AGI - Via Antezana 247. Una casa a due piani, come la maggior parte di quelle che popolano i quartieri borghesi di Buenos Aires. Per migliaia di adolescenti che vi passano davanti ogni giorno e dipingono graffiti sulla facciata, che stazionano all’ingresso e scattano foto a tutte l’ore, “è il tempio del movimento musicale della propria adolescenza”. Dove è nata la trap argentina, genere musicale cresciuto velocissimamente.
Qui, nel 2017, racconta il Paìs che propone un viaggio nel luogo in cui è iniziato un movimento musicale che oggi trionfa sulle piattaforme e nei concerti attraverso le figure di artisti come Bizarrap, Nicki Nicole, Wos, Nathy Peluso o Duki, è stata affittata una casa da un gruppo di ventenni che sono stati alcuni dei fondatori di El Quinto Escalòn, la competizione hip hop improvvisata iniziata sui gradini d’un parco, poche strade a sud del civico 247, finendo col riempire gli scantinati di migliaia di adolescenti.
Tra loro, Alejo Nahuel Costa, noto come Ysy A, e Mauro Ezequiel Lombardo, conosciuto invece con il nome di Duki, 26 anni, il quale per altro è finito con il diventare “il Luis Miguel del trap” in un batter d’occhio. Nell’agosto del 2016 ha vinto El Quinto Escalón e già a novembre ha pubblicato il suo primo singolo, che ha raggiunto due milioni di visualizzazioni su YouTube in due settimane.
“Quattro album e più di cento canzoni dopo, annota il quotidiano di Madrid, Duki ora sbarca in Spagna per due concerti nel fine settimana a Madrid al WiZink Center, con “tutti i biglietti esauriti”. Il suo tour è fitto di date e fan, al punto che già tra ottobre e novembre scorsi ha riempito per quattro volte lo stadio José Amalfitani di Buenos Aires diventando l'artista argentino più veloce nel bruciare i biglietti: tutti i 180.000 posti a disposizione sono stati venduti in poche ore. Fenomeno e idolo.
Scrive il giornale di Madrid che la trap, in quanto “musica urbana ha conosciuto una vera e propria esplosione in Argentina” dove “il paese, orgoglioso del suo rock nazionale e la cui identità popolare è sempre stata legata alla cumbia, non aveva mai dato spazio all'hip hop nella sua industria” mentre “la prima pietra miliare è stata posta da questa generazione, che è diventata popolare con iniziative di strada improvvisate lo stile libero”, appunto.
Secondo Sebastián Muñoz, dottore in Antropologia che ha studiato l'incursione dell'hip hop nel Paese a partire dagli anni Ottanta, “tutto inizia lì. Questa è la particolarità che l'Argentina ha rispetto ad altri paesi. Buona parte degli attuali trapper sono nati combattendo duramente” perché il rap non era affatto “popolare in quanto non si identificava con la gente. Ed è stato criticato e osteggiato come un genere musicale straniero, importato dal nordamerica”.
Insomma, dal 2015 in poi, in tutto il mondo tutta quella musica, “fatta in modo autogestito, si è scontrata con la riorganizzazione che lo streaming ha prodotto e con la possibilità che l'industria, le grandi etichette, vedessero un business lì", analizza sempre Muñoz. “La crescita è stata autonoma rispetto al mercato, non ha avuto a che fare con l'industria. La rete underground ha generato un proprio mercato e, per i numeri che ha, questo ha cominciato a esser remunerativo anche per le etichette. Spotify ha cominciato ad essere super importante e i musicisti scoprono anche che possono iniziare a monetizzare le canzoni a partire da lì. È musica adeguata alla velocità di produzione di un algoritmo: si può costantemente produrre e pubblicare”.
Ora l'Argentina è seduta su un vero e proprio tesoro musicale.