AGI - Oltre due ore di spettacolo fra irriverenza e poesia, per cercare di comprendere cosa hanno in comune Francesco De Gregori e Checco Zalone che hanno strappato applausi al pubblico accorso alle Terme di Caracalla di Roma, in occasione del primo di due concerti - evento.
Il risultato, è che alla fine dello spettacolo, non ci si chiede più cosa ci azzecca quel duo che oscilla fra umorismo e aplomb, e che ha anche realizzato un disco, "Pastiche", uscito lo scorso 12 aprile, perchè il piano è riuscito e i due "opposti" si sono perfettamente integrati dando vita a qualcosa di bello.
Il concerto è l'occasione per presentare il disco, un progetto composto da quindici brani in cui la voce di De Gregori è accompagnata al pianoforte da Zalone in versione musicista puro. In "Pastiche", oltre a inediti come "Giusto o sbagliato" ci sono incursioni nella musica italiana dando spazio anche a cover di altri colleghi come Paolo Conte, Pino Daniele, Antonello Venditti, lo stesso Zalone e naturalmente, De Gregori. E il risultato di questo concerto, tenuto ieri per la prima volta, alla presenza del sindaco di Roma Roberto Gualtieri, Malika Ayane, Pacifico, Luigi Grecchi De Gregori, è quello di uno spettacolo delizioso, divertente, dove i due artisti si sono presi in giro reciprocamente producendo, manco a dirlo, grande qualità. "Noi due qui sul palco - ha tagliato subito corto Zalone - praticamente siamo come La Russa che pomicia con Schlein". "Che vanno bene tutti e due eh?", ha fatto eco l'altro, per non creare polemiche pur restando sullo scherzo. Checco diverte e si diverte quasi a "smitizzare" Francesco che si e' prestato al gioco: "Mi ha fatto due promesse - ha affermato il comico e regista - e cioe', che non si arrabbia se cantate le sue canzoni, non si irrita e se ne va via. E poi spieghera' man mano i brani".
Lo spettacolo (dal titolo "De Gregori - Zalone, Voce e Piano & band), si è aperto con Deborah's theme, omaggio a Morricone con il solo Checco al piano, che da subito, semmai qualcuno non lo sapesse, fa vedere di essere un ottimo musicista che spazia dal blues, al jazz, al rock. E poi ecco "Piano Bar", dove è entrato anche in scena De Gregori, ed è l'occasione per sfatare ancora una volta la "chiacchiera" che questa canzone sia nata per prendere in giro Antonello Venditti che, ha affermato Zalone, "di sicuro sta qui fra il pubblico, magari si è tinto i capelli di biondo per non farsi riconoscere, è in incognita". La scaletta di canzoni "tristi, che poi diventeranno tristissime", hanno sottolineato i due, scivola via fra una risata e l'altra, intervallata da omaggi come "Storia di Pinocchio" con cui il duo, attraverso racconti personali di De Gregori, ha ricordato Nino Manfredi, e lirismi come Rimmel, o la Leva Calcistica della classe '68. Poi Zalone è entrato diretto con la "tragica" storia del suo Alejandro, povero uomo costretto a dover fare i conti con l'andropausa e che i due artisti hanno cantano insieme allegramente in un italiano spagnoleggiante. Si divertono De Gregori e Zalone, e molto. Sono amici e si vede, suonano e cantano bene, hanno il giusto senso dell'umorismo utile per graffiare, dire le cose con ironia e inteneriscono con la poesia. Tutti e due si sono concessi spazi di 15 minuti circa per stare da soli con il pubblico. Uno fa ridere e riflettere con la sua ironia, l'altro... beh, l'altro è De Gregori e tanto basta per scivolare nella poesia e l'emozione.
Zalone, in apertura di concerto, ha chiesto alla platea quanti fossero gli spettatori accorsi per lui e quanti quelli per De Gregori: "Tanto - ha detto - sareste venuti qui anche se al piano c'era Smaila. Io con umilta' metto in mezzo qualche mia canzone". I 15 minuti di De Gregori sono dedicati a "Sento il fischio del vapore", "Il vestito del Violinista", "I matti" "Due zingari". Poi tocca a Checco, e si ride con "Culu piattu", un tragico samba su una bella ragazza brasiliana a cui pero' manca il fondoschiena da urlo. Poi c'è "Poco ricco" in cui Zalone interpreta il rapper 'Ragadi' che si lamenta del suo status. Segue "Patriarcato" ironia sul maschilismo, per poi approdare a "Immigrato" che, ha sottolineato l'artista, "avevo proposto a Vannacci ma lui ha preferito 'Generale'". I due tornano poi sul palco insieme e cosi' si omaggia Paolo Conte con "Pittori della domenica", si ascolta il capolavoro "Atlantide" e ci si sbellica con "Gli uomini sessuali". La canzone diverte grazie all'interpretazione tipica di Checco e raggiunge il massimo quando entra la voce di De Gregori, il "Maestro" come lo chiama Zalone.
Qui avviene il "cortocircuito" dove quello tradizionalmente "serio", fa ridere ancora di più. E questo connubio fra istrionismo e aplomb, alla fine vince su tutto e dimostra che il duo puo' funzionare, divertire, commuovere. Perchè e lo sappiamo bene, De Gregori e' simpatico e allegro e i due sono amici. Quindi dall'alchimia possono venir fuori belle cose. Il concerto si è avviato a conclusione fra classici come "Pezzi di vetro", "Buonanotte fiorellino", "Sempre e per sempre", e ha strappato ancora risate con altri tre pezzi di Zalone fra cui "Angela" e "Battiato". Lo spettacolo e' finito con il capolavoro "La donna cannone" e il pubblico, ha lasciato il teatro all'aperto nel suggestivo parco archeologico, certo di aver assistito a un perfetto gioco di contrasti perfettamente riuscito. Si replica il 9 giugno, sempre a Roma.