AGI - Ricominciare con ottimismo una stagione che "sarà come prima e piu di prima", anche se "in questa campagna elettorale, nessuno ha speso più di quattro righe per lo spettacolo" e Roma "nonostante due governi locali, è esattamente come sette anni fa" e cioè, "un disastro". Lo dice all'AGI Massimo Romeo Piparo, autore, regista, produttore e direttore artistico del Teatro Sistina di Roma, il 'tempio' del musical come viene considerato nella Capitale e nel resto d'Italia.
Da qui infatti, partono poi in tour gli spettacoli più belli, quelli da sold out, e che in alcuni casi vengono riproposti ogni anno proprio per la grande richiesta. "Lo slogan di quest'anno - afferma Piparo - 'come prima, più di prima' è stato scelto proprio perché è la prima stagione all'insegna della normalità dopo la crisi dovuta alla pandemia. Apriamo a ottobre e chiudiamo a maggio/giugno. Questa per noi è la normalità".
Dopo il grande lockdown, il Sistina ha riaperto a dicembre 2021 come tutti i teatri, con le dovute precauzioni e con la capacità ridotta nei posti: "Eppure - spiega Piparo - anche in quel caso le persone a teatro sono venute. Ora vogliamo dimostrare al pubblico che ci siamo, e vogliamo infondere un senso di fiducia. Noi ci siamo, le persono devono sapere che se vengono a teatro, si accorgeranno che i loro soldi sono spesi bene".
"Durante la pandemia c'è stata tanta confusione da parte delle istituzioni, sono stati dati tanti soldi, ma male e senza un criterio - sottolinea il direttore artistico del Sistina - creando differenze fra i vari settori. Mi riferisco al cinema e alla musica leggera che sono stati privlegiati rispetto al teatro privato. Il teatro pubblico ha drenato la maggior parte dei soldi. Per troppi anni, poi, c'è stata una politica basata sull'assitenzialmismo, sulla totale copertura dei costi degli enti pubblici. E il teatro privato che si trova nel mezzo, ha faticato molto a superare la crisi, proprio per questi motivi. Oggi, noi riapriamo puntando solo sul premio del pubblico. È mancata una politica di investimento in grando di creare le premesse per ripartire dopo la crisi. Se i soldi si danno a pochi soggetti, e tanti, quei pochi non investiranno ma giocheranno al contenimento. E chi deve rilanciare e investire, è costretto a ripartire da zero".
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La crisi pandemica ha inciso molto in termini di pubblico, "con l'80% in meno e a livello di introiti - spiega ancora Piparo - il teatro privato ha bruciato 50 milioni l'anno di incasso. Noi abbiamo fatto il possibile. Quando siamo potuti tornare a teatro, il Sistina si è presentato con una veste nuova, ristrutturato. Abbiamo fatto l'inagurazione con 'Mamma mia!' che è andato subito sold out, con 50mila spettatori fra Natale e gennaio. Poi è arrivato Rugantino. Grande successo anche lì. Segno che il pubblico voleva tornare a teatro. E adesso si riparte, nonostante il caro-bollette in agguato, i costi che sono triplicati e nonostante tutto, il Sistina ha lasciato il prezzo del biglietto inalterato. Quindi immaginate come si possa andare avanti così".
Un piano B nel caso in cui il caro-energia dovesse incidere molto profondamente? "No - sottolinea - il nostro auspicio è sempre quello di riempire il teatro. Sappiamo bene che quest'anno, nella migliore delle ipotesi per quanto riguarda i costi andremo in pareggio. Ecco, questo sarà il nostro massimo risultato... Il piccolo margine di guadagno si configura come un pareggio. Immaginatevi con quale sprito affrontiamo una stagione. E c'è da dire, che veniamo da una campagna elettorale in cui non si è spesa una sola parola per il teatro. Si è parlato di tutto meno che di questo, ho studiato i programmi delle quattro forze princiapli candidate e si passava da due righe a sei per lo spettacolo. Speriamo che con il nuovo governo si prenda il toro per le corna e venga affrontato il problema. Un settore che crea lavoro, indotto, economia deve essere considerato. E basta con l'assistenzialismo, i soldi a pioggia. La cultura va misurata per quello che sviluppa e produce. Tre o quattro priorità da sottoporre al ministro della Cultura? Le abbiamo proposte per tre anni al vecchio ministro e non ci ha ascoltato. Una su tutte, il tax credit, il credito di imposta che premia la produttività, un meccanismo che è stato dato al cinema, alla musica, persino alle sale giochi mentro lo spettacolo dal vivo non se ne giova. È importante poi che la spesa per la cultura e l'intrattenimanto venga identificata come un bene di prima necessità per la collettività: l'utente deve poter detrarre dalle tasse l'investimento che fa in cultura. E poi, si deve investire sui giovani. In tutte le scuole d'Europa e nel mondo, il teatro è materia di studio. Noi con l'accademia Sistina incentiviamo i ragazzi a studiare teatro, scenografia e tanto altro ma non basta, deve farlo la scuola. E chi fa musical, deve essere usato dalle istituzioni per il gran lavoro di coinvolgimento che svolge: con Jesus Christ Superstar, mezza platea è solo composta da giovani".
Cosa vedremo al Sistina? "Abbiamo in cartellone i classici della romanità: il Marchese del Grillo e Rugantino. Con dialoghi, soprattutto per quanto riguarda il Marchese, estremamente attuali per la Roma di oggi: leggendo le note che accompagnavano questo spettacolo portato in scena sette anni fa, ho constatato che non è cambiato nulla per Roma. Ho trovato quelle mie note tremendamente attuali. È come se il tempo si fosse cristallizzato. Eppure sono cambiati due governi nella Capitale che sono pure contrapposti, ma il degrado è rimasto ed è una cosa gravissima. E il Marchese del Grillo, in scena dal 12 ottobre, seppur ambientato nella Roma papalina, riaccende un faro sulla cattiva gestione della città. Fra una battuta romanesca e l'altra c'è uno spaccato della realtà attuale di Roma impressionante...".
Turisti a teatro? "Stanieri pochissimi, vanno per musei. Roma non è stata capace di cogliere l'occasione del teatro. Un tedesco il musical va a vederselo a Londra. Abbiamo avuto stranieri con Jesus Christ Superstar, recitato in inglese. Forse ne avremo per Cats, con Malika Ayane ambientato nella Roma antica, con i gatti nel sito archeologico del Colosseo. Debuttiamo il 7 dicembre. Mi contrappongo idealmente alla Scala di Milano che apre la stagione lo stesso giorno... Tanto ormai è tutto un autogoverno, dobbiamo pensarci da soli visto che non lo fanno le istituzioni. Ma va bene così".
In cartellone al Sistina quest'anno, fra gli altri, ci saranno: "Il Marchese del Grillo", "Cats", Arturo Brachetti con il suo spettacolo, "Il piccolo principe", Vanessa Incontrada con 'Scusa sono in riunione, ti posso richiamare', Rugantino con Serena Autieri e Michele La Ginestra, Massimo Ranieri, lo spettacolo Billy Elliot con i ragazzi dell'Accademia Sistina e di nuovo "Mamma mia"! "Mettiamo il teatro fra le nostre priorita' - conclude Piparo - nonostate la crisi e i problemi che affliggono la nostra città. Una sera regalata al proprio intrattenimento fa bene. E al Sistina, l'investimento sarà ricompensato. Noi ricominciamo con ottimismo: è qui che si vede la differenza fra un popolo forte, intelligente, colto e un popolo che non lo è".