AGI - Missione davvero impossibile quella tentata dall’attore e regista Tom Cruise che, insieme ai produttori dell’ultima edizione di “Mission impossible”, ha tentato di ottenere il permesso di effettuare dozzine di atterraggi con gli elicotteri alle Svalbard, l'arcipelago artico protetto a metà strada tra la Norvegia e il Polo nord, dove gli orsi polari sono più numerosi delle persone. Non c’è stato verso e Cruise ha dovuto rinunciare a girare le scene del nuovo film previsto in uscita nelle sale per il 2024, tra un anno.
Le autorità locali sono state irremovibili, scrive il Guardian, e hanno negato il permesso per 40 atterraggi di elicotteri provenienti dalla vicina nave PolarXplorer, ormeggiata a Longyearbyen, la capitale dell'arcipelago, su diverse parti delle isole norvegesi, così come richiesto dalla società di produzione coinvolta. Motivazione ufficiale del diniego: “Forte preoccupazione per il disturbo alla fauna selvatica”.
"It is wonderful to be here" - Tom Cruise and Christopher McQuarrie arrived in Svalbard today for #MissionImpossible8#TomCruise pic.twitter.com/xi1zMKs74P
— Tom Cruise News (@TCNews62) March 16, 2023
Le autorità delle Svalbard hanno deciso che, data “la finalità di questi voli”, non si poteva concedere il permesso per l'atterraggio degli elicotteri, anche a causa del precedente che esso potrebbe costituire visto “l'obiettivo di limitare il traffico alle Svalbard”.
Il capo della protezione ambientale dell'arcipelago, Kristin Heggelund, ha poi fatto sapere che il principio è di mantenere "l’ambiente quasi incontaminato". Altri permessi di sbarco erano, sì, stati concessi nel recente passato, “ma soprattutto per realizzare documentari sulla fauna selvatica”.
Tuttavia, non tutti nelle isole si sono mostrati d’accordo con la decisione presa: “L'associazione imprenditoriale locale ha affermato che forse si potrebbero fare eccezioni per l'occasionale film di alto profilo che potrebbe migliorare l'immagine delle Svalbard, isole che hanno fatto da sfondo a film tra cui il Bond del 2002, dal titolo ‘La morte può attendere’”.
Ma Aleksander Oren Heen, ministro dell'ambiente, è stato irremovibile e ha così replicato: “In caso di conflitto tra la protezione dell'ambiente e altri interessi, l'ambiente deve essere sempre al primo posto e avere un peso e una considerazione maggiore”.