AGI - "Mio padre Italo non è stato un padre pressante, non dava mai un'opinione. Se dovevo studiare un certo scrittore, lui mi diceva la data di nascita, la data di morte, ma non mi voleva dare mai delle opinioni soggettive. Aspirava all'obiettivita'". Affida all'AGI il ricordo del padre Italo Calvino, di cui si celebrano i cent'anni dalla nascita (avvenuta il 15 ottobre 1923 a Santiago de las Vegas, a Cuba), la figlia Giovanna.
A Roma con la figlia Violette Calvino Aguilar, 14 anni tra pochi giorni, da New York dove vive è venuta alla presentazione della mostra 'Favoloso Calvino' in programma alle Scuderie del Quirinale dal 13 ottobre al 4 febbraio 2024. La mostra alle Scuderie del Quirinale rientra nel programma ufficiale delle celebrazioni del centenario della nascita di Italo Calvino. Per la figlia "è strano condividere quello che per me è un'esperienza molto intima e, siccome è morto in modo improvviso e prematuro, è anche un lutto che mi porto dietro tutta la vita", racconta.
In quanto a 'Favoloso Calvino', la figlia dello scrittore spiega che "questa è una mostra che non è ovvia e che rende visibile le cose che scriveva" che, sottolinea, "erano cose in un certo senso che potevano essere dette solo dalla letteratura. Erano tutte una sfida alla rappresentabilità". E fa l'esempio di 'Le citta' invisibili'. In questo libro "ci sono molte illustrazioni, ma sono delle città che non possono essere illustrate, quindi per questo mi domandavo: che cosa faranno in questa mostra? Ma sono riusciti a rappresentare forse anche il suo percorso mentale, le immagini che lo hanno ispirato", aggiunge.
Il 10 ottobre è uscito per Mondadori 'Lettere a Chichita 1962-1963', epistole privatissime scritte da Italo Calvino a Esther Judith Singer, detta Chichita, che sarebbe diventata sua moglie nel 1964. Si tratta di frammenti di vita e testimonianze di grande valore anche artistico ritrovate e pubblicate proprio dalla figlia Giovanna. "Sono lettere che ho trovato e non mi ricordavo di averle - spiega - sicuramente mia madre non le avrebbe mai pubblicate, essendo così personali, ma a me sono piaciute moltissimo e mi sono sembrate molto condivisibili.
Non ho avuto - continua - il senso di tradirli, forse perché sono passati tanti anni. Sono lettere scritte da mio padre a mia madre. Si erano appena conosciuti, abitavano in paesi diversi e mia madre non aveva telefono. Quello era l'unico modo di comunicare. Non si conoscevano bene. Lui le descrive molto la sua vita: mio padre voleva che lei condividesse la sua vita, però voleva anche essere molto sincero, non voleva illuderla".
"La sua vita era il suo lavoro - racconta ancora - era molto preso dalla casa editrice Einaudi, però allo stesso tempo gliela descrive in modo avvincente e le dice che lei era l'unica persona con cui poteva essere se stesso. Gli piacevano le stesse cose, avevano lo stesso 'sense of humor'. A me queste lettere piacciono moltissimo - conclude - e spero che piacciano anche ai lettori per la loro valenza universale".
Italo Calvino e Chicita si sono sposati nel 1964 e l'anno dopo è nata la figlia Giovanna. Lo scrittore è morto nell'ospedale Santa Maria della Scala di Siena, dove era ricoverato per un'emorragia cerebrale, il 19 settembre 1985. Aveva sessantun anni.