L ’ultimo, metaforico schiaffo gli è arrivato attraverso il talent The Voice: con la bocciatura, da parte dell’ad della Rai Fabrizio Salini, di uno dei quattro coach, il rapper Sfera Ebbasta, ancora troppo correlato, secondo il numero uno della tv pubblica, al dolore dei familiari delle vittime della strage nella discoteca di Corinaldo, dove nel dicembre scorso schiacciate dalla folla morirono sei persone.
Di fronte alla decisione di Salini presa il 20 febbraio, a meno di due mesi dalla messa in onda su Raidue, con i contratti della conduttrice Simona Ventura e dei quattro coach (oltre a Sfera il gruppo comprende Morgan, Elettra Lamborghini e Gué Pequeno) già pronti, e alla vigilia del servizio fotografico milanese organizzato dalla Rai (e poi annullato) con i cinque che avevano ricevuto pure indicazioni sui colori dei loro look, un altro direttore avrebbe preso la porta e se ne sarebbe andato.
Il caso Sfera Ebbasta
Come ha fatto Fremantle, che di fronte al diktat sulla sostituzione di Sfera Ebbasta si è sfilata dal programma che produce e di cui, con Talpa Media di Marco Tombolini, detiene i diritti del format. Un altro direttore si sarebbe mortalmente offeso, appunto. Ma non un veterano delle politiche televisive come Carlo Freccero, che pure di schiaffi metaforici ultimamente ne sta prendendo parecchi: dalla pioggia di critiche per la sua trasmissione su Beppe Grillo, a quelle per agli ascolti fiacchi delle trasmissioni Povera Patria e Popolo Sovrano, che ha inventato per la sua Raidue sovranista, “una rete legata all’esprit du temps”, come la definisce lui, bombardato pure dalla Lega, con Paolo Tiramani, capogruppo in commissione di Vigilanza, che ha definito inaccettabile la scelta di Sfera Ebbasta e deludente, sotto il profilo dell’Auditel, il palinsesto della nuova Raidue.
Freccero però, non fa una piega, schiva gli attacchi politici e accetta la decisione dell’ad: “E’ stata una discussione franca e civile. Salini ha il comando, spetta a lui l’ultima parola”. Ha fatto sapere che, se Fremantle non ci ripenserà, The Voice comunque si farà, prodotto da Talpa Media di Tombolini (attraverso un probabile accordo con Fremantle che al momento ha i diritti italici del format ndr). Il geniale Freccero, che non ha ancora un nome alternativo a Sfera Ebbasta da proporre ufficialmente, ha approfittato del caos The Voice per fare chiarezza con l’Agi sulla genesi della nuova edizione del talent e per mettere così l’accento su quanto il suo essere troppo avanti si sia dovuto scontrare con le regole della tv pubblica: “Rispetto alla scelta di Sfera Ebbasta mi sono chiesto due volte, relativamente alla tragedia della discoteca di Corinaldo, se nella musica è giusto non rispettare il protocollo del politically correct”.
Si è risposto affermativamente, “per recuperare il pubblico giovane che si è disperso nelle varie piattaforme Netflix e Sky”, quando era ancora in attesa del placet dell’ad Salini. “La decisione finale sui programmi spetta però giustamente all’amministratore delegato. E ieri in modo deciso mi ha detto che non voleva dare il via libera a Sfera Ebbasta perché l’alone di Corinaldo pesa ancora e anche perché i testi delle canzoni del rapper non sono compatibili con il servizio pubblico”.
Il caso The Voice
Voltando pagina su Sfera Ebbasta Freccero ha chiarito pure che nel pensare alla nuova edizione aveva stabilito dall’inizio di dare vita a un The Voice che rispecchiasse completamente X Factor, il talent di Sky prodotto sempre da Fremantle, la cui ultima edizione è stata vinta dal rapper Anastasio “Ho scelto subito come conduttrice e centro di gravità permanente del programma Simona Ventura perché mi avrebbe portato anche il pubblico di Mediaset, e dopo il successo del programma di Raidue dedicato a Freddie Mercury il primo coach a cui ho pensato è stato il mio amico Morgan”. Ha quindi chiesto a Fremantle di proporre altri tre coach per recuperare “il pubblico giovane, quello dei millennials e che frequenta i social, adatto a fornire contemporaneità alla rete”.
Sono usciti così nomi di Elettra Lamborghini, Gué Pequeno e Sfera Ebbasta, sui quali, come se non bastassero i problemi pesa pure il fatto di appartenere tutti alla scuderia BHMG fondata dal rapper bocciato dalla Rai, sul quale prima di dare il suo ok Freccero spiega di aver chiesto a Fremantle di essere rassicurato sul fatto che non ci fossero pendenze giudiziarie su di lui. “Ho voluto anche avere la certezza che non ci sarebbero stati processi legati alla tragedia della discoteca di Corinaldo durante il programma”.
Nonostante gli ostacoli, resiliente come pochi, lui tira dritto, convinto che la tv sia “sofferenza, per ottenere dei risultati bisogna sporcarsi le mani. E io lo sto facendo. Avrei potuto limitarmi a pensare dei nuovi programmi per la nuova stagione tv e invece sto cambiando tutto da subito, per mia generosità e anche per il mio piacere. Sto facendo un dottorato televisivo”.
Ma come vanno gli ascolti?
Gli dicono che i suoi ascolti vanno maluccio? Lui offre un’altra prospettiva: è soddisfatto degli ascolti in salita del nuovo Tg2 Post, della trasmissione su Virginia Raffaele, di quelle su Celentano e Benigni, e fa notare che nonostante il fiacco esordio di Popolo Sovrano, gli ascolti medi della rete nel periodo 10-20 febbraio si sono attestati sulla media del 6,19 per cento, con una crescita del 1,13 per cento rispetto alla stessa decade dello scorso anno. Povera Patria va meglio del vecchio Night Tabloid, e riguardo a Popolo Sovrano, la cui seconda puntata del 21 febbraio ha migliorato di pochissimo la performance rispetto alla prima (2,7 per cento di share, rispetto al 2,6) Freccero è sicuro che alla fine di febbraio il programma troverà una quadra, e annuncia che le vere novità si vedranno dalla terza puntata. Ha mandato una lunga nota ai responsabili del programma, indicando le prima correzioni.
Ha chiesto di mettere al posto dei politici degli esperti che daranno le loro opinioni sui problemi di cui si discute e di introdurre un sondaggio che fotografa l’opinione pubblica sull’argomento. E visto che il programma si chiama Popolo sovrano, Freccero ha suggerito di rendere il pubblico “attore e non spettatore” mettendo i testimoni delle storie trattate in platea, tra la gente. Il direttore di Raidue punta anche a ridurre gli argomenti e snellire i contenuti, puntando a trattare un “argomento del giorno”, uno di cui non si parla nei media mainstream, un reportage di costume e un’inchiesta affidata a Daniele Piervincenzi, trattata come una sorta di fiction. E non esclude di stabilire una sinergia con Povera Patria. Con l’argomento non mainstream trattato in termini semplici su Popolo Sovrano e in termini economici dalla trasmissione di Annalisa Bruchi. Provateci voi, a fermarlo.