AGI - Centinaia di vittime gridano contro il silenzio che circonda gli abusi nel cortometraggio "Moi aussi" ("Anche io"), diretto da Judith Godreche, divenuta il simbolo del movimento "Me Too" in Francia. Il video di 17 minuti ha debuttato ieri sera al Festival di Cannes ed è stato presentato da Godreche come proprietà "di tutti coloro che hanno finalmente potuto raccontare la propria storia. Ma anche di coloro che vivono ancora nel silenzio".
Protagonisti dell'opera sono centinaia di persone - donne e uomini che hanno subito abusi da adulti o da bambini - che hanno risposto all'appello dell'attrice francese e hanno condiviso le loro testimonianze dopo che lei ha reso pubblico che i registi Benoit Jacquot e Jacques Doillon hanno abusato di lei durante le riprese quando era ancora adolescente, alla fine degli anni Ottanta. In piedi in una strada parigina, compiono una catarsi collettiva sui traumi del loro passato, sulla paura di rivelarli e sulla liberazione di dare finalmente un nome ai loro aggressori e scoprire che non sono soli.
Il cortometraggio è stato possibile grazie al fatto che, dopo aver rotto il silenzio il 7 febbraio sugli abusi subiti durante le riprese, Godreche ha creato un indirizzo email per dare ad altre vittime la possibilità di dire "anch'io". In soli 15 giorni, Godreche ha ricevuto 5.000 testimonianze e ha deciso di intraprendere un progetto per rendere loro omaggio, che si è concretizzato il 23 marzo.
"Il film può contribuire, ovunque venga visto, a far si' che ciò che viene mostrato non accada o che non accada di nuovo", ha affermato il delegato generale del Festival di Cannes, Thierry Fremaux, dopo la proiezione nell'auditorium Debussy del Palazzo del Festival di Cannes, in occasione della cerimonia di apertura della sezione 'Un certain Regard'.
Anche se l'attrice non ha parlato alla cerimonia, ha assistito alla prima dello spettacolo tra il pubblico e ha ricevuto una calorosa ovazione da tutto l'auditorium, con le lacrime agli occhi. Solo poche ore prima, lei e il suo team avevano camminato sul tappeto rosso della Croisette e avevano posato con le mani sulla bocca in ricordo della silenziosa sofferenza di tutte le vittime di abusi.