondendo a una mia richiesta ufficiale. E’ un passaggio fondamentale nella lotta a sprechi e privilegi in Rai, perché proprio nascondendosi dietro all’Agcom la Rai finora non l’ha mai applicato».