P ortare la fisica in scena, al teatro, e farla vivere in maniera tale che il suo linguaggio sia di facile comprensione. Dove la fisica era prima di tutto un luogo dell'anima, facilmente accessibile a tutti. Nasce da qui l'idea di Gabriella Greison di creare il Festival della Fisica a teatro e itinerante, e che vedrà il battesimo a Roma il 20 maggio allo Spazio Diamante (via Prenestina 230b), fino al 24. Titolo di questa iniziativa, fatta di incontri e spettacoli teatrali, "Evviva la Fisica", sottotitolo: "Le menti che hanno creato il nostro mondo".
Un'idea venuta a Greison mentre scriveva il romanzo "Hotel Copenaghen" (editore Salani, uscito da poche settimane). Partendo da una constatazione: non esisteva un luogo dove i fisici potessero esprimersi liberamente con un linguaggio di facile comprensione. "Un posto neutro, un posto fuori dai centri di ricerca scientifica - dice l'autrice - dove è necessario invece avere un modo di parlare ben preciso".
Gabriella Greison
Ed ecco che il teatro si propone come "il luogo più adatto, per arrivare a chiunque, e per utilizzare quello straordinario meccanismo che si innesca ogni volta che inizia una rappresentazione: il tempo interiore di chi assiste e di chi recita si ferma e gli eventi fuori scorrono ad una velocità diversa (che poi è la definizione di relatività, se vogliamo dirla tutta). Il teatro come luogo di contaminazione era il luogo più adatto per la mia idea; anche perchè Einstein stesso aveva detto 'i fisici hanno un mondo dentro, per questo gli viene facile tenere la scena in qualsiasi teatro. E io l'ho preso alla lettera".
Einstein
Un'operazione che a Greison riesce in qualche maniera 'facile': lei porta già a teatro da diversi anni i suoi monologhi (ad esempio, "Monologo quantistico" quest'anno sfiora quota cento repliche in tutta Italia, mentre "Due donne ai Raggi X" ha fatto continuamente tutto esaurito, in qualsiasi città). Ma all'autrice non sarebbe bastato creare un Festival a Milano, città dove l'idea ha preso corpo e dove c'è stata la possibilità di creare la prima edizione (al Teatro Menotti, il Festival è andato in scena dal 20 al 28 marzio 2018), "il Festival lo volevo fare itinerante, in modo da girare i teatri di diverse città italiane, e in ogni città contattare i centri di ricerca scientifica del posto e attingere dai fisici presenti lì. Ma siccome le mie idee fanno il giro molto velocemente del web, il mio sito è molto frequentato, così come i miei social network, ecco che sono arrivate le prime proposte da parte dei centri di ricerca sparsi nel nostro Paese, e anche di teatri che - come contenitori eleganti e perfetti - potevano ospitare il Festival".
Neils Bohr
E così dopo Milano si è aggiunta Roma, e poi ci sarà Trieste (probabilmente il prossimo anno). A Roma il Festival viene inaugurato domenica 20 alle ore 20, con una festa ad ingresso gratuito, con aperitivo, buffet, gadget e la prima serata prevede un monologo iniziale di Gabriella Greison e poi il primo evento dedicato a Ettore Majorana, a 80 anni esatti dalla scomparsa del fisico. Con l'autrice poi seguiranno le serate in scena del "Faust a Copenaghen", lo spettacolo da lei stessa creato, tratto proprio dal libro "Hotel Copenaghen", nelle serate di martedì 22, mercoledì 23 e giovedì 24 maggio, alle ore 21 (biglietti su ticketone).
L'autrice sottolinea che prima di lei, chi aveva preso alla lettera le parole di Albert Einstein e aveva creato un luogo dove i fisici potessero esprimersi era Niels Bohr, premio Nobel nel 1922, un anno dopo Einstein, ed è stato il suo più grande antagonista. Soprattutto nella creazione della fisica quantistica. Fisica quantistica che è nata proprio a Copenaghen. Niels Bohr era il 'fratello buono' per tutta la comunità scientifica del XX Secolo, era colui che mandava inviti e faceva arrivare nel suo istituto di ricerca tutti i giovani talentuosi e li faceva crescere.
Il suo modo di lavorare (a differenza di quello di Einstein, che era un 'lupo solitario') era di grande condivisione, di discussione continua, e di continui battibecchi e litigate. Cercava ossessivamente l'errore, la contraddizione, il paradosso, e con quelli cresceva. I suoi ragazzi erano Werner Heisenberg, Wolfgang Pauli, e tanti altri. Quasi tutti quelli che andavano da lui, poi uscivano con un premio Nobel. In particolare, questi due giovani fisici erano talentuosissimi.
Famoso è l'incontro avvenuto tra Bohr e Heisenberg a Copenaghen, nel 1941, che poi li farà separare per un lungo periodo di tempo, uno tornerà a lavorare con i tedeschi alla creazione della bomba e l'altro si aggregherà al Progetto Manhattan di Los Alamos con gli americani e gli inglesi (e su questo il romanzo "Hotel Copenaghen" riporta molte tracce inedite, molti racconti, diverse informazioni che trovate dalla Greison grazie alle ricerche fatte all'NBI e a Copenaghen).
Gabriella Greison
Niels Bohr stesso aveva la necessità di fare esprimere i fisici nella maniera più semplice possibile, in modo che potessero essere capiti di tutti, ed ecco che lui stesso aveva creato un appuntamento annuale nel suo istituto di fisica, l'NBI, dove i fisici dovevano mettere in scena degli spettacoli teatrale. Nel 1932, in particolare, misero in scena il "Faust a Copenaghen".
Era il centesimo anniversario dalla morte di Goethe, e quindi presero il suo testo e lo riadattarono in chiave scientifica, con i loro dilemmi sulla scoperta del neutrone (da parte di un inglese, Chadwick) su cui riflettere se vendere o no la loro anima. In scena c'erano tutti: Bohr, Heisenberg, Pauli, Dirac, la Meitner, Ehrenfest, e loro stessi dovevano anche impersonare le parti di Faust, Mefistofele, Dio. Quello che ne uscì fu uno spettacolo esilarante. "Io, oggi, ho ripreso quel testo, e l'ho riadattato in chiave moderna: per questo il cuore del Festival sarà lo spettacolo che debutta a Roma dal 22 maggio, con l'idea di ricreare quell'atmosfera, quel clima, dove la fisica era prima di tutto un luogo dell'anima, facilmente accessibile a tutti".