L a storia di A Boogie wit da Hoodie, rapper del Bronx classe ’95, riuscito a venire fuori dal ghetto come tanti prima di lui per diventare una star del genere, è esemplificativa di ciò che è diventato il mercato discografico mondiale, mettendo forse definitivamente la parola fine (qualora ci fosse ancora in giro qualcuno con qualche dubbio) ad un concetto di approccio con la musica basato sulla vendita di un qualsiasi supporto fisico. Il nuovo disco di A Boogie, Hoodie SZN, uscito lo scorso 21 dicembre ha conquistato negli Stati Uniti il primo posto nella classifica Billboard 200 con numeri da capogiro: 83 milioni di stream, 12 milioni di visualizzazioni su YouTube per il singolo Look Back At It.
Perché è successo
Un successo che l’ha portato anche al vertice della classifica Globale di Spotify ma che è interessante analizzare anche attraverso un altro numero: 823, che sono i dischi acquistati fisicamente in un negozio di dischi. Un numero che ci riferisce che la velocissima rivoluzione in atto negli ultimi anni è giunta al termine.
Billboard, la più celebre rivista musicale statunitense, già dal 2014 aveva cominciato ad operare un calcolo per includere i dati di vendite (fisiche e online) e stream in modo tale da fornire una classifica il più attendibile possibile. Un problema effettivamente capire, per esempio su Spotify, quanti stream provengono da utenti premium, quindi che pagano un abbonamento ascoltando così la musica senza pubblicità e con una qualità più alta, e quanti gratuitamente, il che fa una certa differenza.
Ciò che al momento appare chiaro è che le piattaforme come Spotify e YouTube (che da qualche mese in forte lancio anche come YouTube Music) si sono imposte sul mercato.
Una sconfitta? Solo sotto certi punti di vista, perché se da un lato internet ha sotterrato i lettori cd, dall’altra ha dato nuova vita ai vinili, in netta crescita nelle vendite, diventati adesso oggetti di culto e ritagliandosi una fetta di mercato che sarà pure elitaria dati i costi, ma certamente dura a morire.
Ma soprattutto ha costretto, dall’altra parte, gli addetti ai lavori a concentrare le proprie energie sui Live, vera fonte di sostentamento del baraccone musicale. Una rivoluzione che è già realtà con la quale non ci resta che convivere.