AGI - Debutta al Teatro Belli di Roma, a partire dal 26 dicembre e per tutte le feste, lo spettacolo “Se dovessi cantarti – Una serata con Roberto Lerici” diretto da Toni Fornari, interpretato da Simona Patitucci e Valentina Martino Ghiglia.
Un’ora e mezza d’intrattenimento con le canzoni e gli sketch scritti dal genio dell’intrattenimento, Roberto Lerici, del quale proprio quest’anno ricorre il trentesimo anniversario della scomparsa.
Il compito di dirigere la band dal vivo è affidato al Maestro Mimmo Sessa che firma gli arrangiamenti di alcuni dei brani resi celebri da Gigi Proietti, Raffaella Carrà, Mina, Gabriella Ferri e Ornella Vanoni nei varietà del sabato su Rai uno. Racconta il regista Toni Fornari: “Non abbiamo scelto solo i suoi cavalli di battaglia – interpretati soprattutto da Gigi Proietti -, ma abbiamo prediletto alcuni brani inediti, tratti dal ricchissimo archivio di testi, così vari fra loro, e che mi hanno colpito per la lungimiranza. Ad esempio le invettive politiche di Lerici, degli anni ’80, contro la Dc, sono ancora di un’enorme e spaventosa attualità”.
Durante la serata, oltre a gag e giochi di parole, si avranno contributi video e audio da parte di numerosi artisti. Tra risate, canti e balli, si affronteranno anche tematiche più delicate, come quella del femminicidio. “In più di una canzone – aggiunge Valentina Martino Ghiglia – Lerici ha parlato della violenza sulle donne e del problema della reticenza che si aggiunge alla mancata capacità di denuncia”.
Lo spettacolo sarà al Teatro Belli, con la cui Compagnia Lerici iniziò a collaborare nel ’69 e che tutt’oggi è gestito proprio dal figlio di questo, Carlo Emilio Lerici.
Simona Patitucci che, prima che interprete, della piece è ideatrice e coautrice con Fornari, racconta: “Durante il lockdown mi sono imbattuta nei i ricordi dell’infanzia. Trasmissioni come Mille luci, Fatti e fattacci… Nei titoli di coda compariva sempre Lerici, così ne ho approfondito lo studio. A lui si deve la fortuna di uno dei grandi successi di Proietti - A me gli occhi, please – scritto con maestrìa, nel sottile equilibrio tra ironia, poesia e contaminazione teatrale. Abbiamo così deciso di festeggiarne il trentennale nel modo più appropriato: con un varietà pieno di gioia, musica e risate”.