AGI - Il regista di un nuovo film che evoca il fantasma di un ippopotamo di proprietà del barone della droga colombiano Pablo Escobar è rimasto scioccato nell'apprendere quanto imprevedibili e minacciose possano essere questi animali. Nelson Carlo de los Santos Arias, autore di "Pepe", uno dei titoli più interessanti della Berlinale di questa settimana, ha raccontato come le riprese degli animali in Namibia e in Colombia sono state rischiose per la sua troupe. "In un'occasione non sapevamo della presenza degli ippopotami. Hanno quasi attaccato la barca su cui eravamo e abbiamo quasi perso la telecamera", ha detto il regista dominicano all'AFP. "Un'altra volta una femmina, madre - molto aggressiva - ha iniziato a correre verso di noi e il tecnico del suono ha quasi perso l'attrezzatura". Arias ha così scoperto come questi animali possano correre "fino a 35 chilometri (22 miglia) all'ora, con queste cinque tonnellate di grasso". "Non penserete mai che siano così veloci e così forti", ha detto con gli occhi spalancati. Tutte queste 'avventure', tuttavia, hanno permesso al regista 39enne di ottenere un posto ambito alla Berlinale, con uno dei 20 film in concorso per ottenere l'Orso d'Oro
Il documentario
L'opera immagina la vita interiore di Pepe, un ippopotamo di origine africana che apparteneva al serraglio privato del re della cocaina, finché l'animale non è fuggito ed è stato abbattuto nel 2009 per ordine delle autorità statali. Attraverso voci fuori campo, Pepe racconta il suo terrificante viaggio da casa attraverso l'Atlantico - "un fiume con una sola riva" - e le sconcertanti esperienze che lo hanno portato a diventare il primo ippopotamo ucciso nelle Americhe. Dopo che Escobar fu ucciso dalla polizia nel 1993, il suo ranch e la sua collezione di animali esotici, compresi gli ippopotami, furono lasciati in un'area di vegetazione lussureggiante dove non avevano predatori. Il numero di ippopotami è esploso e le autorità dicono che ora ci sono 160 esemplari che vagano liberamente nel nord-ovest della Colombia.
Arias ha girato nei villaggi dove i pescatori temevano per le loro vite e per il loro sostentamento a causa degli intrusi. "La loro intera vita è il fiume Magdalena", ha detto. "Quindi immaginate che questo ippopotamo appaia nella vostra piscina. Perché quel fiume è la loro piscina". La decisione di sparare a Pepe, come fu soprannominato dai media, si rivelò controversa all'epoca, nonostante le preoccupazioni per la sicurezza pubblica. Pepe è diventato una sorta di eroe popolare e un "martire", mentre gli ippopotami sono diventati parte del "discorso politico" in Colombia, ha detto il regista.
"Grazie a questa personificazione di un animale simbolo, entriamo nel regno delle favole", ha aggiunto sottolineando come si tratti di una storia che abbraccia l'eredità del colonialismo e le minacce ecologiche. "Alcuni diranno che c'è un'invasione e che distruggerà l'ambiente. Ma in Africa i fiumi si stanno prosciugando e gli ippopotami stanno morendo, mentre in Sud America c'è molta acqua. E questo potrebbe essere il destino comune di molte persone, esseri animali e piante".